DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Katy Mandurino per “Il Sole 24 Ore”
«Il Mose deve andare avanti. L'opera non si deve fermare», avevano detto premier e ministri all'indomani dell'inchiesta che dal 4 giugno sta sconvolgendo il sistema imprenditoriale e politico del Veneto. E l'opera, osservata speciale da tutto il mondo, ieri "solo" per la sua ingegneria tecnologicamente avanzata, oggi anche per le vicende giudiziarie, va avanti.
Nelle scorse settimane è stato varato il secondo cassone alla bocca di porto di Malamocco, installata la decima paratoia a Lido-Treporti e posato il terzo cassone alla bocca di Chioggia. «L'opera resta necessaria – aveva detto il ministro alle Infrastutture Maurizio Lupi il 6 giugno –. L'obiettivo è di salvare Venezia e va perseguito».
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Ora, a corroborare la tesi, c'è anche una ricerca economica effettuata dall'università di Padova sul rapporto costi-benefici del Mose in relazione all'innalzamento del livello del mare e all'aumento della frequenza dell'acqua alta. La ricerca, compiuta in tempi non sospetti (è stata pubblicata il 19 febbraio scorso e diffusa nei giorni scorsi) evidenzia come ogni episodio di acqua alta evitato dalla presenza delle paratoie mobili produca un minor costo.
Convertendo il costo evitato in valore economico, si evince che, per i prossimi 50 anni, man mano che sale il livello medio del mare e quindi aumentano i casi di acqua alta, i benefici sono di gran lunga superiori ai costi: senza Mose i danni totali previsti per Venezia sono stimati in 8,27 miliardi di euro in 50 anni; con il Mose è possibile ridurli a 2,25 miliardi, determinando quindi un beneficio, ovvero danni evitati, stimato in oltre 6 miliardi di euro.
«Lo studio è nato da un interesse puramente scientifico – spiega il professor Fulvio Fontini, uno dei due docenti del dipartimento di Economia e management che, assieme a Massimiliano Caporin, ha condotto la ricerca –. Ci siamo accorti che mancava totalmente un rapporto strutturato sui costi e i benefici economici di una infrastruttura così importante». «L'approccio – continua il docente – è statistico: abbiamo studiato l'andamento futuro del livello del mare calcolando i danni derivanti dall'acqua alta. I benefici netti derivanti dall'utilizzo del Mose crescono con il crescere dell'innalzamento del livello del mare».
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I 6 miliardi di danni evitati risultano superiori ai costi attualmente definiti per concludere l'opera, che ammontano a 5,493 miliardi di euro. «Pertanto – cita la ricerca – possiamo aspettarci un valore netto positivo per il Mose nell'arco di 50 anni». L'avanzamento dei lavori ha raggiunto l'85% del totale; una volta attivo, il Mose salverà la laguna dall'acqua alta fino a tre metri di altezza. L'operatività effettiva scatterà a inizio 2017.
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