
FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA…
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - SIAMO SOLO UNO STATO DI NECESSITA'
Olli Rehn, commissario Ue all'Economia formato in Minnesota e appartenente a quella grande tradizione del liberalismo finlandese che tanto ha dato alla storia del pensiero politico europeo, assegna i compiti delle vacanze di Natale al governino di Lettanipote. Intervistato dalla Repubblica degli Illuminati (p. 3), Sua Eccellenza Olli spiega che dalle previsioni di riduzione del debito italiano manca quasi mezzo punto di Pil e lui "deve essere scettico" sulla manovra Letta-Saccomanni perché "le privatizzazioni daranno un piccolo contributo a migliorare l'efficienza del sistema economico e, forse, a ridurre il debito in parte già l'anno prossimo" e "la spending review è molto importante, ma sarà ancora più importante se riuscirà a mettere in pratica tagli di spesa che abbiano già effetto nel 2014".
Ergo, Doctor Rehn dice che la Commissione ci aspetta al varco per febbraio e che dobbiamo fare di più. Ovviamente sempre sulla solita strada: più privatizzazioni e meno spesa pubblica, che poi ormai vuol dire il taglio di prestazioni sanitarie o di salari dei dipendenti pubblici.
Su questo punto ognuno la pensa come crede, ma l'importante è che non si spaccino scelte politiche per scelte tecniche. Olli Rehn aspira alla presidenza della Commissione Ue per i liberali europei, quindi è un politico dalla testa ai piedi che indica scelte ideologiche a paesi "terzi". Terzi nel senso che noi questo Rehn non l'abbiamo mai votato. Bisogna che ce lo ricordiamo ogni giorno, mentre ci instupidiamo davanti ai talk show nella convinzione che la Lorenzin o Alfano contino davvero qualcosa. Le scelte politiche per l'Italia le fanno Olli Rehn e Drago Draghi. A Re Giorgio è stata affidata la conduzione dello Stato formale e ai tecnici Aspenio Letta e Gelatina Saccomanni tocca solo far tornare i numeri decisi altrove.
Rehn però dice anche un'altra cosa molto interessante e che merita di essere sottolineata perché ovviamente passerà sotto silenzio: "Se davvero l'Italia riuscisse a riformare il proprio sistema economico e giudiziario, potrebbe registrare una crescita superiore a quella di molte altre nazioni". Ci chiede la riforma della giustizia e ora vedremo se il governino farà finta di niente, per paura di dispiacere alle toghe di ogni colore, oppure se Re Giorgio, che con i magistrati è avvelenato quasi quanto il Banana, porterà a casa un qualche risultato. Perché la giustizia italiana, tocca ammetterlo, non fa paura solo a noi. Fa paura a mezzo mondo.
2 - ...E DI FURBETTI
La risposta di Roma, in attesa che ci fischino il rigore da Bruxelles, è quella di un'ultima furbata in favore delle banche, con lo strumento fuori bilancio della Cdp. "Cassa depositi continua lo shopping. Compra dalle banche il 59% di Sia, sistemi di pagamento elettronici, per 765 milioni e punta Versace e Valvitalia" (Repubblica, p. 26). Allegria, nonnetti con il conto alle Poste! Da oggi potete dire di aver comprato il gruppo che gestisce le transazioni di bancomat e carte di credito e di avere nel mirino nientemeno che il gruppo Versace! E per rilevare Armani la due diligence sarà affidata a un gruppo di pensionati.
Intanto, sempre a proposito di furbetti, ecco nuovi dati sui fessi che pagano le tasse: "I conti del ceto medio tartassato. Metà Irpef dal 10% dei contribuenti. Su 4 milioni di cittadini la gran parte dell'onere fiscale. Quasi 10 milioni esentasse. A pagare di più sono i redditi intorno a 2 mila euro netti al mese" (Corriere, p. 11). Quattro milioni sono anche pochi voti e i partiti lo sanno.
3 - ULTIME DAL PRESIDENZIALISMO ALL'ITALIANA
Il Manutentore capo della Provincia Italia fa e disfa come da copione e oggi la prima pagina del Corazziere della Sera ne dà conto con solerzia: "Napolitano chiede un programma". Dentro, ci viene comunicato che "Si riparte da una nuova agenda con giustizia e immigrazione". Toh, "giustizia", come ha detto Olli. "Ma per blindare l'esecutivo servirà un'intesa chiara sulle riforme. Al Quirinale l'idea di un patto proiettato su 12-18 mesi e le valutazioni sui dossier da inserire" (p. 3).
Sul fronte del rimpasto, che naturalmente Lettanipote teme come la peste e difficilmente si farà , il Corriere registra che sarebbero a rischio le poltrone di Nonna Pina Cancellieri e del superberlusconiano Catricaletta, perché "democratici e Monti chiedono più spazio" (p. 5). Non ci sta, ovviamente, il Giornale di Paolino Berluschino: "Verifica farsa. Napolitano fa lo gnorri. Commedia al Colle: né crisi né rimpasto per salvare Letta (e i ministri alfaniani)" (p. 1).
Secondo la Repubblica dei Renziani, "Governo, asse Letta-Napolitano. Nuova fiducia senza dimissioni. Renzi: la voto se ci sono i 3 punti. L'11 il dibattito in Parlamento. Fi: larghe intese finite". "Il premier vuole un patto trilaterale. âMa il mio compito finisce nel 2015'. Lunedì incontro con il sindaco, poi il faccia a faccia con Alfano" (pp. 6-7). Per la Stampa, "Legge elettorale banco di prova. Letta prova a convincere Alfano. Palazzo Chigi non può permettersi Renzi all'attacco e lo stallo. Se gli alfaniani sposassero il maggioritario ammetterebbero di vedere un futuro da alleati di Silvio" (p. 2).
E Il Messaggero spiega bene l'ultima puntata della battaglia sul Porcellum: "Riforma elettorale, sfuma il blitz in Senato. Dietrofront pd: per non mettere in difficoltà Alfano, stop al tentativo Calderoli che puntava al ritorno del Mattarellum. Pressing di Renzi perché la discussione si sposti alla Camera dove la sinistra ha i numeri per votare da sola il provvedimento" (p. 5).
4 - NANO DECADENCE
Abbiamo voluto l'Europa? Ecco l'Europa: "La tentazione ungherese di Berlusconi: âCandidarmi per le europee a Budapest'. Il leader di Forza Italia sta valutando questa ipotesi per bypassare la decadenza". In effetti il Banana è amicissimo del leader ultranazionalista di destra Victor Orban, che è anche un grande tifoso del Milan (Repubblica, p. 9). Un posto fisso nella tribuna d'onore del Meazza, del resto, vale ampiamente un posto il lista in Ungheria.
5 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
La dottrina dello Stato, a parte il monopolio della violenza, prevede il controllo del territorio e il rispetto delle leggi. Tre elementi fondamentali che a Prato non sono in mani italiane, par di capire. La Stampa: "Le aziende lager non si fermano: tutti al lavoro nonostante la strage. Gli ultimi italiani del Macrolotto di Prato: âCompetere con loro è impossibile'. Lo sfogo della Procura toscana: âQui è il Far West, e noi siamo pochi. Aperta un'inchiesta per disastro colposo. Dubbi sulle responsabilità del proprietario italiano" (p. 10). Per il ministro Giovannini, "il problema non sono i cinesi, perché Napoli è più a rischio di Prato" (p. 11). Allegria!
Il Cetriolo quotidiano prova a fare i conti e spara in prima: "4 miliardi spediti in Cina. L'oro degli schiavisti di Prato. Dietro la strage del capannone il business dello sfruttamento che riporta i soldi verso Pechino. Delle 7 vittime solo una è stata identificata. Un'altra fabbrica dormitorio sotto sequestro. Il pm: âSicurezza da Far West'. Il governatore Rossi: âScene che ricordano Auschwitz".
E chi conosce bene bene i cinesi è il prodiano Alberto Forchielli, che come fondatore di Mandarin Capital Partners è il primo straniero al quale siano mai stati affidati fondi pubblici di Pechino da investire in Europa. Intervistato da Repubblica (p. 12), Forchielli va dritto al punto che conta: "Nel grande come ne piccolo l'imprenditore cinese pubblico o privato ha una mente fondamentalmente criminale, perché cresce in un ambiente privo di etica, fatto di rapporti, evasione, infrazioni.
L'imprenditore cinese non si muove in uno stato di diritto, fa tutto ciò che può. E' un soggetto criminale (...) Lo stesso ambasciatore cinese in Italia è intervenuto per impedire i controlli della Guardia di Finanza sulle tessiture di Prato. Ha insultato le nostre forze dell'ordine. Vogliono esportare qui i loro metodi, gli infortuni sul lavoro, l'evasione, l'inquinamento (...) L'Italia è un ottimo cliente della Cina, facciamoci sentire". Forchielli ministro subito!
6 - FREE MARCHETT MA ANCHE NO
Non si presenta benissimo, il pezzo che Repubblica dedica oggi a un nuovo telefonino di Telecom: "Arriva lo smartphone di Telecom. Low cost e indipendente: âVogliamo strappare clienti a Apple e Google" (p. 40). Il pezzo però va ben oltre la pura réclame e racconta di come "One Touch Fire" usi un sistema Firefox e riporta le parole di Oscar Cicchetti, capo delle strategie Telecom: "Apple e Google cercano di costruire silos con cui blindano gli utenti, negli smartphone, nei loro negozi di applicazioni e nei loro sistemi. Così tagliano fuori gli operatori telefonici. Perdiamo sempre più la possibilità di relazionarci con i nostri clienti, di offrire loro direttamente servizi su Internet" (p. 40).
7 - LINGOTTI IN FUGA...
Uno vede il titolo di Repubblica a pagina 39, "Immatricolazioni auto ancora in rosso, Fiat crolla del 12%", e pensa che oggi il Marpionne sarà un sacco dispiaciuto. Ma poi gira pagina ed ecco un boxino piccino piccino: "Il governo: colloqui per rilevare Irisbus". E capisce che in fondo il pregiato manager del Cantone di Zugg è un altro di quelli che in Italia sorride sempre. Un po' meno gli operai.
8 - ... E CERVELLI CHE INVECE RIMANGONO
Regala sempre soddisfazioni seguire le evoluzioni di un vero intoccabile come il mitico rettore della Sapienza, Luigi Frati. Oggi ci pensa il Corriere: "Il rettore della Sapienza favorì il figlio'. I pm chiudono l'inchiesta per abuso d'ufficio. Adesso Frati rischia il processo. Secondo l'accusa nel 2011 creò un'unità autonoma al Policlinico Umberto I per poterne affidare la direzione al figlio. Nella facoltà di medicina insegnano anche la moglie e l'altra figlia" (p. 24). L'Italia e Roma sono così dolci, a saperne approfittare.
colinward@autistici.org
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