DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Andrea Arzilli e Maria Egizia Fiaschetti per corriere.it
Il centrodestra accelera sul candidato unitario da schierare per la corsa al Campidoglio e punta su Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il credito sportivo. I leader dei partiti di coalizione avrebbero trovato l’accordo sul manager, gradito a FdI, mentre la Lega avrebbe ottenuto la candidatura del deputato Claudio Durigon a presidente della Regione Lazio.
Dopo mesi di totonomi il cerchio si stringe. Il partito di Giorgia Meloni, al quale Matteo Salvini nella Capitale ha sempre riconosciuto il diritto di prelazione, incassa l’appoggio degli alleati, mentre la Lega spunta la corsa ai vertici della Regione.
Fuori dalla partita Forza Italia, in forte calo di consensi, sebbene la linea pro Draghi di Silvio Berlusconi potrebbe riconquistare una fetta di elettorato. Suggellato l’accordo tra i leader - ma per scoprire le carte si aspetta l’insediamento del nuovo governo - il prescelto starebbe ancora valutando se accettare.
Romano, 61 anni a marzo, ex presidente della Lega nazionale professionisti di serie B, Abodi è stato anche consigliere di amministrazione di Coni Servizi Spa e presidente di Astral.
Il periodo di riflessione, ancora una settimana per sciogliere la riserva, sarebbe legato alla sfera personale: dal lavoro svolto finora alla guida del Credito sportivo, partecipato per l’80 per cento dal ministero dell’Economia, che lo vede impegnato in progetti di lungo respiro, fino alle possibili ricadute in ambito familiare: la moglie, Maria Grazia Russo, è infatti a capo della direzione Amministrazione finanza e controllo di Atac, municipalizzata del Comune di Roma. A chi lo conosce il manager avrebbe confidato il timore che finisca sotto attacco a causa della sua candidatura.
Nel frattempo Andrea Bernaudo, in lizza per il Campidoglio con i Liberisti italiani, svela il programma: «Nei primi cento giorni mi occuperò dei bandi per mettere a gara i servizi di trasporti e rifiuti». Obiettivo chiave la liberalizzazione di tutti i servizi pubblici - «o meglio disservizi» - che sono di competenza del Comune.
È il segnale politico di una campagna che parte con la presentazione dei candidati all’assemblea capitolina (oggi alle 14 sulla pagina Facebook di Liberisti italiani) nonostante sulle date delle amministrative aleggi ancora lo spettro del rinvio causa Covid. «Tecnicamente da metà aprile a metà giugno a Roma si può votare, ma continuiamo ad assistere a un balletto penoso dei partiti che, ancora senza candidati, perdono tempo e utilizzano la scusa della pandemia per mettersi d’accordo su come spartirsi città e ministeri», attacca Bernaudo.
La lista è comunque completa: imprenditori, avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, medici, «ovvero una rappresentanza della società civile che non ha intenzione di delegare più a nessuno le sorti della città dopo «il fallimento di destra, sinistra e M5S». Dalla Capitale, a suo avviso, può partire una rivoluzione di carattere nazionale: «Roma è l’emblema del fallimento tecnico-giuridico dello Stato: l’Atac è indagata per bancarotta e impegnata in un concordato preventivo sulle spalle dei fornitori, l’Ama non presenta bilanci da tre anni e i servizi al cittadino sono quelli che sono».
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