
DAGOREPORT - CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE CLAUDIA CONTE, LA “GIORNALISTA, SCRITTRICE,…
ABRACALABRIA! PER BATTERE ROBERTO OCCHIUTO, GOVERNATORE USCENTE DEL CENTRODESTRA IN CALABRIA, L’EX PRESIDENTE DELL’INPS PASQUALE TRIDICO, PADRE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, DOVREBBE FARE UN MIRACOLO POLITICO. MELONI E I SUOI ALLEATI SI SENTONO LA VITTORIA IN TASCA – A SINISTRA I SOLITI “CASINI DA DILETTANTI” PROVOCATI DA AVS: IL TAR HA CONFERMATO L’INCANDIDABILITÀ, PER CONDANNA DEFINITIVA, DI MIMMO LUCANO, L’EX SINDACO DI RIACE. E C'E' LA SPINOSA CANDIDATURA DELLA FILOSOFA ROMANA DONATELLA DI CESARE, NOTA PER UN POST, AFFETTUOSO, DEDICATO A UNA BRIGATISTA DEFUNTA (LA BALZERANI)…
Fabrizio Roncone per corriere.it - Estratti
Qui si vota domenica e lunedì. La Calabria sarà la seconda regione coinvolta nel turno elettorale di questo autunno. Presi appunti, ascoltato, visto. E intuito. Cosa? Tanto per ingolosirvi: diciamo che la vecchia «mandrakata» grillina del reddito di cittadinanza, stavolta trasformato in reddito di dignità, è un trucco che (forse) non funziona più.
Ma è molliccia anche la storia del ponte sullo Stretto. Marginale, nei comizi. Non ci scatenano su troppe polemiche e, soprattutto, non ci imbastiscono grandi promesse. Del resto, che ti prometti? Ancora nemmeno mezzo mattone, non un cantiere sul mare, più tutti i dubbi della Corte dei Conti sui costi: i candidati evitano di perderci tempo e voce.
Altri appunti, più croccanti: intanto, un viaggio con il magone. Nel cortiletto di Montecitorio, un fratello d’Italia soffiava baldanzoso: «L’avete pubblicato sul Corriere, il sondaggio calabrese di Pagnoncelli: abbiamo già stravinto pure lì. Che vai a fare? Perdi tempo». È roba da andar fuori di testa. E una faccia, allora, come la racconti? Le speranze? Gli errori?
GIORGIA MELONI A LAMEZIA TERME - COMIZIO PER ROBERTO OCCHIUTO
Poi, certo: l’odore di una campagna elettorale si annusa subito. E, vista da vicino, la partita calabrese è esattamente come vista da lontano: per battere Roberto Occhiuto, governatore uscente del centrodestra, Pasquale Tridico dovrebbe esibirsi in un miracolo politico. Elly Schlein sperava di venirgli a tirare la volata portandosi dietro un bel colpaccio, un vento forte:
ma nelle Marche è andata come sappiamo e s’è perciò dovuta dare forza e coraggio, dopo la scoppola, per arrivare a Crotone con Pier Luigi Bersani e dire che tutto è ancora possibile. Il centrosinistra unito può farcela.
Gli stessi discorsi di Giuseppe Conte, che qui non può fare tanto lo gnorri, e deve metterci un bel sorriso quando pronuncia la parola «Campo largo», perché il candidato della coalizione l’ha scelto lui. Così lo accarezzano, lo spingono. Al diavolo i sondaggi. Tridico, hai capito? Te ne devi fregare: e cercare l’impresa, la rimonta.
Adesso, però, aspettate: per capirla bene questa storia, forse è opportuno fare un piccolo passo indietro. E tornare alla mattina dell’11 giugno scorso, quando Occhiuto — che è anche vicesegretario nazionale di FI — apprende di essere stato indagato dalla Procura di Catanzaro assieme ad altre quattro persone.
LEADER DEL CENTRODESTRA A LAMEZIA TERME PER SOSTENERE ROBERTO OCCHIUTO
Tra cui Paolo Posteraro, ex socio ed ex manager di Amaco, l’azienda di trasporti del comune di Cosenza, poi diventato il capo della segreteria — o il portaborse, boh — di Matilde Siracusano, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento (anche lei esponente forzista, e compagna dello stesso Occhiuto).
L’accusa è: concorso in corruzione. Miccia dell’inchiesta: alcuni articoli pubblicati dal Domani, relativi a movimentazioni bancarie sospette. Occhiuto s’infuria. Proclama la sua innocenza e, subito, decide di sparigliare. Con un ragionamento, sfrontato, che suona così: «Allora: io mi dimetto da presidente e, immediatamente, mi ricandido. Così lo facciamo decidere ai calabresi cosa pensano del sottoscritto e se posso avere ancora l’autorevolezza necessaria per guidare la regione».
GIORGIA MELONI A LAMEZIA TERME - COMIZIO PER ROBERTO OCCHIUTO
Non bisogna sottovalutare che Occhiuto, 56 anni, fratello minore di Mario, senatore pure forzista, nasce democristiano. Poi passa con Berlusconi, breve parentesi nell’Udc, quindi torna in FI e prosegue la carriera, che sarà notevole. Insomma: Occhiuto conosce la politica, vive di politica. Con efferata determinazione, morbido se serve, volto rassicurante, eloquio avvolgente.
Di lui, i calabresi tendono a fidarsi. Il suo operato è considerato soddisfacente (i numeri di Pagnoncelli erano chiari). Per paradosso, però, Occhiuto è anche il commissario straordinario alla sanità. E la sanità, in Calabria, è un autentico disastro (motivo per cui la ‘ndrangheta investe nelle cliniche private).
A migliaia, se possono, vanno a farsi curare in Emilia-Romagna e in Lombardia. La spesa della regione, per queste migrazioni, supera i 300 milioni l’anno. Interminabili i lavori degli ospedali in costruzione (Sibaritide, Palmi, Vibo Valentia): in quelli che invece ci sono, s’incontrano quasi solo medici cubani (in un comizio a Torre Talao, nell’alto Tirreno cosentino, Occhiuto ha già annunciato: «Ho stipulato nuovi contratti con l’Avana: stanno per arrivarne altri 500»).
La gente ascolta e, dentro una tragica rassegnazione, pensa: meglio un po’ di comunisti con il camice bianco, che morire da soli in un pronto soccorso.
L’altra grande emergenza è il lavoro. E, all’inizio, il professor Tridico — 50 anni, europarlamentare a 5 Stelle, ex presidente dell’Inps — ci si è tuffato. «Vareremo un reddito di dignità! Verrà finanziato dai fondi europei». È il padre del RdC e, sul serio, sembrava una proposta in grado di sparigliare. Invece non sembra emozioni: quando la evoca, gli applausi non crescono.
pasquale tridico e carolina morace al parlamento europeo
C’è da dire che Tridico ha cominciato la campagna elettorale portandosi addosso molti retroscena. Scrivevano: è sceso controvoglia, Conte ha faticato a convincerlo. Questo non l’ha aiutato. Forse è stato anche lasciato solo. Sul piano della comunicazione, intendo. Ha collezionato una raffica di gaffe banali e perdonabili su cui, nei social, banchettano feroci da settimane.
Tridico è nato a Scala Coeli, nel Cosentino: famiglia umile, emigrare fu un obbligo, venne via presto. Ma Occhiuto, in un incontro sul TgR Calabria, lo incalzava spietato: «Lo sai dov’è la Grotta del Romito?» (No, non lo sa: e allora?). Poi, però, hanno pure scoperto che ha la residenza a Roma e che, perciò, domenica non potrà votare.
Da segnalare un po’ di casini («Da dilettanti», commenta indispettito un alto esponente del Pd) provocati da Avs. Con il Tar di Reggio Calabria costretto a confermare l’incandidabilità, per condanna definitiva, di Mimmo Lucano, l’europarlamentare ex sindaco di Riace. E con la spinosa candidatura della filosofa romana Donatella Di Cesare, qui nota solo per le canizze scatenate nei talk tv e per un post, affettuoso, dedicato a una brigatista defunta (la Balzerani).
PASQUALE TRIDICO GIUSEPPE CONTE
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