“CERCHIO TRAGICO” AL CONTRATTACCO - I BOBO-BOYS LO HANNO RIEMPITO DI FISCHI E VOGLIONO IL SUO SCALPO, E ORA REGUZZONI SI LEVA QUALCHE MACIGNO E LO TIRA IN TESTA A MARONI: “CRITICARE IL CAPOGRUPPO È FUORI DALLE REGOLE. MI ACCUSANO DI ESSERE FILOBERLUSCONIANO? E CHI È STATO MINISTRO CON LUI COS’È? SE C’È QUALCUNO CHE VUOLE FARE LE SCARPE A BOSSI È GIUSTO CHE SAPPIA CHE NON PUÒ ESISTERE LA LEGA SENZA DI LUI” - “IL NODO NON È MARONI CONTRO REGUZZONI MA LE DIVISIONI TERRITORIALI: SENZA IL SENATÙR ESPLODEREBBERO”...

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Marco Alfieri per "la Stampa"

Il compagno di partito Gianluca Pini gli ha dato dello «stronzo» in tv. Roberto Maroni invece l'ha tirato in ballo davanti ai militanti dicendo che «chi vuole cacciarmi dalla Lega dovrebbe essere cacciato lui», ironizzando sulla sua origine di Busto Arsizio. Mentre coretti da stadio lo invitavano a sloggiare.

Da qualche mese Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera uscente, è l'uomo nero della Lega. «Il cerchista che divide, da abbattere», per i maroniani. «Per un anno e mezzo - racconta Reguzzoni - ho avuto la fortuna e la sfortuna di svolgere un incarico complesso, diventando il parafulmine di molte tensioni. Sono stato nominato capogruppo 2 giorni prima che Fini uscisse dal Pdl: un momentaccio. Credo che Bossi abbia scelto me per la difficoltà del compito, il che mi fa onore. Poi ci sono state alcune difficoltà che mi hanno esposto al fuoco di artiglieria, ma sono corazzato».

Più che fuoco di artiglieria fuoco amico...
«Un fuoco amico preventivo. Chi oggi mi critica aveva intrapreso una raccolta firme contro di me prima ancora che fossi nominato...».

Parla dei maroniani Pini e Fava?
«Se sperate che parli male di Maroni vi sbagliate. Se devo dire qualcosa, com'è successo, lo faccio in privato. Questo è l'errore degli ultimi mesi: litigare sui giornali».

Allora ammette divisioni.
«Come in tutti i partiti. Ma fare critiche pubbliche al capogruppo è fuori dalle regole. Siamo forti solo se restiamo uniti».

La manifestazione di piazza Duomo ha rivelato nuovi rapporti di forza...
«Se siamo in 80 mila contro il governo Monti, ma qualcuno porta 20 amici coi fischietti è ovvio che sui media passa quello...».

Sta dicendo che c'era la claque pro Maroni?
«No. Ma io i fischi della piazza li ho sentiti solo contro Berlusconi. Bossi mi ha citato tre volte, dicendo che sono stato un buon capogruppo, e nessuno ha fiatato».

Non dirà che non esistono «cerchisti» e «maroniani»?
«Io sono leghista duro e puro».

Per molti è filo berlusconiano, del «clan di Gemonio».
«Io filo Berlusconi? E chi era ministro del suo governo invece no? La verità è un'altra».

Quale?
«Quando Cota era capogruppo chi oggi mi critica lo accusava di essere troppo vicino a Bossi. La stessa sorte è toccata a me e tra poco succederà a Dozzo. Semplicemente da capogruppo devi interpretare la linea politica del segretario».

Sul suo incarico Bossi ha ceduto a Maroni?
«Da quando Maroni aveva espresso il desiderio di fare il capogruppo dissi a Bossi che, se voleva, avrei fatto un passo indietro. Non volevo dare alibi a nessuno. Non cerco poltrone, stare a Roma non mi piace. L'importante è salvare il progetto della Lega».

Per i maroniani voi del «cerchio» avete circuito Bossi alimentando fantasmi e mettendo a rischio il partito.
«Bossi è ben difficile da circuire. Chi lo dice offende pesantemente il segretario federale».

Oggi in Lega decide Bossi?
«Tutte le partite importanti degli ultimi tempi le ha giocate Bossi in prima persona. È l'unico capo possibile così come nel Pdl comanda Berlusconi, mica Alfano. Con tutto il rispetto per Angelino, è la verità».

Nel partito c'è chi immagina un futuro oltre Bossi...
«E' un'ipotesi che non considero nemmeno. Se altri vogliono porre la questione lo facciano, ma non mi risulta».

Secondo lei Maroni vuole scalzare Bossi?
«Registro che nel voto su Cosentino qualcuno ha voluto fare intendere che i nostri voti siano stati decisivi per salvarlo quando non è così. Ma senza Bossi non può esistere la Lega. Il suo grande merito è stato di mettere insieme veneti e lombardi unendo le leghe del Nord. Il nodo non è Maroni contro Reguzzoni ma le divisioni territoriali. Senza Bossi esploderebbero».

In Lega non tutti la pensano così.
«Sul che fare alle amministrative, allearsi o no, ci sono posizioni diverse ma sull'opposizione al governo Monti siamo tutti uniti. Questa è la scelta politica che conta indicata da Bossi».

E' vero che voleva bloccare i congressi interni?
«Io non blocco alcun congresso. In passato a Varese li ho fatti e li ho sempre vinti...».

Cosa pensa del tesoriere Belsito, vicino alla famiglia Bossi, accusato di trafficare coi soldi del partito?
«Belsito ha spiegato le ragioni degli investimenti. Non mi sembra ci siano ombre...».

 

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