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Danilo Taino per il Corriere della Sera
Da oggi Martin Schulz non può più sbagliare: ha sulle spalle il cento per cento del futuro della Spd tedesca e della socialdemocrazia europea. Ieri, alla convention tenuta a Berlino, è stato incoronato presidente del partito senza un voto contro, senza un astenuto, solo tre schede nulle su 608 delegati votanti: 100%.
E per acclamazione è stato nominato ufficialmente candidato alla cancelleria alle elezioni del prossimo 24 settembre, sfidante di Angela Merkel. Partito galvanizzato, lui felice ma caricato di una gran responsabilità: potrebbe essere l' ultima chance della socialdemocrazia di ritrovare ruolo e potere in un grande Paese dell' Europa.
«Questo momento segna l' inizio della conquista della cancelleria», ha detto tra gli applausi di una base ritrovata grazie ai sondaggi che, da quando si sa che sarà Schulz a tentare di deporre Frau Mer-kel, hanno fatto salire la Spd dal 21 al 32%, a un' incollatura dalla Unione Cdu-Csu della cancelliera. In effetti, la battaglia comincia ora e sarà una lunga marcia. Fino ad ora, Schulz ha beneficiato di un' esposizione mediatica altissima e gratuita, data dal solo fatto di esserci e di andare bene nei sondaggi.
Di suo ci ha aggiunto la storia personale, che ancora ieri ha sottolineato nel discorso alla convention quando ha ricordato che viene da una modesta famiglia di cinque fratelli. Nelle settimane scorse, l' ex presidente dell' Europarlamento aveva più volte ricordato gli ostacoli che ha dovuto superare nella vita, a cominciare dall' alcolismo giovanile (è astemio: «Ultima birra il 26 luglio 1980»). Adesso, dovrà concretizzare la proposta politica.
Ieri ha ammesso di non avere pronto il programma: sarà presentato solo in un altro congresso, a giugno. Ha però detto che il governo deve spendere di più per le pensioni, l' istruzione, l' assistenza.
Tutto il suo discorso è centrato sulla necessità di «giustizia sociale, rispetto e dignità», obiettivi sui quali pochi sono in disaccordo ma che andranno concretizzati in proposte politiche.
Si è rivolto ai lavoratori, al ceto medio, agli anziani, agli studenti, agli apprendisti, alle casalinghe, ai pompieri. Una lista pienamente socialdemocratica che, ha am-messo, «costa denaro», ma è indispensabile «se vogliamo essere campioni europei». In effetti, di come coprire i costi dei suoi propositi non ha ancora parlato e su questo i cristiano-democratici già lo attaccano: dovrà aumentare parecchio le tasse, sostengono, per programmi «irrazionali che dividono la società».
I prossimi mesi saranno duri, sia per Schulz sia per Mer-kel, la quale finora non è entrata in campagna elettorale, presa più da questioni europee e da Donald Trump. Da qui a settembre ogni proposta sarà oggetto di battaglia e anche gli altri partiti scenderanno in campo, soprattutto l' Unione della cancelliera.
E, via via che ci si avvicinerà al 24 settembre, anche il confronto diretto tra i due avversari maggiori verrà messo a fuoco. Già ieri se n' è avuto un flash. Parlando di Trump, Schulz è stato durissimo. Ha detto che «usa l' accetta con le radici della democrazia» e che per lui è «indifferente essere presidente degli Stati Uniti o un dimostrante di Pegida», cioè del movimento di estrema destra che ha marciato contro gli immigrati in Germania. Questo, due giorni dopo che Merkel ha, nell' incontro con Trump alla Casa Bianca, cercato di impostare una relazione il meno conflittuale possibile con l' uomo più potente del mondo.
La domanda che corre: qual è l' atteggiamento giusto e utile che verso il presidente americano deve avere il leader del governo tedesco?
MERKEL SCHULZ
RENZI SCHULZ
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