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Alberto Mattioli per “La Stampa”
Che peccato. Ormai alla laurea taroccata in Albania eravamo affezionati. Era diventata l’immancabile «titolo di studio» di alcuni dei protagonisti delle più deplorevoli carriere politiche italiane, o meglio padane, visto che l’irresistibile tentazione del pezzo di carta comprato a Tirana colpiva soprattutto in casa leghista.
Ieri il Consiglio dei ministri albanese ha deciso di revocare la licenza a ben diciotto «istituti di istruzioni superiore», fra i quali la mitica Kristal University (ovviamente privata) dove il 29 settembre 2010 risultava laureato in Gestione aziendale Renzo Bossi in arte «Trota», figlio di Umberto e all’epoca rampante e votatissimo consigliere regionale lombardo. Invece da oggi la pacchia dei diplomifici pare morta e sepolta almeno quanto la carriera politica del Trota.
Il vicepremier albanese, Niko Pelshi, ha annunciato anche la sospensione dell’attività e «azioni legali» per altri tredici atenei di dubbia reputazione, mentre il primo ministro, Edi Rama, proclama la «ferma determinazione» del suo governo a lottare contro il traffico di lauree. Peraltro, gli studenti immatricolati lì, promettono da Tirana, «avranno la possibilità di proseguire gli studi in altri istituti». Coraggio ragazzi, c’è sempre una prima volta.
La vicenda delle lauree facili è uno scandalo nello scandalo che ha travolto le carriere del Senatur e dei suo cari. Secondo i magistrati milanesi che scoprirono le loro spese private con soldi pubblici, Renzo Bossi si sarebbe laureato a Tirana pagando 77 mila euro in realtà appartenenti alla Lega e senza mettere mai piede in Albania.
Il che non gli impedì una celebre visita al Salone del libro di Torino dove, benché basito per la massiccia presenza di quei curiosi parallelepipedi di carta, citò addirittura Popper davanti ai cronisti più basiti di lui.
E non finisce qui. Anche l’ex senatrice leghista Rosi Mauro finì nei guai per aver comprato con i soldi dei rimborsi elettorali del partito,quindi nostri, la sedicente laurea della sua ex guardia del corpo, Pierangelo Moscagiuro. Anche lui aveva pagato 77 mila euro e anche lui in Albania non c’era mai andato. Unica differenza rispetto al Trota, lui risultava dottore in Sociologia.
Gli albanesi, peraltro, hanno preso lo scandalo malissimo, quasi più degli italiani. I partiti nazionalisti organizzarono una manifestazione di protesta davanti al ministero dell’Istruzione. E la magistratura indagò Bossi junior, perché per studiare in Albania ovviamente bisogna risiederci e al Trota non risultava concesso (né chiesto) alcun permesso di soggiorno.
Insomma, il paradosso perfetto: i leghisti indagati per aver violato le leggi sull’immigrazione. Allora meglio Bossi senior che, acciuffata la maturità alle soglie dei trent’anni, per anni fece credere a tutti, moglie compresa, di essersi laureato in Medicina. La laurea fantasma è evidentemente una tradizione di famiglia.
renzo bossi by marziano copytrota
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