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DOPO LA DÃBÃCLE ALLE EUROPEE IL CENTRODESTRA DEVE CERCASI UN NUOVO LEADER
Maurizio Belpietro per "Libero"
Ci sono due modi con cui Forza Italia può reagire alla brutta sconfitta di domenica. Il primo è di auto consolarsi, cioè di convincersi che la batosta sia dovuta alla non completa agibilità politica del suo leader, rassicurandosi con l'idea che, se tutte le anime dei moderati saranno riunite, la prossima volta potrà andare meglio.
Il secondo modo di reagire è invece di pensare che un ciclo è finito, ovvero che le cause della débâcle non sono dovute solo ai servizi sociali e alle regole stringenti che il tribunale ha imposto a Silvio Berlusconi, e neppure alla scissione che ha portato alla nascita del Nuovo Centrodestra di Alfano. Vincoli e divisioni hanno certamente contribuito, ma c'è qualcosa di più profondo che è alle origini del fiasco e, se non lo si capisce, la prossima volta potrebbe andare peggio.
Ecco, tra i due modi di reagire io penso che il primo sia sbagliato. Se lo si desidera, per ragioni di propaganda ci si può presentare di fronte alle telecamere attribuendo l'insuccesso al fatto che l'ex Cavaliere non abbia potuto fare la campagna elettorale che voleva, dovendosi ritirare come Cenerentola prima delle 23 e badando bene a evitare argomenti troppo connessi alle sue vicende giudiziarie.
à importante però sapere che questo semplicemente non è vero, altrimenti si finisce per avere un'immagine falsata di quanto è accaduto. Io penso infatti che Forza Italia e più in generale i partiti di centrodestra, Ncd incluso, abbiano perso perché non sono riusciti a rappresentare ai propri elettori che cosa sono e soprattutto che cosa vogliono.
Tutto qui. Del resto, pensateci e provate a riavvolgere il nastro del registratore, ripercorrendo gli ultimi mesi di campagna elettorale. Renzi è arrivato al vertice e un secondo dopo aver fatto sloggiare Enrico Letta da Palazzo Chigi ha inaugurato la sua strategia politica, rappresentandosi agli elettori come l'uomo nuovo, ossia il presidente del Consiglio che fa saltare tutti gli equilibri, il grande innovatore, colui che spazza via i boiardi di Stato e le incrostazioni del sistema, il premier che ridistribuisce il reddito, avvia le riforme e riduce maxi stipendi e auto blu.
Vero o falso,non ha importanza: la percezione per una parte dell'elettorato è stata questa. E Forza Italia che cosa ha fatto? A volte ha criticato Renzi per le troppe promesse,ma nel frattempo con lui ha sottoscritto un patto. Risultato, l'elettore non ha capito se il partito di Berlusconi stava in maggioranza o all'opposizione. Così come non ha capito se era contro l'Euro o a favore, con il Ppe - cioè con il candidato della Merkel - o contro la Cancelliera di ferro.
Insomma, la linea è stata ondivaga e a differenza di altre volte l'ex Cavaliere non ha imbroccato lo slogan giusto,non riuscendo a dare una svolta alla sua campagna elettorale. Forza Italia è finita schiacciata tra l'attivismo del capo del governo, con i suoi 80 euro (a proposito, il numero di voti ottenuti dal Pd collima con il numero di italiani che hanno preso il bonus: sarà un caso?), e l'aggressività di Beppe Grillo.
Non molto meglio è andata al Ncd. Anche lì non si è capito se alla fine la strategia del Nuovo Centrodestra preveda di staccarsi definitivamente da Forza Italia, puntando a un'alleanza stabile con il Pd, oppure se si tratti di una tattica a breve, che una volta conclusa porterà il partito di Alfano a convergere di nuovo con Berlusconi.
Insomma, il Ncd sta al governo ma per fare che cosa? Per fare una politica liberale o per reggere il moccolo a Renzi? La verità è che così come sono, se cioè non cambiano registro, né Forza Italia né l'Ncd, ma neppure Fratelli d'Italia e la Lega, saranno nei prossimi anni un'alternativa al Pd di Renzi.
Mentre quest'ultimo ha trovato gli argomenti, cioè un programma, e li ha sostenuti nel migliore dei modi, il centrodestra un programma nel suo insieme non ce lo ha e peggio ancora non ha un uomo che da solo sappia rappresentarlo (Salvini ci ha provato: ma Euro e riforma Fornero sono questioni ignorate dagli ex alleati).
Se si riflette su tutto ciò, la logica conclusione è una sola: il centrodestra va rifondato. Bisogna aprir le finestre e fare entrare idee nuove,ma soprattutto nelle stanze dello schieramento che un tempo rappresentava la maggioranza degli italiani bisogna far entrare facce nuove.
Va archiviata la stagione dei Fiorito, dei Cosentino, degli Scajola, gente che portava voti ma, come si è visto in seguito, anche guai.Non so se la soluzione giusta siano le primarie e nemmeno so dire se una soluzione dinastica sia il modo migliore per riportare in auge Forza Italia. Silvio Berlusconi non è sostituibile, né con un delfino né con un figlio. Un altro come lui non lo si trova, quindi è inutile cercarlo.
Ma questo non vuol dire che un leader capace di far ripartire il centrodestra non esita. A Pavia il sindaco ha preso nove punti più della coalizione di centrodestra, segno che è lui a trainare il partito e non viceversa. Alessandro Cattaneo è giovane e garbato, forse gli manca la verve e l'impudenza di un Renzi, ma è un bravo amministratore.
Quanti ce ne sono come lui dentro Forza Italia e nel centrodestra? Quante persone capaci, per bene, con idee e voglia di fare esistono in Italia e non sono di sinistra? Io penso tanti. Basta solo invitarli a farsi avanti. Lo so che la nomenklatura dei partiti non ama le facce sbarbate e nel centrodestra non si fa eccezione, ma se si vuole evitare di perdere definitivamente la faccia con chi ha creduto nella rivoluzione liberale è l'ora di scrivere un capitolo nuovo. Da Forza Italia a Forza giovani e Forza nuovi. Fatevi avanti.
selfie berlusconi e vespa SILVIO BERLUSCONI A PORTA A PORTA DA VESPA FOTO LAPRESSE SILVIO E MARINA BERLUSCONIIL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO ANGELINO ALFANO E GIORGIA MELONI AD ATREJU FOTO LAPRESSE NICOLA COSENTINO ALLA CONFERENZA STAMPASCAJOLA ARRESTATO jpegAlessandro Cattaneo VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA VIGNETTA GIANNELLI BERLUSCONI VENTI ANNI DOPO CESANO BOSCONE
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