schlein meloni

“IL CENTROSINISTRA NON AVRÀ UNA SPERANZA DI VINCERE LE ELEZIONI FINO A QUANDO IL PD NON SUPERERÀ FRATELLI D’ITALIA COME PRIMO PARTITO E MI PARE CHE SIA LONTANISSIMO DALL’OBIETTIVO” – ALDO CAZZULLO FA LA DIAGNOSI AL “CAMPO LARGO” E AL PD: “ELLY SCHLEIN CONTINUA A NON ATTECCHIRE. E LA MAGGIORANZA, PUR SENZA FARE GRANCHÉ, SEMBRA NON CONOSCERE L’EROSIONE SUBÌTA DA TUTTI I GOVERNI PRECEDENTI. LA MELONI FINORA NON STA VIVENDO UN ANALOGO LOGORIO. FORSE PERCHÉ MANCA UN’ALTERNATIVA. IN PASSATO C’ERANO ALTRE PROSPETTIVE POSSIBILI: UN LEADER CATTOLICO COME PRODI; UN GOVERNO DI LARGHE INTESE BEN VISTO DALL’EUROPA. OGGI NON SI VEDE NÉ UNA COSA NÉ L’ALTRA”

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Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”

 

aldo cazzullo

Caro Aldo, anche quest’anno le elezioni nelle Marche vanno al centrodestra. Tutto questo, malgrado le opposizioni avessero provato a sbarrare il passo all’avversario.

Significa che il centrodestra lavora bene anche in situazioni molto difficili.

Franco Silli

 

Alle regionali delle Marche vince il centrodestra ma amministrare la regione con il consenso di un quarto dei cittadini sarà assai difficile. È pur sempre una vittoria, ma centrodestra e centrosinistra dovrebbero riflettere attentamente e preoccuparsi che solo metà degli aventi diritto va a votare.

Domenico Mattia Testa

 

Mi colpisce pensare alla quantità di elettori che hanno deciso di non votare. Possibile che sempre più persone abbiamo perso l’interesse per la politica?

Marco Ferrari

matteo ricci elly schlein

 

Risposta di Aldo Cazzullo

Cari lettori, battere un governatore in carica è sempre molto difficile. Ciò premesso, le elezioni regionali nelle Marche sono state, a mio avviso, una vittoria del centrodestra più netta di quanto non dicano i numeri. Il centrosinistra schierava un leader nazionale, Matteo Ricci, ben noto al pubblico televisivo e molto radicato nel suo territorio, dove aveva sempre vinto largo nella sua città, Pesaro, e raccolto molte preferenze alle Europee.

 

Dall’altra parte c’era un candidato, Francesco Acquaroli, che in pochi fuori dalla sua regione (qualcuno anche dentro) avevano mai sentito nominare, ed era forte soprattutto del rapporto personale con la presidente del Consiglio; non a caso nelle dichiarazioni della vittoria al suo fianco c’era la sorella Arianna. Non solo.

 

ELLY SCHLEIN E FRANCESCO BOCCIA

La destra ha dato grande prova di compattezza. I giornali filogovernativi hanno scatenato all’unisono una vera e propria caccia all’uomo contro il povero Ricci, come se fosse stato accusato dalla magistratura di crimini contro l’umanità, anziché per i murales di Valentino Rossi. Dall’altra parte i Cinque Stelle assumevano l’atteggiamento tipo: e va bene, ve lo votiamo, questo orrendo candidato che ci avete proposto.

 

Ma la colpa non è dei Cinque Stelle. È chiaro che a Conte non conviene legarsi mani e piedi al Pd: a questo giro lo ha fatto, anche per portare a casa la presidenza della Campania per Fico (successo ancora tutto da conquistare). Tuttavia i Cinque Stelle non sono e non saranno mai organici al partito democratico.

 

schlein salis conte

La verità è che il centrosinistra non avrà una speranza di vincere le elezioni fino a quando il Pd non supererà Fratelli d’Italia come primo partito; e mi pare che sia lontanissimo dall’obiettivo. La Schlein, per citare Fedez, continua a non attecchire. E la maggioranza, pur senza fare granché, sembra non conoscere l’erosione subìta da tutti i governi precedenti.

 

Berlusconi vinse le elezioni tre volte. La prima volta crollò dopo sei mesi. La seconda dopo tre anni già cominciava a perdere rovinosamente le elezioni amministrative. La terza volta dopo tre anni cadde. La Meloni finora non sta vivendo un analogo logorio. Forse perché manca un’alternativa. In passato c’erano altre prospettive possibili: un leader cattolico come Prodi; un governo di larghe intese ben visto dall’Europa. Oggi non si vede né una cosa né l’altra.

paolo gentiloni elly schlein

 

Ps. Per mesi si è parlato del voto nelle Marche — regione bellissima ma non esattamente al centro del dibattito politico — come di quello decisivo. Che la metà degli elettori non si siano comunque sentiti coinvolti nella scelta del loro presidente è un segnale di quanto la politica sia scaduta, e di quanto sia ampia la forbice tra i cittadini e il potere. A peggiorare le cose, il voto per le regionali è stato frazionato in maniera abbastanza ridicola .