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Davide Carlucci per "la Repubblica - Edizione Roma"
Normali incontri politici, in totale buona fede. Così Gianni Alemanno, sentito come persona informata dei fatti dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha giustificato i suoi contatti con Giulio Lampada, il boss della ândrangheta arrestato il primo dicembre nell´inchiesta sulle infiltrazioni nel mondo della politica, dell´economia e della magistratura del clan Valle.
Alemanno è stato convocato nei giorni scorsi per aiutare i magistrati a ricostruire la mappa delle relazioni politiche instaurate in questi anni dal faccendiere calabrese che ha costruito il suo impero a Milano investendo nei videopoker e da qui ha avviato rapporti con esponenti locali e nazionali del Pdl. Il sindaco di Roma, che non è indagato, è citato più volte nell´ordinanza d´arresto firmato dal gip Giuseppe Gennari. Il tramite fra Alemanno e Lampada è Franco Morelli, consigliere regionale calabrese e tra i fondatori di Area, la rivista di destra sociale che fa capo proprio ad Alemanno.
Lampada, che da tempo frequenta Morelli - un suo zio era nello staff del politico - riesce grazie a lui a trovarsi a tu per tu con l´allora ministro delle Politiche agricole nel corso di un incontro al Cafè de Paris, il rinomato locale di via Veneto sequestrato nel 2009 perché considerato nella disponibilità della cosca Alvaro.
Il particolare dell´incontro emerge dall´ascolto di una conversazione telefonica del 3 aprile 2008 in cui Lampada parla con Vincenzo Giglio, il medico e cugino omonimo del magistrato calabrese arrestato nel blitz. «Tu immagina - racconta Lampada - il ministro con il microfono in mano, seguimi, âringrazio il gruppo Lampada, noto industriale calabrese a Milano, e il dottore Vincenzo Giglio´, noi in un angolino che gli alzavamo la mano tipo âcia´, cià , cià ».
Alemanno, che è stato sentito dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, non era perfettamente a conoscenza di chi fosse davvero Lampada. Ma per il gip Gennari «questa vicenda è la dimostrazione delle potenzialità che è in grado di produrre la strategia di Lampada. Attraverso il meccanismo delle conoscenze concatenate (...) possono arrivare agevolmente ai vertici politici ed entrare in contatto con personaggi di rilievo governativo e nazionale. Che Alemanno - così com´è - non avesse idea alcuna di chi fossero in realtà i Lampada - osserva ancora il giudice - conta poco o nulla. Quello che conta è che il gruppo mafioso riesca ad accedere a determinate relazioni personali di favori alla quale mai avrebbe potuto avvicinarsi se non beneficiando della rete di compiacenze mafiose».
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