alessia rotta renzi

IL DISCO ROTTA DEL RENZISMO - CHI È, CHI NON È, CHI SI CREDE DI ESSERE ALESSIA ROTTA: "È STATA FATTA RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE PD PERCHÉ IN CASO DI NAUFRAGIO SI DÀ LA COLPA A LEI O PERCHÉ È PERFETTA PER COMUNICARE IL MIX DI ARROGANZA E APPROSSIMAZIONE CHE È DIVENTATO IL PD?"

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Daniela Ranieri per il “Fatto Quotidiano”

 

Sabato sera a Otto e Mezzo si è capito cosa intendeva Renzi quando disse che il Pd deve emulare le tecniche di comunicazione dell'Isis: dopo i video di propaganda e il proselitismo sui social, mancavano solo i kamikaze, gente disposta a tutto pur di diffondere terrore e punire gli infedeli.

 

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La prescelta è stata tale Alessia Rotta, che figura nell' organigramma renziano come "Responsabile Comunicazione Pd", il che spiega molte cose. Il tema della puntata è "Renzi come Craxi?", in studio c' è Bobo Craxi e in collegamento il sociologo Marco Revelli, autore di un libro sul populismo di governo. Alessia Rotta è incontenibile. La sola idea di avvicinare la figura di Matteo a quella di Bettino la indigna e le disegna sul volto il sarcasmo dei mistici.

 

RENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHIRENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHI

Caricata a pallettoni, aspetta solo di zittire con una raffica di hashtag il figlio di Craxi e per metonimia la prima Repubblica tutta, poi di stendere Revelli, rappresentante della casta dei professoroni, con una scheggia di storytelling, un gancio da classedem, una lezione in 140 caratteri.
 

Quando Craxi ascrive a Renzi una modalità dispotica di governare, Rotta sgrana gli occhi, si agita, dispiega una mitraglia di faccette che Barbara D' Urso se le sogna; poi, riavuta la parola, con un uno-due alla Bobbio seppellisce la questione: "No assolutamente. Matteo Renzi è il presidio ai populismi", che forse era la risposta alla domanda, non fatta, sul tema del libro di Revelli.
 

RENZI FACEBOOKRENZI FACEBOOK

Pazienza. Revelli, a domanda di Gruber, spiega che Craxi aveva una statura politica che Renzi non ha. Rotta non crede ai suoi orecchi. Siccome è democratica, non può far chiudere la trasmissione, ma l' enormità la sconvolge.
 

Prende appunti. Ride. Quando Revelli dice che Craxi si alleò con la finanza come Renzi con le lobby dei petrolieri, Rotta non si controlla più, si sbraccia, fa no con la testa come negli anni d' oro delle Prestigiacomo e Ravetto, si atteggia a docente davanti a un esaminando scarso: "Non ci siamo". Un brivido quando Bobo segnala la pericolosa tendenza del governo Renzi di andare avanti a fiducie. Rotta questa un po' se l' aspettava.

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Reagisce: "Eh, perché? Perché? Perché?" (sottinteso: perché andiamo avanti a fiducie, ndr). Vai, Alessia. Sferra una risposta al vetriolo, rapida e micidiale come quelle del tuo conducator . "Perché il Paese ha fretta!", spara la responsabile della comunicazione (comunicazione poi rinvenuta esanime sotto il tavolo). Un gelo di morte scende in studio. Craxi raccoglie le forze e boccheggia: "Ma che vuol dire? Questa non è una risposta politica…".

 

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Revelli ansima: "Non c' entra l' urgenza, c' entrano le procedure e le garanzie…". Rotta corruccia la fronte, fa smorfie, ficca frasi da replicante renziano: "Abbiamo uno zaino pieno di zavorra", "Abbiamo ripreso Pompei", "Non vogliamo che questo paese goda degli antichi fasti", "Non vedo nessuna deriva". Insomma, sapevamo che Renzi odiava i talk-show, ma non fino a questo punto.

 

Chissà se questa è stata fatta responsabile della comunicazione perché in caso di naufragio si dà la colpa a lei (come nominare capitano del Titanic il mozzo che vide l' iceberg), o perché è perfetta per comunicare il mix di arroganza, analfabetismo e approssimazione che è diventato il Pd.

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