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ALL’AGENZIA PER LA CYBERSECURITY “ASSUNTI SENZA CONCORSO 2 SU 3” - L’ENTE CHE INTERVIENE IN CASO DI ATTACCHI INFORMATICI E' NELL'OCCHIO DEL CICLONE - DAL PRIMO MAGGIO I LAVORATORI SONO IN STATO DI AGITAZIONE PER PROTESTARE CONTRO LA “SCARSA TRASPARENZA SUL RECLUTAMENTO”: "POCHI CONCORSI, TROPPI ENTRANO PER MOTIVI POLITICI" (C’E’ L’EX ASSESSORE DI PADOVA VICINA A FDI, LA MOGLIE DEL SENATORE MELONIANO ANDREA DE PRIAMO E LA EX COLLABORATRICE DI MANTOVANO) – SENZA CONTARE I RICCHI PREMI E L’INCREMENTO DI STIPENDIO PER I MANAGER - IL DIRETTORE DELL’AGENZIA, IL PREFETTO BRUNO FRATTASI, CHE FU SCELTO DA MELONI, IN PARTICOLARE DAL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO, RESISTE (ALMENO PER IL MOMENTO)
CYBERSECURITY NELLA BUFERA:’TROPPI ENTRANO PER MOTIVI POLITICI’- I RICCHI PREMI PER I MANAGER
Giuliano Foschini per "la Repubblica" - Estratti
BRUNO FRATTASI CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D ITALIA ALLA CONVENTION DI PESCARA - APRILE 2024
Scenario: un’infrastruttura cruciale del paese, per esempio un ospedale, è sotto attacco hacker. I terminali sono inaccessibili, la rete sta per crollare. Da Roma le operatrici e gli operatori del Csirt, la centrale operativa dell’Agenzia per la cybersecurity, vengono chiamati per fare quello che più volte hanno già fatto in questi mesi: e cioè intervenire su quei server, salvare un pezzo del Paese.
Questa volta potrebbero però non rispondere. Perché in protesta sindacale con quello che doveva essere il fiore all’occhiello dell’amministrazione pubblica italiana e che, invece, denunciano i lavoratori che dal primo maggio sono in stato di agitazione, ha preso subito i vizi della peggiore amministrazione pubblica: «Scarsa trasparenza nei processi di reclutamento del personale e progressione di carriera del personale», «modalità di ingresso e selezione da altre amministrazioni né pubblico né chiaro». A finire, come ha raccontato Repubblica , nel mirino del Cisa-Sibc-Acn, il primo sindacato che si è creato all’interno dell’Agenzia, «il ricorso massiccio di comandi delle altre amministrazioni», dice il segretario Valerio Marone.
Troppi pochi i concorsi, dicono. E troppe persone arrivate, senza esperienza necessaria per un ruolo così delicato, da altre amministrazioni dello Stato. Acn è infatti un posto che fa gola: il contratto è lo stesso di Banca d’Italia — seppur proprio i sindacati denunciano da tempo che non tutti gli istituti sono stati mutuati — e soprattutto c’è un altissimo numero di dirigenti con stipendi assai importanti. Qualche numero: a oggi Acn ha 363 persone in servizio, di cui 288 a tempo indeterminato. La metà sono le 140 che hanno fondato l’Agenzia arrivando per lo più da altri enti. Il nucleo maggiore è arrivato dai Servizi. E poi tanti anche i militari. «Solo 123 quelli assunti con il concorso», dice il sindacato. Che segnala anche il punto dei ruoli.
Al 31 gennaio del 2024, quando in pianta organica c’erano 309 persone, 212 erano inquadrati come «manager e alta professionalità» mentre gli operativi erano soltanto gli altri 97. C’è poi il tema di chi sono le persone arrivate in Agenzia sui quali in questi mesi si sono sollevate diverse polemiche.
Qualche esempio: l’ex assessore di Padova, Marina Buffoni, vicina a FdI, Alessandra Ruggiero, moglie del senatore di Fdi Andrea de Priamo, o Eliana Pezzuto, già tra le più strette collaboratrici del sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano.
Di contro da Acn hanno risposto rivendicando sempre la massima trasparenza e spiegando che i comandi, soprattutto nella fase della start up dell’Agenzia, sono stati inevitabili perché appunto c’era da creare la base su cui lavorare.
alfredo mantovano foto mezzelani gmt 009
Non a caso oltre che dal Dis, tanto sono i militari arrivati dalle varie forze armate. «E ci sono — spiegano a Repubblica fonti dell’Agenzia — a fronte di soltanto 36 persone in comando non a tempo indeterminato concorsi banditi per più di 150 persone ».
(…) E ancora: di alcune settimane fa la notizia di un incremento ulteriore di stipendio (che può arrivare fino al 7 per cento) che si sono riconosciuti i manager attraverso l’ «indennità di funzione ampliata».
Ma al di là del merito della questione, tutto questo certamente sta mettendo in difficoltà il direttore dell’Agenzia, il prefetto Bruno Frattasi, che fu scelto da Giorgia Meloni (e in particolare dal sottosegretario Mantovano) per prendere il posto di un maxi esperto di cyber, qual è Roberto Baldoni, e che da tempo non ha però soltanto supporters all’interno della maggioranza:
prima la vicenda Equalize (anche se è stato provato che nessun server è stato bucato), poi la vicenda dei numeri di telefono delle massime cariche dello stato finiti in siti privati online (cosa, in realtà, successa anche in altri paesi), ora le polemiche sindacali, sono stati tutti elementi che hanno indebolito una gestione che viene accusata da destra di essere poco operativa. In questi mesi si sono fatti i nomi di diversi possibili successori. Ma Frattasi resiste. Almeno per il momento.
alfredo mantovano al copasir - foto lapresse
L’AGENZIA CYBER È IL BENGODI RICCHI PREMI PER I MANAGER
Vincenzo Bisbiglia per "il Fatto Quotidiano" - Estratti
Un premio produzione una tantum per i manager dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. E poi una maggiorazione del 7% dell’indennità annua di funzione, per stipendi che nel corso dei 12 mesi superano anche i 300 mila euro. In totale, almeno 1 milione di euro in più trovati nel bilancio, pagati in unica soluzione insieme alle buste paga tra i mesi di marzo e aprile.
È stato un bel 1° maggio per i dirigenti dell’agenzia governativa dopo settimane a dir poco complesse. A sconquassare l’ambiente, infatti, ci aveva pensato lo scoop del Fatto dell’8 aprile scorso sui numeri di cellulare di alcune tra le più alte cariche dello Stato – da Mattarella in giù – pubblicati online, con relative segnalazioni inascoltate da parte dell’organismo guidato da Bruno Frattasi.
bruno frattasi prefetto di roma foto di bacco
Ultima vicissitudine, tra l’altro, dopo mesi di polemiche per le infornate di dirigenti apicali, le assunzioni d’oro riservate a parenti e amici e, di pochi giorni fa, lo stato d’agitazione proclamato dal sindacato Sibc-Acn, cui aderiscono gran parte dei lavoratori del Csirt, Computer Security Incident Response Team, gli “smanettoni” che garantiscono la sicurezza e la resilienza delle strutture. A fronte di questo mare in tempesta, i vertici dell’Agenzia di cyberiscurezza hanno scelto di procedere comunque alla premiazione a una gran parte degli oltre 170 dipendenti di ruolo presso la cosiddetta “area manageriale e alta professionalità”.
A marzo è stata riconosciuta la “maggiorazione indennità di funzione 2024” e tiene conto sia delle posizioni manageriali sia degli incarichi professionali. Al capo servizio, il cui stipendio medio annuo è di circa 250 mila euro, è stata destinata ad esempio una maggiorazione del 7%. In alcuni casi in busta paga sono arrivati anche più di 10 mila euro. Leggermente meno è toccato ai vicecapo servizio, che comunque hanno portato a casa un buon 6% del compenso annuo. Ai responsabili delle strutture di missione e ai capi dei team ispettivi tocca il 5%, mentre per chi ha un incarico di staff la percentuale va dall’1 al 3% ma, “in casi eccezionali” può raggiungere anche il 4 o il 5%.
bruno frattasi gennaro sangiuliano ruth dureghello foto di bacco
“I fattori che concorrono alla valutazione di rilevanza/complessità dell’incarico riguardano l’autonomia decisionale, la responsabilità di risultato, l’impatto interno/la proiezione esterna nonché l’esposizione a rischi legali”, sottolinea una nota interna dell’Agenzia.
Dal 2 al 4% del compenso annuale è destinato invece a chi ricopre un “incarico stabile e continuativo in Comitato/task-force formalmente costituito in ambito nazionale o internazionale”. Infine ci sono i capi divisione: per quelli di maggiore complessità il 4% (3% ai loro vice) per quelli semplici il 3% (2% per i vice).
Ad aprile invece è arrivato un altro regalo: il premio produzione, che ha reso felici manager che già prendono una indennità di presenza in base ai giorni lavorati.
(…) Il doppio premio ha accontentato (quasi) tutti, ma che ha creato grossi problemi con i sindacati. A fronte di tali premialità, infatti, il personale del Csirt Italia lamenta – scrive il sindacato Sibc-Acn in un comunicato del 1° maggio – la richiesta di “coprire complessivamente 42 turni settimanali, con un impegno che supera sistematicamente le 37,5 ore previste dal contratto e comporta, per ciascun operatore, una presenza significativa nei turni del fine settimana (sabato e domenica)”.
Al momento, prosegue il sindacato, il ritardo nella firma dell’accordo in materia di welfare aziendale “ha comportato la perdita dei benefici per l’intero anno 2024, senza che siano state concesse adeguate forme di compensazione”. Tradotto: premi produzione solo ai manager, non alla “base”. Premialità e soddisfazione economica, in Acn, viaggiano dunque su due binari ben distinti.
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