ALMA-SSACRO - LA MOGLIE DI ABLYAZOV AI DOMICILIARI A CASA DEI NONNI (E’ SOLO SOTTO INCHIESTA PER PASSAPORTO FALSO)

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Cinzia Sasso per "la Repubblica"

Alma Shalabayeva, la moglie dell'ex banchiere kazako Mukhtar Ablyazov «sta bene e - dice Vincenzo Cerulli, uno degli avvocati che la assistono - non ha subito matrattamenti». Lei e la figlia di sei anni si trovano ad Almaty e vivono nella casa dei nonni, «agli arresti domiciliari», dice il legale al TgCom.

Ma il governo di Astana smentisce e precisa che la donna ha solo l'obbligo di residenza perché è sotto inchiesta da parte delle autorità del suo Paese, accusata di avere pagato tangenti in cambio del passaporto per sé e per i familiari (quattro figli, tre residenti lontano dal Kazakhstan), e che è reale il pericolo di fuga.

L'atto di accusa le è stato notificato in aeroporto, la stessa sera del 31 maggio, quando, imboccate dai Servizi segreti, aiutate nella realizzazione dalla polizia italiana, le autorità kazake sono riuscite a riportare a casa la donna che si era rifugiata a Roma, in fuga dalla vendetta del presidente del Kazakhstan contro il marito.

Ma le voci che si affollano intorno al caso di Alma sono infinite. Il dissidente Ablyazov è un uomo molto ricco, segue la deportazione della moglie e della figlia più piccola molto da vicino. Intorno al caso si muove una selva di avvocati e di portavoce: dal legale franco-canadese che aveva seguito la vicenda dal punto di vista dei diritti umani quando il dissidente era stato incarcerato e torturato, ad un prestigioso studio svizzero, fino a due diversi studi di penalisti romani.

Così, se l'avvocato Cerulli assolve il governo italiano («Si è mosso subito con il governo kazako per il bene della signora e per questo siamo tranquilli»), un altro legale, Riccardo Oliva, dice di non avere notizie dirette di Alma Shalabayeva da quel giorno di fine maggio, quando ha potuto incontrarla a Ponte Galeria durante l'udienza per l'espulsione e di essere quindi molto preoccupato.

Ora bisognerà decidere le prossime mosse. Tutti ritengono che le possibilità che il Kazakhstan consenta alla donna di tornare in Italia sono quasi nulle, dunque si stanno valutando le strategie da adottare. Da quelle che passeranno dai canali diplomatici a quelle mediatiche con l'obiettivo di coinvolgere l'opinione pubblica mondiale e di trasformare il trasferimento coatto di Alma in un caso di diritti umani violati che non può essere tollerato.

Perché se Astana precisa che alla donna sono garantiti «tutti i diritti e le libertà», che è il marito ad essere «un ricercato internazionale in fuga dalla giustizia di diversi Paesi» e che la signora non verrà perseguita per i reati contestati al consorte, è chiaro che quello che è accaduto l'ha trasformata in un ostaggio nelle mani delle autorità kazake.

 

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