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LE AMBIZIONI SBAGLIATE DI SCHLEIN! LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY, CHE COME DAGO DIXIT, GIA' SI IMMAGINA PREMIER (E POI SI RISVEGLIA SUDATA!). E AL NAZARENO C'E' CHI FA GIA’ IL TOTOMINISTRI - LE MOSSE SU REFERENDUM E REGIONALI E IL CONGRESSO CON LA MINORANZA DEM FRANTUMATA - RONCONE: "IL PIANO DELLA LEADER DEM TRA I DEM SI 'GIOCA' A DISTRIBUIRE INCARICHI. LA FARNESINA POTREBBE ESSERE LA REGGIA DA OFFRIRE A GIUSEPPE CONTE PERCHÉ QUANDO SARÀ IL MOMENTO, I GRILLINI BISOGNERÀ FARLI STARE BUONI CON QUALCHE BELLA POLTRONA…" - DAGOREPORT
Fabrizio Roncone per corriere.it - Estratti
Spifferi dem.
Ma no? «Ma sì!».
Giuramelo. «Te lo giuro: al Nazareno è già partito il totoministri».
La notizia, naturalmente, non è questa (però è di grande sfizio: e, tra qualche capoverso, ci torniamo). La notizia è che Elly Schlein, la segretaria del Pd, è sempre più convinta di poter vincere le prossime elezioni politiche e andarsi così a sedere sulla poltrona di Giorgia Meloni.
S’immagina premier. E non è, raccontano, un sogno. Ha un piano preciso.
Dettagli. Intanto, c’è da dire che lei è molto cambiata (cresciuta? okay, sì: politicamente è cresciuta), quindi niente più sorriso fisso, niente supercazzole imparate a memoria (fu utile la severa lezione di Lilli Gruber che, in diretta, su La7, la strapazzò: «Chi la capisce se parla così?»):
magi conte bonelli schlein fratoianni
Elly, adesso, è più disinvolta, empatica, più solida e credibile, probabilmente proprio più dentro un ruolo che richiede enorme carisma (c’è da lavorarci ancora parecchio) e mestiere (qui, invece, comincia ad esserci).
(...)
(...) il governo è in seria difficoltà, Meloni isolata sulla scena internazionale, Tajani furibondo perché invece lui con i Volenterosi (Macron, Starmer, Merz, Tusk) vorrebbe sedersi stabilmente, Marina Berlusconi molto critica con Trump, Salvini sempre più ostile verso FdI, il camerata Vannacci addirittura arruolato con i gradi di vicesegretario e lasciamo stare pure gli ultimi dissensi scoppiati in Friuli-Venezia Giulia, perché tanto i casini veri, Giorgia e i suoi, ce l’hanno laggiù, a Palazzo Chigi.
Elly osserva il portone d’ingresso da lontano. Il piano per varcarlo ha un primo step: il referendum sul Jobs act. Ragionamento: probabilmente non raggiungeremo il quorum, ma forse riusciamo a portare al voto 12 milioni di persone.
Il che, potenzialmente, significherebbe avere la stessa base elettorale con cui il centrodestra vinse le elezioni politiche del 2022. Lo schema immaginato tiene dentro: Pd, 5 Stelle, Avs. Poi: lasciando libero Carlo Calenda di fare quel che vuole (Elly non intende inseguirne le bizze), +Europa e Italia viva di Matteo Renzi (piccolo inciso su Renzi: sta facendo campagna elettorale per difendere la sua legge, ma con il progetto di racimolare tra un milione e un milione e mezzo di voti, che poi gli consentiranno di andare al Nazareno e dire, più o meno, così: sposto voti al centro, il vostro leader di centro perciò sono io e non certo Sala, o Ruffini).
conte fratoianni bonelli schlein
Ora immaginatevi due uomini seduti davanti a una calcolatrice: Flavio Alivernini, il portavoce-consigliere della segretaria, e Igor Taruffi, il capo dell’organizzazione dem. A quanto potrebbe stare questa coalizione di centrosinistra? La forbice è tra il 44% e il 47%. Deduzione: c’è partita. Anzi: potremmo vincerla.
Seconda bandierina sulla road map : le Regionali in autunno. Elly pensa di trionfare in Toscana (vabbè), in Puglia (da Bruxelles torna Antonio Decaro, «Ricco e spietato come il Conte di Montecristo», cit) e in Campania (qualcosa con i grillini, alla fine, s’accrocca). Data per certa la sconfitta in Veneto, c’è grande entusiasmo per la sfida nelle Marche: il governatore uscente, Francesco Aquaroli, intimo della Meloni, in una recente governance poll del Sole 24 Ore è ultimo nella classifica di gradimento degli amministratori;
e Matteo Ricci, secondo numerosi osservatori, può batterlo nella battaglia che, per Elly, diventa fondamentale. Perché, con un 4 a 1, potrebbe togliersi il capriccio di dire ai suoi: c’è qualcuno che desidera ancora un congresso? Ma il rischio è che le dicano: anche no, grazie.
È un dato di fatto che le scintille invernali della minoranza interna non hanno acceso micce. Le correnti catto-riformiste, se non domate, paiono rassegnate (per ora).
Competitor possibili? Dicevano Gori. Poi è girata la voce della Picierno. Ma mi sa che abbiamo perso tempo. La verità è che, contro ogni scaramanzia, molti dem si divertono a giocare al totoministri.
Tipo? A Bonaccini andrebbe bene una roba come le Imprese (senza Made in Italy, ovvio). Braga all’Ambiente? Boccia, minimo, i Rapporti con il Parlamento. Orlando all’Interno (nella collezione privata, è l’unico dicastero che gli manca). Poi ministeri anche per Furfaro e Provenzano. Ecco: Provenzano si aspetta gli Esteri.
Però.
C’è un però.
Il palazzo della Farnesina potrebbe infatti essere la reggia da offrire a Giuseppe Conte. Perché di una cosa sono sicuri al Nazareno: quando sarà il momento, i grillini bisognerà farli stare buoni con qualche bella poltrona (per conferme, chiedere a Giggino Di Maio).
conte renzi schlein
ELLY SCHLEIN CONTE
IL CAMPO LARGO VISTO DA ALTAN
conte fratoianni bonelli schlein magi
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
elly schlein giuseppe conte genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
LANDINI SCHLEIN CONTE BINDI BOSCHI CAMPO LARGHISSIMO REFERENDUM ANTI-AUTONOMIA
IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
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