DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
Da Daily Beast.com
Dal graffito neo-nazista a Berkeley all’interrogatorio di una studentessa ebrea alla UCLA (qualificata ma della quale si temevano le affiliazioni) l’antisemitismo è in crescita negli istituti liberali ritenuti i bastioni della correttezza politica. E’ spaventoso che questi episodi non siano isolati, si tratta di sospetti e ostilità presenti in molti campus progressisti del paese.
Il 54% degli studenti ebrei del college riporta di aver subito atti di anti-semitismo o di esserne stato testimone, secondo la ricerca del 2014 pubblicata dal “Center for Human Rights Under Law” e“Trinity College”. Pubblicata prima che ricominciasse il violento conflitto a Gaza che ha ravvivato il fuoco antisemita. Quando gli studenti hanno denunciato i disagi alle amministrazioni delle facoltà, le università non l’hanno presa seriamente. Sembrano non considerare l’antisemitismo un crimine.
Nelle scuole in cui gli studenti cercano di proteggere i diritti etnici e delle minoranze razziali, i discorsi di odio contro la comunità ebraica sono diventati un problema pernicioso. Si trovano ancora slogan antisemiti scritti nei bagni, svastiche sulle porte e nei dormitori. Durante il conflitto a Gaza, la scorsa estate, sono apparse sul muro del campus di Berkeley le scritte “Morte a Israele” e “Uccidiamo tutti gli ebrei”. A marzo è comparso un altro murale nella sala d’attesa, che recitava “I sionisti dovrebbero essere mandati nelle camere a gas”.
svastiche nei campus americani
Ori Herschmann, a capo del direttivo studentesco, ha proposto una commissione che si occupi della questione specifica. Misura approvata, sulla scia della UCLA.
Dan Mogoluf, assistente vice cancelliere presso lo “Office of Communications and Public Affairs”, liquida la questione dicendo che l’ultimo graffito è apparso fuori dal perimetro del campus.
Eppure si tratta di qualche passo più in là, peraltro in un quartiere esclusivamente studentesco. Mogoluf dice anche che l’ultima svastica è apparsa durante le proteste di Ferguson, diretta più ai poliziotti che agli ebrei, e aggiunge che gli studenti farebbero qualsiasi cosa pur di danneggiare un gruppo rivale.
Se necessario, anche usare la retorica del pregiudizio. Conclude: «La cosa che mi disturba è che anche i musulmani di Berkeley devono affrontare quotidianamente la discriminazione, tra minacce e sputi. Deduco che quelli non vi interessano?».
Fatto sta che, nonostante i molteplici incidenti, finora non è stato trovato nessun colpevole.
Il recente murale “I sionisti dovrebbero essere mandati nelle camere a gas” mostra come le proteste contro il governo di Israele si riversino contro tutta la comunità ebraica. Non si fa più distinzione fra un israeliano e un ebreo. Se si vuole dibattere su Israele, non c’è bisogno di prendersela con l’ebraismo intero.
Alla “UC Davis”, la tradizionale confraternita ebrea ha trovato svastiche sul suo edificio, così come è accaduto alla “Vanderbilt University”, che le ha trovate anche in cantina. Stessa cosa è accaduta alla “University of Oregon”, che le ha trovate sulla cassetta delle lettere, e alla “Emory University”. Gli incidenti aumentano e sono quasi sempre legati alle attività anti-israeliane.
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