DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Mattia Feltri per la Stampa
alessandro di battista virginia raggi
«Questo Marra ma chi lo conosceva prima di qualche mese fa?», ha detto Alessandro Di Battista in un video su Facebook. In effetti. E nessuno conosceva Paola Muraro o Salvatore Romeo o Daniele Frongia o Massimo Colomban né gli altri personaggi da Albero degli zoccoli , attori non professionisti di una spettacolare saga degli ignoti di fama. Gente di cui - ha ragione Di Battista - prima di questa curiosa consiliatura, che conduce su terre inesplorate una città che pensava di averle viste tutte, non si era mai sentito il nome, e ancora oggi si fatica a identificarla col supporto di foto segnaletiche.
Per esempio qualche tempo fa un sito locale si era avventurato in un ritratto di Romeo, e Frongia, coinvolto nel racconto, aveva mandato due righe per precisare, fra l' altro, che contrariamente a quanto scritto Romeo non è sposato. E il direttore del sito rispondeva: è vero, chiediamo scusa, però è fidanzato. È molto difficile per i cronisti, figuriamoci per i lettori, tenere a mente che Romeo ha 51 anni, era un funzionario del Comune ed è diventato capo della segretaria del sindaco per meriti da decifrare, se non si è letto il curriculum, dove Romeo esibisce laurea e master e certifica di essere uno studioso del mercato borsistico italiano e internazionale, e un esperto di paracadutismo e attività marinare da diporto. Poi, appunto, è fidanzato, e ha spuntato uno scatto di carriera e di stipendio (triplicato) secondo procedure innovative ma non del tutto legittime. «Ci sono stati errori, era agosto, c' era caldo», si scusò Romeo.
DANIELE FRONGIA VIRGINIA RAGGI
Romeo è molto amico di Raffaele Marra, l' ex vicecapo di gabinetto di Virginia Raggi arrestato con l' accusa di corruzione. Marra e Romeo hanno fornito a Daniele Frongia (ex vicesindaco) il materiale per E io pago , libro edito da Chiarelettere che in campagna elettorale Raggi ha indicato come suo testo di riferimento. È inutile: è come tornare sempre al punto di partenza.
Non è un mondo, è un piccolo intranet di affetti che sventola le sue bandiere in cima al Campidoglio intanto che i giornalisti cercano di tenere assieme minuzie biografiche e fragorosi colpi di scena, come quello di Catello Marra, fratello di Salvatore, che vive a Malta dove alle cerimonie governative indossa abiti da ammiraglio, o qualcosa del genere, e gestisce interessi imprenditoriali vasti e non riassumibili (intanto che il terzo dei fratelli, Renato, è stato promosso alla direzione del Turismo con atto approvato dal primo dei fratelli, Raffaele).
Arrivati a questo punto tocca proporre una modifica a Di Battista. Non «questo Marra chi lo conosceva?», ma «questi Marra», tutti e tre. E quanto a Marra, il numero uno, Raffaele, abbiamo imparato che arrivò al ministero dell' Agricoltura di Gianni Alemanno su suggerimento del vescovo di Ascoli, Giovanni D' Ercole, a cui lo raccomandò (nell' accezione cristiana del verbo) «un sacerdote a me molto caro», e poi passò da Alemanno a Renata Polverini in Regione, e infine a Raggi seguendo affascinanti percorsi ad arabesco, con tappe che ormai trascuravano gli alti prelati per fissarsi su obiettivi meno spirituali: i palazzinari romani nella persona di Sergio Scarpellini, da cui Marra ha ottenuto casa con sconto ai Parioli, e negli anni passati definito dai cinque stelle «grande evasore» e beneficiario di «emendamenti porcata» del Pd. Ma questo Marra chi lo conosceva?
Non si conosceva neanche Paola Muraro di cui le agenzie si sono occupate per la prima volta il 17 giugno, quando Raggi l' ha nominata assessore all' Ambiente. Muraro portò con sé un curriculum di nove pagine comprensivo di laurea in Scienze agrarie fino a un seminario alla Pollution Padova ma, siccome le vie della celebrità sono mefistofeliche, tutti sappiamo di lei perché (ci sono i video su Youtube) si apposta con Raggi dietro ai cassonetti per cogliere sul fatto i nemici delle differenziata, e talvolta fa prendere un colpo alle vecchiette. Poi è arrivato anche l' avviso di garanzia (succede) ma Muraro chi la conosceva?
Bè, uno c' è: è Manlio Cerroni, per le cui aziende Muraro aveva offerto consulenza retribuita. E anche qui niente male, succede, se non fosse che Manlio e Cerroni sono «il nome e il cognome del problema dei rifiuti a Roma», come disse in campagna elettorale Virginia Raggi.
Di nuovo: tutti ignoti ma il cerchio si chiude sempre. E noi qui a fremere per la nomina durata due giorni ad assessore al Bilancio di Raffaele De Dominicis, magistrato scelto dal Movimento e poi dal Movimento dichiarato privo dei requisiti giuridici, o per l' ipotesi di promozione a vicesindaco di Massimo Colomban, imprenditore edile di Treviso, almeno degno - nell' ottica della celebrità - di una pagina su Wikipedia. E per tutti questi varrebbe la protesta di Di Battista: ma chi li conosceva? Nessuno, e dovrebbe essere un bene per il Movimento di Beppe Grillo, che è il sentiero verso le sommità degli ultimi e degli inesperti (per non dire incompetenti, che è brutto). Nessuno li conosceva, e il problema certe volte è farsi riconoscere.
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