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MIGRANTI MA TANTI TANTI - ANGELA MERKEL BACCHETTA IL GOVERNO AUSTRIACO: “SE IL BRENNERO CHIUDE, L’EUROPA E’ DISTRUTTA. PER TROVARE UNA SOLUZIONE SERVIRÀ PIÙ TEMPO DI QUELLO CHE PENSIAMO” - LA CANCELLIERA APPOGGIA IL PIANO ITALIANO SUGLI AIUTI NEI PAESI AFRICANI

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Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

merkel schaeuble germania merkel schaeuble germania

Angela Merkel ha ribadito - nel modo più forte sinora - che Berlino non si ritirerà dalla crisi dei rifugiati anche se la rotta balcanica, che l' anno scorso ha permesso a più di un milione di profughi di arrivare in Germania, ora è chiusa. E ha chiarito che la soluzione non sta nello sbarrare le frontiere interne alla Ue e all'area di Schengen. Ancora più precisa, rivolgendosi implicitamente al governo di Vienna: «Se chiudiamo il Brennero, l' Europa è distrutta», ha detto.

 

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Affermazione netta, che non lascia spazio a fraintendimenti e non sottovaluta la situazione che si è creata al confine tra Austria e Italia. La cancelliera parlava, venerdì sera, al congresso della Cdu (il suo partito) del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, una regione dell' Est tedesco. La questione dei rifugiati rimane il tema di maggiore discussione e di scontro politico, in Germania.

 

Ciò nonostante, Frau Merkel ha fatto riferimento al nuovo flusso di migranti, a coloro che non arrivano più in Grecia ma tentano di raggiungere l'Europa via Libia e Italia. Per fermarli o per limitare il numero di coloro che partono «non si può semplicemente dire: allora chiudiamo il Brennero», ha affermato. E su questo punto la posizione di Berlino è estremamente vicina a quella del governo italiano: il problema non sta nell' alzare muri dentro la Ue ma di lavorare sulle frontiere esterne.

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Con i controlli, certo, e con la lotta contro gli scafisti. Ma si tratta anche di migliorare le condizioni di vita nei Paesi di provenienza, per disincentivare le emigrazioni. È la linea del cosiddetto «Migration Compact» proposto da Renzi, che Merkel e molti altri nella Ue condividono: una serie di misure in Paesi africani sulle quali Bruxelles sta lavorando.

Non è una strada semplice e nemmeno rapida.

 

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«Dobbiamo trovare in Europa una solidarietà ragionevole - ha detto la cancelliera venerdì -. E ci vorrà più tempo di quanto pensassimo». In effetti, lavorare con i Paesi dell' Africa sub-sahariana, per non dire della Libia, non sarà semplice. E comunque i problemi di quelle zone sono così radicati che è difficile immaginare miracoli.

 

Ciò nonostante, la Ue sta preparando progetti e sviluppando contatti con i governi locali.

Il messaggio di Merkel, però, va oltre. Dice al governo dell' Austria - appena uscita da una difficile elezione per il presidente nella quale la destra radicale è arrivata a un soffio dal vincere - che la strada non è quella di lisciare il pelo alle posizioni anti-immigrati e che non si deve alzare al Brennero alcun muro finalizzato a lasciare il problema alla sola Italia.

 

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«Solidarietà ragionevole» tra europei è lavorare assieme, non creare divisioni.

Questo, però, vale anche per l' Italia, che il governo di Berlino apprezza per i salvataggi che realizza in mare ma che vorrebbe più efficiente nella gestione dei rifugiati che arrivano.