DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Luigi Bisignani per “Il Tempo”
Un leader così cinico, con uno sprezzo marcato verso tutto e tutti non c’è mai stato nel teatro della politica italiana. Né nella prima, né nella seconda Repubblica. I colpi d'ira di Fanfani, la rudezza di Craxi, il gusto per il clan di De Mita, sono davvero nulla in confronto al senso dell'onnipotenza e alla tracotanza di Matteo.
Con un azzardo politico dietro l'altro continuerà a stregare gli italiani che, seguendo il solito schema ventennale, democristiano e berlusconiano, lo voteranno entusiasti. Non lo abbatteranno neppure le Procure, a caccia ormai di tutti i suoi uomini piazzati un po' ovunque perché non troveranno mai una sua impronta, dal momento che tanto è interessato al potere quanto poco al denaro.
Sa che quando deciderà di lasciare la politica diventerà milionario, come Tony Blair, il suo idolo. E ci riuscirà tenendo conferenze in tutto il mondo e consulenze super pagate.
Con quale maggioranza riuscirà a portare avanti questo progetto ?Non lo sa ancora. Né gli interessa, convinto com’è che a vincere sarà il suo nome, Matteo Renzi, diventato un brand poderoso ben riconosciuto da tutti.
La campagna per il referendum la sta portando avanti con slogan che colpiscono l'immaginario degli italiani, capaci di sotterrare uno stuolo di costituzionalisti che continuano a sollevare dubbi incomprensibili ai più. Alla minaccia, peraltro forse reale, di una dittatura nella politica e nell'informazione, gli italiani non credono. O magari, la vogliono.
Il marchio Renzi ha annientato la minoranza Pd, incapace di trovare non solo una strada, ma anche chi possa impersonare il vuoto di una sinistra allo sbando. Così come ha distrutto il centrodestra, spaccato in mille rivoli. E pure in questo caso ha il suo jolly nel taschino: Denis Verdini, che rimane l'unico capace di mettere insieme i cocci fatti da Berlusconi e presentarsi a Renzi per fare una grande alleanza con Matteo. Un solo scenario potrebbe, oltre ad una grave crisi economica nella terza Repubblica, mandare a sbattere il brand Renzi.
Ed era quello che aveva capito bene Casaleggio, il guru di Grillo. Una alleanza forte tra la Lega e il Movimento 5 Stelle che potrebbe davvero raccogliere la protesta. Anche per questo ad un cinico come Renzi potrebbe andare a genio vedere la fatina Virginia Raggi in Campidoglio. Renzi sa bene che governare Roma è impossibile e così rottamare fra qualche mese la Raggi e i 5 Stelle diventerebbe un gioco da ragazzi. L’unico brand vincente resterebbe davvero il suo.
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