DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Enrica Ventura per “Libero quotidiano”
Il nome del presidente siriano Bashar al-Assad è legato ormai all’unico alleato non musulmano che gli rimane, Vladimir Putin. Da sempre Mosca si è opposta a interventi diretti delle potenze occidentali contro il regime di Damasco: gli interessi russi hanno finora scongiurato la spallata finale (vedi la base militare a Tartus). Proprio nelle ultime ore è tornata a circolare l’indiscrezione di un’uscita definitiva di scena di Assad per poter intervenire contro l’avanzata dello Stato islamico.
Il rais siriano verrebbe esiliato a Mosca, come parte di un accordo tra Russia e Occidente, uniti contro l’Isis che dilaga in Medioriente. A riferire l’indiscrezione è la tv satellitare all news Al Arabiya, secondo la quale dell’argomento si è trattato durante l’appena concluso G7 in Germania. Secondo la fonte, Mosca e i Paesi occidentali avrebbero trovato un’intesa nonostante le tensioni riguardanti Kiev.
Le due parti avrebbero concordato una soluzione diplomatica al conflitto in Siria, in un momento in cui oltre la metà del Paese è in mano al califfo Abu Bakr al-Baghdadi. La situazione in Siria e in Iraq è stata il tema centrale di un incontro bilaterale tra Barack Obama e il premier britannico David Cameron a margine del G7. La notizia arriva a pochi giorni da un’altra indiscrezione, riportata dal quotidiano panarabo al Asharq al Awsat, che darebbe un senso a quella dell’esilio in terra russa.
Putin si sarebbe stancato di difendere a oltranza Assad, perché il leader del Cremlino ha problemi ben più seri, come il sempre maggiore isolamento al livello internazionale, in particolare sul versante europeo. Con questa premessa Putin si vuole liberare di Assad, ma di scaricarlo non ci pensa, perché sarebbe l’ammissione di un fallimento: ecco quindi l’altra opzione, cioè fare in modo che Assad esca di scena da solo.
L ESECUZIONE DI UN FEDELE DI ASSAD DA PARTE DI RIBELLI SIRIANI
Tolto di mezzo Assad, Putin potrebbe così dedicarsi a intensificare le relazioni con le potenze arabe, da quella già collaudata con l’Egitto di al Sisi fino all’Arabia Saudita, ma anche Emirati Arabi e Qatar. Anche il britannico Times affronta l’argomento, riportando che Russia e Stati Uniti avrebbero da tempo cominciato a lavorare per preparare un’uscita volontaria di Assad con il coinvolgimento del Regno Unito.
ASMA ASSAD SUL SUO PROFILO FACEBOOK
Sia Washington che Mosca sarebbero concordi nel ritenere che la situazione sul terreno in Siria è arrivata a un punto di svolta, soprattutto dopo la presa di Palmira, che non si può più rimandare la discussione sul post-Assad. Per l’esilio del presidente siriano si fa il nome anche dell’Iran, ma questo solleverebbe le proteste del fronte arabo sunnita, che già vede male l’accordo sul nucleare.
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