DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Stefano Feltri per "il Fatto Quotidiano"
Dopo tante chiacchiere sulla crescita, anche al G8 del weekend, c'è l'ultimo tentativo di trovare qualcosa di concreto da annunciare ai mercati. Possibilmente al vertice informale di Bruxelles tra capi di governo di domani sera. Cosa? "Il governo tedesco resta contrario agli eurobond, ora come prima", ha detto Georg Streiter, portavoce di Angela Merkel, confermando che è di questo che si parla: mettere in comune una parte di debito pubblico, a beneficio dei Paesi mediterranei sensibili allo spread.
François Hollande, il neoeletto presidente francese, ha iniziato una pressione su Berlino per due ragioni: fermare la nuova ondata di panico, che dalla Grecia sta travolgendo la Spagna, e il 17 giugno ci sono le legislative in Francia. Il presidente socialista vuole un Parlamento che gli permetta di governare, un compromesso soddisfacente con la Germania toglierebbe parecchio consenso agli euroscettici.
"Mi sembra ovvio che i mercati non possono avere e non avranno altre quattro settimane come queste ultime, deve apparire qualche iniziativa per fermare il contagio", ha scritto nella sua newsletter Jim O'Neill, il capo degli investimenti di Goldman Sachs. Il problema è che la Germania ha un'idea diversa di cosa sarà il "qualcosa": Wolfgang Schäuble, il potente ministro delle Finanze di Berlino, sembra pronto a trattare sul tasso di inflazione del 2 per cento perseguito dalla Bce e vuole alzare i salari dei lavoratori tedeschi, riducendo la pressione competitiva sui vicini.
Ma gli eurobond proprio no. La Francia ha una carta in mano: si sta cercando un nuovo presidente dell'eurogruppo, il coordinamento dei ministri economici dell'Eurozona . Per ora c'è un solo candidato forte, Schäuble. Ma Hollande vuole usare quella poltrona come elemento del negoziato: a voi l'eurogruppo, a noi gli eurobond. Difficile che vada così, ma di certo la Germania non vuole un presidente troppo ostile : Jean-Claude Juncker, premier lussemburghese, agli ultimi giorni del suo mandato ha denunciato le "ingerenze franco-tedesche", con Parigi e Berlino che "si comportano come se fossero i soli membri del gruppo".
Oggi la Merkel è sempre più isolata, con difficoltà nella coalizione che la rendono meno sicura di qualche mese fa. Thilo Sarrazin, ex ministro delle Finanze Spd, si è attirato parecchie polemiche sostenendo in un libro in uscita che "l'eurobond è il prezzo che la Germania sta ancora pagando per la Seconda guerra mondiale e la shoah". Sembra improbabile che al vertice di domani sera arrivi un'apertura concreta se non su aspetti minori, tipo indirizzare il bilancio Ue in via prioritaria a misure che producano crescita a breve e rafforzare la Banca europea degli investimenti.
Mario Monti, travolto dalla strage di Brindisi e dal terremoto in Emilia, proverà a ottenere qualcosa di più. Con la Merkel c'è qualche tensione: il portavoce della cancelliera ha detto che per il vertice di giugno, proposto da Monti con anche Hollande, "c'è un invito ma non c'è ancora una risposta". Uno sgarbo esplicito, fatto con una dichiarazione all'Ansa, dovuto forse alle voci di una partecipazione al trilaterale anche di del premier spagnolo Mariano Rajoy.
Rajoy è nel panico: la Spagna è sul baratro di una crisi bancaria che rischia di far saltare l'euro più della Grecia. Ufficialmente non c'è alcun piano di salvataggio delle banche in discussione (basterebbe la voce a scatenare il panico), sono state smentite le indiscrezioni su un sistema europeo di garanzia dei depositi. Eppure Rajoy ha paura e, evidentemente, sta trattando con Berlino. Altrimenti non si spiegherebbe la masochistica presa di posizione di ieri: prima il rigore poi gli eurobond. Detto da uno dei Paesi che potrebbe più beneficiare del debito in comune suona strano. à chiaro che ha problemi più urgenti: evitare il collasso del sistema bancario.
ANGELA MERKELWolfgang AchtnerJUNCKERThilo SarrazinANGELA MERKEL MARIO MONTI THILO SARRAZIN ALLA PRESENTAZIONE DEL SUO LIBROMariano Rajoy
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