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Marco Mele per "Il Sole 24 Ore"
Augusto Minzolini chiede di essere reintegrato alla direzione del Tg1 dopo la sua assoluzione piena al processo sulle spese con la carta aziendale. Si apre un problema per i vertici della Rai: un altro, perché il Pdl, aprendo il "fuoco" contro l'ipotesi di un confronto a tre, che sarebbe stato ipotizzato dal direttore generale Luigi Gubitosi, mira anche a far rinviare le nomine in programma nel Consiglio di amministrazione di domani.
Consiglio nel quale saranno all'ordine del giorno le proposte del direttore generale sulle vicedirezioni di Rai1, Rai2 e Rai3 e le conferme di alcuni vicedirettori (day time mattina e pomeriggio, rubriche e approfondimenti informativi). Sul tavolo anche la bozza di contratto di servizio triennale tra la Rai e il ministero dello Sviluppo economico sulla base delle linee guida dell'Agcom: in questo caso, è stato il Pd a chiedere di non procedere alla firma per attendere gli orientamenti del nuovo esecutivo.
Il Cda avrà anche un'informativa sulla questione delle frequenze e sulla nuova proposta dell'Agcom, che dev'essere ancora approvata da Bruxelles. Tale proposta dovrebbe permettere alla Rai di superare gran parte degli attuali gravi problemi di ricezione per i canali di servizio pubblico.
I legali di Augusto Minzolini hanno inviato ieri una lettera ai vertici del servizio pubblico nella quale scrivono che «la richiesta è conseguenza automatica del dettato della legge 97 del 2001, che la Rai aveva utilizzato per rimuovere Minzolini dalla posizione di direttore del Tg1, a seguito del suo rinvio a giudizio.
La stessa legge - continuano gli avvocati di Minzolini Federico Tedeschini e Nicola Petracca - prevede, infatti, che in caso di assoluzione i provvedimenti adottati dal datore di lavoro perdano di efficacia con diritto del dipendente al ripristino della precedente situazione lavorativa».
Gli avvocati di Minzolini hanno anche sollecitato la Corte dei Conti a vigilare «sull'eventuale produzione e consolidamento di danni erariali, riservando ogni azione a tutela del proprio assistito».
Le polemiche non mancheranno. Alcuni consiglieri d'amministrazione del Pdl si sono espressi per un rinvio delle nomine (Antonio Verro, candidato Pdl, non vota), contestando la moltiplicazione delle vicedirezioni.
Sul fronte dell'editoria si è svolto, ieri, un incontro di due ore tra il presidente della Fieg, Giulio Anselmi con il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi e il neopresidente Giovanni Rossi. «à stato un incontro positivo - commenta Anselmi - nel quale non si è parlato solo di prepensionamento ma di ammortizzatori sociali.
Davanti ad una crisi così acuta editori e sindacati non possono che avere obiettivi comuni. Occorre far chiarezza, ad esempio, sul numero dei prepensionamenti». Intorno alla metà di marzo, poi, prenderà il via il tavolo per il rinnovo contrattuale dei giornalisti. «Il contratto - prosegue il presidente della Fieg - dovrà essere rivisto alla luce dei nuovi prodotti e della multimedialità ».
«à stato deciso - commenta Siddi - un monitoraggio delle diverse situazioni di crisi, finalizzato alla stabilizzazione degli istituti di protezione sociale». Il presidente della Fieg precisa: «Una cabina di regìa allo stato non è praticabile perché ogni azienda editoriale ha la propria autonomia: non si può fare i vigili urbani dei prepensionamenti tra i vari gruppi». Quando il Parlamento sarà insediato, infine, Fieg e Fnsi avanzeranno proposte per una legge di riforma del comparto.
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