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Attenzione, l'Udc è di fatto in liquidazione: Casini Pierferdinando se vuole giocarsi le (poche) chances che ha di concorrere a una delle due più alte cariche istituzionali da rinnovare subito dopo le elezioni, cioè la presidenza del Senato e la presidenza della Repubblica, deve liberarsi del peso morto del suo partito. Appesantito da scandali e scandaletti, espressione del vecchio personale democristiano non è bastato sostituire i padri con i figli e con i nipoti, è oggi solo una zavorra per il marito di Azzurra Caltagirone. Ecco i fatti:
Pierfurby aveva già ceduto a Monti sulla lista unica anche alla Camera. E' stata soltanto la durissima reazione di Cesa a impedirlo: I due, Cesa e Casini, non si sono parlati per 72 ore. Ha vinto Cesa con la minaccia, se alla Camera ci fosse stata la lista unica con la sparizione dell'Udc, di fare liste parallele con il simbolo del partito in tutta Italia e non per appoggiare Monti. La minaccia ha avuto effetto perché Cesa, in quanto segretario del partito è a norma di statuto il titolare del simbolo.
L'aria di smobilitazione è stata avvertita ai piani bassi dell'Udc ed è in atto una vera e propria fuga dei quadri dirigenti, dimissioni a raffica nelle regioni (in particolare in Puglia e in Campania), il tutto certificato dai sondaggi che danno sempre più giù il partito.
Il risultato è questo: si sono invertite le parti tra Monti e Casini. Il primo fa il politico ed alza i toni all'inverosimile contro Berlusconi perché sa che lo sbarramento del 10 per cento sta diventando un'asticella sempre più dura da saltare.
Il secondo si libera del partito utilizzando Monti, punta sui fedelissimi e si tiene le mani libere per le cariche istituzionali limitando la polemica elettorale al minimo sindacale. Non è affatto certo che il genero di Caltariccone possa sedersi sulle poltrone più alte, ma sa che il percorso per arrivarci è solo questo. E lo sta percorrendo infischiandosene del suo ex Udc.
E Pierfurby, che già ci aveva provato varie volte in passato ma poi i tempi non erano maturi, ha barattato una quindicina di fedelissimi nella lista Monti con quel che resta dell'Udc.
2. NAPOLI, 55 ESPONENTI UDC PASSANO NEL PDL: DICONO NO A MONTI
http://www.meridianamagazine.org - Colpaccio pre-elettorale di Nitto Palma in Campania. Ben 55 tra consiglieri e amministratori dell'Udc di Napoli e della provincia passano in un sol colpo nelle fila del Popolo della Libertà . Si tratta di un folto gruppo di consiglieri provinciali, assessori e sindaci dell' Udc di Napoli ha lasciato il partito per aderire al Pdl in polemica con i criteri seguiti dal partito nella composizione delle liste elettorali, ma soprattutto per dire no alla candidatura a Premier di Mario Monti e alla prosecuzione della sua agenda di tasse e tagli indiscriminati.
E' quanto si apprende da diverse agenzie relative alla conferenza stampa organizzata dal Senatore Francesco Nitto Palma, commissario regionale della Campania per il Popolo della Libertà . "Con gli ex Udc - ha dichiarato all'ANSA Nitto Palma - non si e' parlato di presenze in lista, ma la loro adesione cambia il quadro politico regionale". "L'Udc ha trascurato il territorio nelle candidature - ha detto l'assessore provinciale Langella - e l' Agenda MONTI per il Sud e' inaccettabile.
L' Udc raccoglie i voti dei moderati ed i risultati migliori li ottiene quando si allea con il Pdl, non con la sinistra". Anche grazie a questo cambio di equilibri il Popolo della Libertà , guidato da un rinato Silvio Berlusconi, si appresta a ribaltare le previsioni dei sondaggi e a recuperare sempre più consenso per le prossime elezioni politiche di febbraio.
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