boschi e boldrini a un finto funerale di toto riina

AVETE ROTTO IL CAZZO CON L'EMERGENZA FAKE NEWS - ORA ARRIVA IL 'NEW YORK TIMES': ''LE ELEZIONI ITALIANE SARANNO CONDIZIONATE DAI TROLL''. L'ULTIMO ESEMPIO? UN MEME DI BOLDRINI E BOSCHI A UN INESISTENTE FUNERALE DI RIINA. IN REALTÀ ERANO A QUELLO DI EMMANUEL NAMDI, IL NIGERIANO MORTO CHE USARONO PER LA LORO AGENDA POLITICA IN BARBA AI FATTI - LA VERA FAKE NEWS FU LA CRISI DELLO SPREAD CHE NEL 2011 FECE CADERE BERLUSCONI, GONFIATA DA TUTTO IL SISTEMA MEDIATICO ITALIANO. MA SECONDO I GIORNALONI NOI DOVREMMO TEMERE ''IOSTOCONPUTIN.INFO''

1. SE LA FOTO DI BOSCHI E BOLDRINI A UN INESISTENTE FUNERALE DI RIINA È UNA FAKE NEWS, LA CRISI DELLO SPREAD NEL 2011 COS'ERA?

 

boschi e boldrini a un finto funerale di toto riina

DAGONOTA - Che palle co' st'emergenza fake news. L'ultimo grido di scandalo nasce da una foto di Maria Elena Boschi e Laura Boldrini al funerale di Totò Riina. Naturalmente, non solo nessun rappresentante delle istituzioni era presente al funerale, ma non c'è stato manco il funerale. Secondo ''Repubblica'' la foto è diventata ''virale'', in realtà a parte qualche demente che può abboccare a una cosa del genere, molti l'hanno rilanciata per ridere della faccenda. E' stata la stessa Boschi a dargli furbescamente visibilità, rilanciandola sui suoi profili social.

 

MARIA ELENA BOSCHI PUBBLICIZZA IL FINTO MEME SUI FUNERALI DI RIINA

Ora vi poniamo una domanda semplice: sono più preoccupanti il sito ''Iostoconputin.info'' o il profilo Facebook di uno che pubblica immagini ridicole con l'intenzione di orientare il voto di poche migliaia di persone (che già odiano i politici in questione, per cui sai che orientamento), oppure un intero sistema editoriale che spaccia bufale per cambiare le sorti di un governo democraticamente eletto? No, perché questo è esattamente quello che è successo nel 2011, quando l'attacco dello spread ha ''costretto'' l'Italia a silurare Berlusconi e invocare l'intervento del pio Monti.

STRESS TEST - LIBRO DI TIMOTHY GEITHNER

 

Negli anni successivi si è poi scoperto che l'emergenza sui conti non c'era (il debito pubblico è molto peggio adesso di allora), e protagonisti autorevolissimi di quei mesi come l'ex ministro del tesoro americano Tim Geithner hanno rivelato come tutta la tarantella fosse orchestrata dai governi europei stufi di avere a che fare con lo scopatore Silvio, fiaccato nella credibilità da un anno di inchieste sul bunga-bunga. Lo ribadisce oggi anche il sociologo Luca Ricolfi, numeri alla mano (vedi sotto).

 

Per carità, niente di inedito: da sempre i governi nascono, campano e vengono abbattuti per ragioni che poco hanno a che fare con gli interessi della Nazione o dei cittadini. Cadono perché gli alleati stranieri non li appoggiano più, la finanza non si fida, gli speculatori vogliono arricchirsi, gli sfidanti hanno fatto accordi con poteri più o meno forti ecc. ecc.

 

mafia nigeriana ai funerali di emmanuel chidi 2

Riempire i giornali con lo spauracchio di Putin che scatena i suoi troll fa davvero sorridere rispetto alle mosse usate dagli stessi giornali per condizionare il consenso popolare.

 

PS: che poi, se proprio vogliamo essere dei rompipalle (e lo siamo), sapete dove fu scattata quella foto di Boschi e Boldrini? Ai funerali di Emmanuel Chidi Namdi, nigeriano ucciso a Fermo durante una rissa con Amedeo Mancini, che aveva chiamato ''scimmia africana'' la moglie mentre la coppia passeggiava per strada. Una partecipazione che fece notizia: non si era mai visto un ministro e la Presidente della Camera ai funerali di una persona morta in una rissa.

 

mafia nigeriana ai funerali di emmanuel chidi 3

Era infatti emerso che la colluttazione era partita da Namdi, che aveva divelto un palo stradale per picchiare Mancini, e che era poi finito in coma sbattendo la nuca dopo essere caduto in seguito a un pugno.

 

Mancini ha patteggiato 4 anni per omicidio preterintenzionale (il reato più lieve che la procura potesse ipotizzare), e si è impegnato a non agire contro la vedova per calunnia (aveva detto il falso durante la ricostruzione dei fatti). Namdi secondo un'informativa della polizia poteva essere vicino alla mafia nigeriana, visto che un gruppo di uomini indossò i colori tipici dei famigerati Black Axe proprio durante le esequie cui avevano partecipato la terza carica dello Stato e l'allora ministra Boschi.  

 

Emmanuel Chidi Nambdi

Insomma, in quel caso furono proprio le due prefiche a diffondere fake news, o quantomeno una ''narrazione'' che faceva comodo alle loro agende politiche, visto che usarono la morte di Namdi come un esempio di ''dilagante razzismo verso i migranti''. Vero, Mancini è razzista. Solo che le due storyteller hanno scelto la vittima sbagliata: Namdi non era un martire, ma un violento che ha reagito in maniera spropositata a una provocazione verbale, e la moglie aveva mentito alle autorità per scagionare il marito e dare tutta la colpa al fermano.

amedeo mancini

 

Ogni sabato sera in Italia c'è qualche ragazzo che finisce in ospedale o perde la vita perché si è scazzottato con qualcuno che gli aveva detto ''la tua ragazza è una mignotta'' o aveva palpato una sua amica in discoteca. Ma non ci pare di vedere la Boldrini che va di funerale in funerale a difendere la dignità delle donne o il coraggio degli uomini che difendono il loro onore. La morte di Namdi era un fatto di cronaca, che due cariche dello Stato hanno trasformato in strumento politico. Perché la post-verità è solo quella degli altri.

 

 

2. COME TI COSTRUISCO UNA BUFALA ANCHE IL NYT SUONA L' ALLARME ITALIA

Carlo Brunelli per ''la Repubblica''

 

L' Italia sotto la morsa delle fake news? Lo denuncia il Pd. Lo nega il M5S, che ribalta l' accusa sul leader Pd.

 

Lo sostiene il New York Times in un' inchiesta pubblicata ieri sul proprio sito: «Come già successo negli USA, in Francia, in Germania e per la Brexit, anche in italia la tornata elettorale potrebbe essere falsata dalla propaganda incentrata sulla disinformazione».

Il caso è riesploso dopo la diffusione incontrollata sul web di una foto fake che ritraeva Maria Elena Boschi, Laura Boldrini e altri dem tutti insieme «al funerale di Riina».

 

Funerale che, nella realtà, non si è mai tenuto. Tantomeno con i suddetti ospiti dem.

TROLL FREE ZONE

Pubblicata mercoledì scorso, nelle successive 24 ore la foto è diventata virale. La foto con Boschi era in realtà stata scattata ai funerali di Emmanuel Chidi Namdi, ucciso a Fermo in un episodio di razzismo. La sottosegretaria denuncia il falso dai suoi profili social. Il fantomatico Mario De Luise, che l' ha postata su Facebook per primo, sparisce dal social. Eppure mercoledì sera la foto fake viene rilanciata dalla pagina Facebook Virus5Stelle.

 

Virus5Stelle è una delle migliaia di pagine non ufficiali che fanno propaganda per il Movimento. La pagina è gestita da Claudio Piersanti e Adriano Valente, già noto nel mondo dei debunker perché accusato di una fake news sulla Leopolda diffusa nel novembre 2016. I gestori del sito, contattati dal debunker David Puente, si dissociano spiegando che non si sono mai occupati di politica e non intendono farlo.

 

FAKE NEWS CONTRO LAURA BOLDRINI

Ma l' editor di BuzzFeed Alberto Nardelli twitta i legami di Valente con i vertici del M5s: oltre alle foto del profilo in cui abbraccia Beppe Grillo, anche il tag in un post del vice-Presidente della Camera Luigi Di Maio. I legami tra Valente e il Movimento sono palesi, basta visitare il suo profilo e trovare in primo piano foto con Carla Ruocco e Luigi Di Maio. Valente smentisce però di aver postato la bufala. E spiega: «La pagina Virus 5 stelle è gestita da 6 ragazzi compreso io. La foto l' ha postata un ragazzo che tra l' altro non conosco e non io». Ma chi è Mario de Luise? Un profilo vero o un fake usa-e-getta da utilizzare per postare contenuti diffamatori?

 

Proprio della galassia dei siti che propalano fake news si occupa l' inchiesta del NYT.

Raccontando che Andrea Stroppa, ricercatore di Ghost Data e consulente di Renzi sulle cybersecurity, ha compilato un dossier nel quale si dimostra che la pagina ufficiale del movimento Noi con Salvini condivide lo stesso identificativo Google con diversi siti di disinformazione come IoStoConPutin.info, MondoLibero.org, ma soprattutto con una delle tante pagine non ufficiali di propaganda del Movimento 5 Stelle.

 

facebook segnala quelle che ritiene fake news

Il codice unico di Google permette di collegare tutti i siti allo stesso account pubblicitario, permettendo ad una sola persona di gestire tutti gli introiti. Google non ha voluto rivelare il nome del proprietario dell' account e ha cercato di calmare le acque sostenendo che a volte siti non collegati utilizzano lo stesso ID Google. Da Noi con Salvini dicono di non sapere di cosa si stia parlando. Luca Morisi, il digital philosopher di Matteo Salvini, non ha voluto commentare. Dal M5s spiegano che, essendo pagine create dai fan, non possono essere collegate al Movimento.

 

Non smentibili sono i bersagli delle campagne fake. Nelle foto di questi siti Renzi è un clown, oppure ha il naso di Pinocchio, la Meloni è Gollum, Berlusconi è truccato da donna. Poi c' è il filone Cecile Kyenge. Lei che, cattolica, avrebbe voluto abolire mercatini di Natale e presepi nelle scuole. Lei che, da ministro, avrebbe augurato attentati all' Italia. Lei che avrebbe assunto al ministero la figlia, che nella foto è la cantante Rihanna, con uno stipendio da 15.000 euro al mese.

 

La Presidente della Camera Laura Boldrini è stata vittima dello stesso tipo di campagna diffamatoria violenta, che ha toccato il suo apice nella diffusione della notizia che avesse fatto andare in pensione a 35 anni sua sorella minore, scomparsa prematuramente anni fa.

 

fake putin cavalca orso

Ma i leader del Movimento cosa pensano di queste pagine che ogni giorno vomitano odio?

«Renzi lancia un appello anti fake news? Cominci da se stesso», dice il capogruppo M5S in Senato Giovanni Enrizzi.

 

Sostiene Nicola Biondo, ex responsabile della comunicazione grillina alla Camera dei Deputati e autore insieme a Marco Canestrari di Supernova: Com' è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle: «Bisogna chiedersi se chi ha responsabilità politiche pubbliche può ammettere che nella propaganda del suo partito, gestita da professionisti, ci siano certi toni e certi atteggiamenti. Da anni la propaganda sul web è andata oltre».

Secondo le indiscrezioni del New York Times, Facebook sarebbe pronto a schierare una task force tutta italiana per vigilare sulla diffusione delle bufale sulla sua piattaforma.

 

 

3. PAROLA DI STUDIOSO DI SINISTRA: UNA BUFALA LO SPREAD DI SILVIO

Anna Maria Greco per ''il Giornale''

 

L'intruso di Cannes dal Fatto Quotidiano

È stato il «ciclo maniaco depressivo» dei mercati, insieme all' allarmismo delle Agenzie di rating, a dare il colpo di grazia all' Italia nel 2010-2011 e a pesare sulla caduta del governo Berlusconi, per far posto a quello di Monti.

Si scatenò il panico, che portò a scommettere contro l' Italia, ma tutto poteva andare diversamente.

 

Il sociologo Luca Ricolfi spiega, alla convention azzurra di Milano «Idee per l' Italia», che allora nel nostro Paese c' era un miglioramento, dimostrato dall' indice VS (Vulnerabilità Strutturale) elaborato 3 anni fa dalla Fondazione David Hume.

ZAPATERO BERLUSCONI SARKOZY MERKEL OBAMA ERDOGAN AL GVENTI DI CANNES jpeg

Un nuovo strumento per misurare la vulnerabilità dei conti pubblici che, contrariamente agli altri, è «non politico, non arbitrario, non soggettivo», perché ricostruisce tra economia e psicologia, il funzionamento della «mente del mercato».

 

«Sono di sinistra e non ho alcun interesse a difendere il governo Berlusconi - spiega Ricolfi -, ho solo fatto una ricerca attendibile e i dati che sono venuti fuori dicono questo. Non c' è dubbio che a livello europeo in quegli anni ci sia stata una volontà politica di far fuori il governo di centrodestra e certo hanno contribuito i mercati, simili a pazienti ciclotimici, che dopo un allarme diventano iperagitati e le tre sorelle americane Standard&Poors, Moody' s e Fitch, che alzano o abbassano il rating di un Paese in modo arbitrario, senza trasparenza, senza spiegarne con un algoritmo le motivazioni».

SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI

 

A questo punto, la domanda è: aveva forse ragione Berlusconi quando parlava dei ristoranti pieni per frenare l' allarme per la crisi e lo spread? Ricolfi è cauto, torna alla metafora del paziente. «Se viene picchiato- dice-, devo cercare di difenderlo perché poi potrò curarlo meglio. Anche se per alcuni solo quando diventa grave si accorge dei pericoli che corre. E in Europa, forse nel mondo, molti volevano picchiare a dovere l' Italia, perché capisse la lezione e si avviasse alla guarigione».

 

Bersani, Berlusconi, Monti, Grillo e lo spread

Un complotto? Che l' intenzione fosse buona o no, che ci fosse quest' intenzione e si trattasse solo di errori di valutazione, è difficile ora stabilire, ma l' esperto è sicuro che se fosse stato utilizzato l' indice Vs (www.fondazionehume.it), l' Italia avrebbe potuto difendersi dagli attacchi stranieri e anche prendere autocoscienza dei suoi problemi, per risolverli.

 

 L' intervento di Ricolfi riscalda la platea della tre giorni organizzata per ascoltare la società civile dalla coordinatrice lombarda di Forza Italia, Mariastella Gelmini, che con il capogruppo del Senato Paolo Romani apre l' incontro, dopo il saluto del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Prima di lasciare la parola agli esperti nelle tavole rotonde su fisco, lavoro, giovani e formazione, professioni, la Gelmini parla di un Paese che ha le risorse per uscire dalla crisi.

berlusconi monti

 

«Gli italiani - dice - vogliono rimboccarsi le mani, chiedono di essere aiutati a trovare un lavoro, non di farsi mantenere con un reddito di cittadinanza».

Lo confermano le analisi di Euromedia Research, presentate da Alessandra Ghisleri. Per il 28% degli intervistati il primo problema è la disoccupazione, ma il 61% vuole più opportunità per i giovani e solo il 28,5%, costituito da disoccupati, chiede il reddito di cittadinanza.

 

«Ripartiamo da Milano - dice Romani -, locomotiva d' Italia, per sentire la voce del Paese reale, delle categorie, con una formula nuova. La sconfitta sull' Ema non aiuta, ma dov' era il ministro Alfano quando si decideva? Ha delegato tutto al sottosegretario Gozi, ma questioni così importanti si devono rattare ai massimi livelli».

 

RICOLFI