''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO…
AVVISATE SCHLEIN: GIUSEPPE CONTE SI E’ MESSO IN TESTA DI CORRERE PER PALAZZO CHIGI – “LA STAMPA”: “IL LEADER M5S NON PUNTA A ESSERE PIÙ RADICALE DI ELLY SCHLEIN. ANCHE PERCHÉ PRESSOCHÉ IMPOSSIBILE, DOPO LE SUE PAROLE PRONUNCIATE SU ALLARME DEMOCRATICO E BOMBE. HA IN TESTA DI GIOCARSELA, QUANDO CI SARÀ DA VEDERE CHI SFIDERÀ GIORGIA MELONI PUNTANDO SULLA CARTA DELL'ESPERIENZA DI CHI QUEL MESTIERE LO HA FATTO. PROVATE A PENSARE SE SI FANNO LE PRIMARIE. CONTE, CHE RIESCE A SPOSARE QUALUNQUE CAUSA, SE CONVIENE, HA UNA SUA POPOLARITÀ NEL CENTRO SINISTRA, AVRÀ 2 PRESIDENTI (TODDE E FICO). E POI, LO SANNO ANCHE PARECCHI NEL PD: 'CON GIUSEPPE, ALLA FINE UN ACCORDO SI TROVA'..."
ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - IL SORPASSO - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA
Alessandro De Angelis per “La Stampa” - Estratti
Vabbè, era scontato che Giuseppe Conte sarebbe stato rieletto alla guida del Movimento. Pochi o tanti che siano, con gli stessi voti della volta scorsa. Mica è contendibile quella Bulgaria. Pure Chiara Appendino, dopo la critica, lo ha votato. Ecco, la notizia è altrove. Fuori, non dentro.
Guardate la postura degli ultimi tempi: la pochette è tornata perfettamente stirata, la voce ha abbassato i decibel, il "compromesso" – proprio così – praticato con abilità manovriera. A pensar male, ci si indovina: vuoi vedere che si è messo in testa di tornare lì dove fu sfrattato in un modo che, direbbe il sommo poeta, "ancor l'offende"?
Risfogliamo il taccuino.
Ops, ecco un primo indizio.
schlein conte bonelli fratoianni magi patto birra
Sulla Libia ha presentato una mozione autonoma rispetto al Pd, a favore di una radicale revisione de Memorandum, non della cancellazione. Coerente con quel che diceva, appunto, quando era a palazzo Chigi. E sosteneva anche il Pd. Tradotto significa: mica li possiamo accogliere tutti, bisogna trovare un modo per coniugare diritti e sicurezza, sennò facciamo harakiri, lasciando la parola sicurezza alla destra.
Pochi giorni dopo, eccolo, dove non ti aspetti, all'iniziativa dei sindaci del centrosinistra al Parco dei Principi, hotel molto borghese di Roma Nord, classicone della politica d'antan. Come i democristiani del Sud saluta con un bacio sulla guancia l'assessore Alessandro Onorato, uno degli animatori dell'evento (e della mitica gamba di centro): «Dobbiamo dialogare». Elly Schlein non c'era. Anche qui: lui scende dall'arrocco, tesse rapporti, si pone il problema di allargare per vincere.
MEME SU GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN - BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Giriamo pagina e lo troviamo nella piazza convocata per la solidarietà a Sigfrido Ranucci. Tutto molto corretto e ragionevole: condanna, difesa dell'informazione, invito a smetterla con le querele temerarie, zero fischi agli esponenti di destra che si sono presentati. Andiamo al punto. Non ha giocato a essere più radicale di Elly Schlein. Anche perché pressoché impossibile, dopo le sue parole pronunciate ad Amsterdam su allarme democratico e bombe.
Altro appunto. Siamo alla Camera prima del Consiglio europeo. Accidenti: Elly Schlein sembra la studentessa che ha occupato l'Aula magna, lui il Professore che vuole tenere la lezione.
Libricino in mano, esibito all'attenzione di Giorgia Meloni: eh no, presidente, qui ha aumentato il balzello e l'effetto è depressivo. Attenzione: sulla manovra non si è impiccato a una sua bandiera, ma ha offerto alla coalizione quattro punti, tutti molto larghi, per una "convergenza" possibile. Avete capito il messaggio: io a palazzo Chigi ci sono stato e so di cosa parlo.
fratoianni schlein conte bonelli al monk
E poi, ragazzi, le regionali, a proposito di gioco politico. Nell'ordine: nelle Marche ha fatto ingurgitare ai suoi un indagato, in Toscana un governatore cui aveva fatto opposizione, in Campania l'apoteosi trasformistica con De Luca padre che presenta una lista, De Luca figlio che fa quella del Pd, l'alleanza con Clemente Mastella e un carico di cacicchi.
Udite udite, nelle liste di Italia Viva c'è anche Armando Cesaro, figlio di Luigi, detto Gigino'a Purpetta, ex berlusconiano con una certa influenza e una storia giudiziaria turbolenta, uno dei bersagli prediletti di Roberto Fico all'epoca dei meet up e dei vaffa a furor di popolo.
(...) Un avvocato è per sempre. Riesce a sposare qualunque causa, se conviene.
Non è il caso di parlare di grandi disegni, però, a conti fatti, tutto racconta di un posizionamento e un gioco all'interno del centrosinistra, scelta irreversibile al di là delle parole, buone per marcare una alterità e, al tempo stesso, per ribadire un potere contrattuale.
Non per mettere in discussione il percorso. È chiaro quello che ha in testa: di giocarsela, quando ci sarà da vedere chi sfiderà Giorgia Meloni puntando sulla carta dell'esperienza di chi quel mestiere lo ha fatto.
Provate a pensare se si fanno le primarie. Un po'di fieno in cascina lo ha messo: ha una sua popolarità nel popolo del centrosinistra, anche perché sulle sue posizioni più radicali (la guerra) non solo non ha mai pagato dazio, ma la segretaria ha dato l'impressione che vorrebbe seguirlo ma non può; avrà poi avrà due presidenti (Todde e Fico), un bel po'di assessori e consiglieri, una consuetudine di governo fatta di rapporti nelle giunte; e poi, lo sanno anche parecchi nel Pd, «con Giuseppe, alla fine ci si parla e un accordo si trova», cosa diventata complicata con Elly tanto che a Montepulciano, a fine novembre, nascerà una corrente per commissariarla.
E anche se le primarie non si fanno: la linea testardamente perseguita dell'alleanza prima di tutto lo mette nelle condizioni di porre dei veti sul candidato a palazzo Chigi senza che si possa rompere su questo. Insomma, alla sua quarta vita, dopo il governo gialloverde, quello giallorosso e l'opposizione a tutto, bisognerà farci i conti. E non sarà facile.
GIUSEPPE CONTE - NICOLA FRATOIANNI - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - - RICCARDO MAGI - FOTO LAPRESSE
RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE
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