DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
La tassazione degli extraprofitti bancari ancora deve essere formalmente messa a terra, toccherà al Parlamento. Ma quello, politicamente, sembra ormai il passato. Perché le ombre tra Giorgia Meloni e il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, che pure sul provvedimento si era trovato in difficoltà, sembrano del tutto archiviate. Almeno a giudicare dal Consiglio dei ministri di ieri sera.
La premier ha infatti confermato la massima fiducia nel ministro leghista in maniera esplicita. Addirittura invitando tutti gli altri ministri a non mettere i bastoni tra le ruote: «Condivido — ha detto la presidente — la richiesta del ministro Giorgetti di invitare ogni dicastero a verificare nel dettaglio le risorse attualmente spese, i capitoli di spesa, le misure attualmente finanziate».
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L’uomo del Mef, in realtà, ieri sera non ha fornito cifre. «Bisognerà attendere — avrebbe detto — il consolidato del gettito fiscale del primo semestre». Non ci sarà da aspettare poi molto, i dati definitivi dovrebbero arrivare a giorni. Ma l’orizzonte delle scelte è proprio quello: giorni.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Giorgetti avrebbe infatti ricordato la prima scadenza importante, la presentazione della Nota di aggiornamento del Def (Nadef) entro il 27 settembre.
Peraltro, poco prima, il 15 e 16 settembre, si svolgerà a Santiago di Compostela una riunione sia pur informale dell’Ecofin. Da lì potrebbero venire indicazioni sulla possibilità di aggiungere uno o due decimali al deficit previsto per l’anno venturo, fissato al 3,7%. In un contesto in cui i decimali rappresentano miliardi.
E dunque, tutti i ministri sono avvisati: inutile lanciarsi in assalti alla diligenza. Perché l’apertura di credito all’uomo di via XX Settembre è ampia al punto che la premier scuda il suo ministro rispetto alle pressioni che certamente sta subendo e subirà: «Il Mef è al lavoro, decideremo insieme su cosa concentrare gli interventi, con rigore e attenzione all’equilibrio del bilancio dello Stato». Insomma: chiunque alzi i toni dovrà poi vedersela direttamente con lei, la premier.
Insomma, molte delle priorità espresse dai ministri degli ultimi mesi potrebbero essere derubricate, da «oggetto di manovra» a «obiettivo di legislatura». Dalle risorse per mantenere la quota 41 cara a Matteo Salvini all’aumento delle pensioni che chiede il leader azzurro Antonio Tajani, dai rinnovi degli innumerevoli contratti pubblici scaduti per la ministro Calderone agli interventi sul caro carburanti, tutto a oggi è in discussione.
A Palazzo Chigi ieri sera ancora non si è entrati nel merito del futuro pacchetto sicurezza, quello rilanciato anche da Matteo Salvini. È stato richiamato anche per dire che ancora non è stato deciso se sarà un decreto o un disegno di legge. Entro metà settembre, comunque, il provvedimento sarà maturo.
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