1. NEL MEMOIR “GUANTANAMO DIARY” UN DETENUTO RACCONTA LE VIOLENZE SESSUALI SUBITE 2. LE SOLDATESSE GLI DISSERO “OGGI TI INSEGNEREMO IL GRANDE SESSO AMERICANO”, LO COSTRINSERO A FARE UN’ORGIA A TRE E GIOCARONO CON I SUOI GENITALI MENTRE LUI PREGAVA 3. MOHAMEDOU OULD SLAHI, CONSIDERATO AFFILIATO AD AL QAIDA, È RIMASTO NELLE GALERE DI GUANTANAMO PER TREDICI ANNI, SENZA MAI UN PROCESSO. NEL 2005 SI È MESSO A SCRIVERE (A MANO) IL SUO DIARIO, PUBBLICATO MARTEDÌ SCORSO: 466 PAGINE DI ORRIBILI TORTURE 4. “MOLTI NON CAPISCONO CHE GLI UOMINI SOFFRONO QUANTO LE DONNE, SE SONO FORZATI A FARE SESSO. MI SONO MONTATE SOPRA, HANNO GIOCATO CON LE MIE PARTI PIÙ INTIME. HANNO DETTO SCONCEZZE DA MEZZOGIORNO ALLE 22. HO PREGATO PER TUTTO IL TEMPO, E LORO GRIDAVANO: “SMETTILA! STAI SCOPANDO CON LE AMERICANE E TU PREGHI? IPOCRITA!”

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da www.ibtimes.co.uk

 

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Mohamedou Ould Slahi, considerato affiliato ad Al Qaida, è rimasto nel carcere di  Guantanamo per tredici anni. Per sei anni ha dato battaglia legale, proclamandosi innocente. Gli interrogatori non evidenziarono alcun coinvolgimento nell’attentato terroristico alle Torri Gemelle, ma lui fu comunque trattenuto, senza mai essere stato processato.

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Slahi, nel 2005, si è messo a scrivere (a mano) il suo diario, che è stato pubblicato martedì scorso. Nel memoir di 466 pagine, intitolato “Guantanamo Diary”, racconta di orribili torture, incluso essere costretto a fare sesso con le soldatesse americane. Si legge: «Le donne che dovevano interrogarmi dissero “Oggi ti insegneremo il grande sesso americano”.

 

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Si tolsero i vestiti e cominciarono a dire le cose più sporche che si possano immaginare. Ciò che mi ha ferito di più, è stato essere costretto a fare sesso a tre con loro, nel modo più degradante. Molti non capiscono che gli uomini soffrono quanto le donne, se sono forzati a fare sesso. Mi sono montate sopra, hanno giocato con le mie parti più intime. Hanno detto sconcezze da mezzogiorno alle 22. Ho pregato per tutto il tempo, e loro gridavano: “Smettila di pregare! Stai scopando con le americane e tu preghi? Ipocrita!”.

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Io non smisi di pregare e da allora i miei riti mi furono negati per un anno. Mi proibirono di seguire il digiuno durante il Ramadan e mi nutrirono a forza. Torture e molestie erano all’ordine del giorno. Avevo una maschera che mi copriva la bocca e il naso, una busta infilata sulla testa che mi copriva la faccia, una cintura stretta sullo stomaco. Era impossibile respirare. Supplicavo di farmi respirare ma le mie richieste di aiuto si perdevano in un vasto deserto».

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