L’ULTIMO SMACCO - NAPOLITANO E TREMONTI SILURANO L’IDEA BERLUSCONA DEL DECRETO D’EMERGENZA ANTICRISI - NONOSTANTE IL TRACOLLO FINANZIARIO E I 15 DEL PDL CHE PROMETTONO (MA NON MANTENGONO) LA FUGA, SILVIO GHEDDAFI NON MOLLERÀ: “MI DOVRANNO SFIDUCIARE IN PARLAMENTO” - È APPENA ARRIVATO CON GIULIETTO A CANNES PER IL G20, TRA POCHI MINUTI INCONTRERÀ I VERTICI EUROPEI E GLI PRESENTERÀ L’ENNESIMA MANOVRA PAROLAIA…

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1 - BERLUSCONI AL G20 INSIEME A TREMONTI, ATTERRATI A NIZZA...
(TMNews)
- Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è atterrato a Nizza per partecipare al summit di Cannes del G20. Il premier è accompagnato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il primo appuntamento previsto per Berlusconi è il pre-vertice dei Paesi dell'area euro presenti a Cannes: Germania, Francia, Spagna, con i vertici comunitari Herman van Rompuy (presidente del Consiglio Europeo), Josè Manuel Barroso (presidente della Commissione) e Jean Claude Juncker (presidente dell'Eurogruppo).

Il premier si presenta a Cannes con il maxi-emendamento al ddl Stabilità approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, con cui sono tradotti in legge gli impegni assunti nella lettera alla Ue.

2 - «NON LASCIO MI SFIDUCINO IN PARLAMENTO» BERLUSCONI ALL'ATTACCO. E IL PDL OGGI AL COLLE: NON SOSTERREMO UN GOVERNO DIVERSO...
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"

Incomprensioni con il Quirinale sulla forma delle misure approvate in serata. Uno scontro aperto con Giulio Tremonti che non accenna a placarsi. Le notizie di uno smottamento ulteriore e inatteso di una fetta del Pdl alla Camera. Giuliano Ferrara che usa la metafora del plotone di esecuzione, che a Montecitorio e in altre sedi sarebbe già schierato contro il Cavaliere.

La giornata di Berlusconi ieri è stata a dir poco complicata, come due giorni fa. Ma nonostante tutto il premier continua a dire che ha alcuna voglia di fare un passo indietro, o di lato. Ha alzato la voce per ribadirlo. È convinto, e lo resterà, che il problema non sia lui, ma quelli che additano lui come il problema dell'Italia, a cominciare da Casini, «nel quale ho sperato sino all'ultimo e che mi ha profondamento deluso».

Questi concetti il premier li ha esternati ieri sera in apertura del Consiglio dei ministri, perché le parole restino agli atti, a cominciare da coloro che persino nell'esecutivo, Tremonti in testa, nutrono seri dubbi, esternati, sulla sua permanenza a Palazzo Chigi.
«Noi facciamo il nostro dovere e stasera lo dimostriamo, il resto sono chiacchiere, entro il 20 novembre queste misure saranno legge dello Stato, se qualcuno vorrà sfiduciarmi dovrà avere il coraggio di farlo in Parlamento, alla luce del sole, e sulle misure che la comunità internazionale ci chiede. E allora vedremo se il problema sono io o coloro che remano in modo irresponsabile contro gli interessi del Paese».

Ieri pomeriggio, ieri mattina, ieri sera, era questa la posizione del presidente del Consiglio. Per tutta la giornata il Cavaliere, nonostante le notizie di uno smottamento del Pdl alla Camera, ha lavorato alle misure approvate dal governo in serata, ha limato i testi inseriti nel maxi emendamento che cambierà il volto della legge di Stabilità, in discussione al Senato, ha presieduto un ufficio di presidenza del Pdl, a palazzo Grazioli, dove ha instillato fiducia al gruppo dirigente del partito in vista dei prossimi appuntamenti.

Ieri notte Berlusconi lasciava Palazzo Chigi convinto di avere sotto braccio la garanzie che oggi porterà al vertice di Cannes, a quel G20 che forse non avrà l'Italia in testa alla lista dei dossier delicati, ma che certamente chiederà garanzie ulteriori al nostro premier, a partire dall'incontro mattutino con Zapatero, la signora Merkel, il presidente Sarkozy, alcuni rappresentanti della Bce, il presidente della Commissione europea Barroso e il presidente del Consiglio della Ue, Van Rompuy.

Di certo il premier avrebbe preferito che alcune delle misure avessero la forma del decreto legge, in modo da poterle presentare al G20 come norme già vigenti. Ma l'importante per Berlusconi è il passaggio in Consiglio dei ministri di ieri sera, insieme a una tabella di marcia che dovrebbe trasformare in legge le misure nei prossimi quindici giorni, al netto di sgambetti in Parlamento.

Sicuramente il fatto che a tarda sera il Colle abbia fatto informalmente sapere che non gradiva lo strumento del decreto non ha fatto piacere al Cavaliere. Nel corso della riunione del governo è anche scattata una ricerca spasmodica della posizione ufficiale del Quirinale. Se non altro perché la linea che veniva accreditata al Colle coincideva esattamente con le obiezioni poste qualche ora prima da Tremonti, anche lui decisamente scettico sull'adozione immediata di un decreto.

Non per caso durante l'Ufficio di presidenza del Pdl è andato in scena una sorta di processo al ministro dell'Economia con Sacconi, Brunetta e Cicchitto a rimarcare l'insostenibilità della posizione del ministro, che «è ormai con un piedi fuori dal governo», si è ascoltato a palazzo Grazioli. Oggi Angelino Alfano, segretario del Pdl, sarà ricevuto da Napolitano e consegnerà il messaggio ufficiale del partito di Berlusconi: nessun altro governo in caso di crisi, solo elezioni anticipate.

 

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