"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Paola Di Caro per ‘Il Corriere della Sera’
I punti fermi di questa fase difficilissima per lui e per il suo partito, Silvio Berlusconi li mette nero su bianco in un’intervista concessa al Giornale che festeggia i suoi primi 40 anni di vita. Nonostante il suo umore sia nero, e i problemi che vede attorno a sé grandi e difficili da risolvere, il leader azzurro assicura che sulle riforme il suo partito manterrà i patti.
MINETTI FEDE MORA BERLUSCONI RUBY BUNGA
«Abbiamo sempre detto che servono al Paese, non cambieremo idea per convenienza», ripete ai suoi interlocutori anche in queste ultime ore. Ma sulle riforme Berlusconi è pronto a rilanciare: al Giornale , nel suo lungo colloquio in cui ripercorre la sua carriera di editore con excursus sulla sua vita politica, dice infatti e con forza che adesso bisognerà andare avanti, e imboccare la strada del presidenzialismo per completare un percorso che è solo cominciato.
Ma nella sua intervista il Cavaliere manda anche un altro messaggio. Nel momento in cui potrebbe profilarsi per lui la condanna in appello nel processo Ruby, che se confermata in Cassazione porterebbe agli arresti e a un esito politico imprevedibile, al suo partito e ai suoi elettori vuole far sapere che «io resto e resterò in campo».
Perché c’è ancora bisogno di lui, dice, perché il grande obiettivo di riunificare l’area dei moderati che «è quello che mi ha fatto entrare in politica» non è ancora raggiunto, anzi, non è mai sembrato così lontano.
Raccontano che l’ex premier stia vivendo molto male questa fase politica in cui vede di fatto dissolversi pian piano la creatura alla quale ha lavorato per 20 anni. La spaccatura del Pdl è ancora una ferita che sanguina, come dolore e malumore profondo gli provocano le liti in Forza Italia fra i dirigenti e quella che gli appare come una mera corsa alle poltrone nel momento in cui, sondaggi alla mano, il partito continua a perdere appeal. Ma a contribuire alle «profonde riflessioni» che, dicono, sta facendo in questi giorni ci sono anche altri due fattori.
Il primo è come sempre, il trattamento giudiziario al quale sente di essere ingiustamente sottoposto. I suoi avvocati gli consigliano prudenza, anche silenzio almeno fino al verdetto su Ruby, per non irritare i giudici, per non guastare il difficile lavoro che andrà fatto o per arrivare a un’assoluzione o, almeno, per ridurre la pena. Ma sarà un percorso difficile, e ogni uscita fuori posto, su qualunque terreno, potrebbe rivelarsi un boomerang.
Il secondo fattore di riflessione, che i suoi non sanno «a cosa potrà portare», è l’atteggiamento tenuto finora con il governo, che secondo Berlusconi non ha portato a risultati positivi.
Certo, sulle riforme la strada per il momento sembra reggere, la linea Verdini-Letta-Romani della collaborazione con Renzi pare avere il via libera dell’ex premier, ma sul terreno resta lo scontento di una parte consistente del partito, secondo la quale l’intento dei trattativisti «è solo di non disturbare il manovratore, stiamo subendo di tutto».
Una fedelissima dell’ex premier come Deborah Bergamini, per dire, sulla questione dell’immunità si dissocia dalle posizioni ufficiose del suo partito: «Forza Italia a questa resa non ci sta: non siamo disposti a rinunciare alla nostra storia liberale e garantista perché altri hanno deciso di inchinarsi al populismo giustizialista».
Intervento di Maurizio Gasparri
E Maurizio Gasparri fa capire bene come l’umore generale fra gli azzurri stia peggiorando quando dice che, «visto l’aggravarsi dell’aggressione politico-giustizialista nei confronti di Berlusconi» e la necessità di affrontare con «coesione, ma anche con chiarezza, le immediate scadenze riguardanti le riforme», sono necessarie «riunioni del partito e dei gruppi parlamentari». La tensione sale.
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