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Ugo Magri per âLa Stampa'
Prima ancora di avere udito quanto dirà stasera Napolitano nel suo messaggio tivù, il Cavaliere è già di pessimo umore. Definirlo «su di giri» nei confronti del Colle sarebbe, secondo chi lo frequenta, un eufemismo. «Imbufalito» è la parola giusta. Tanto che viene spontaneo domandarsi che cosa mai abbia scatenato una simile furia, e quali contraccolpi potrà avere, specie nel caso in cui Grillo voglia lanciare l'«impeachement».
Un'ipotesi, la più accreditata nel giro stretto di Arcore, è che il Cavaliere disponga delle sue «talpe» al Quirinale, Gianni Letta ma non solo lui; e dunque per loro tramite sia venuto a conoscere in anticipo certi passaggi del discorso presidenziale riguardanti le note vicende di questi mesi (condanna definitiva, decadenza dal Senato, passaggio all'opposizione).
Di qui l'umore tempestoso dell'ex premier. Il quale, senza forse, si sarebbe atteso stasera da Napolitano un messaggio di tutt'altro tono, vale a dire improntato a una «pacificazione» che, nell'ottica berlusconiana, dovrebbe preludere all'ipotetica grazia nei suoi confronti in quanto vittima dell'ingiustizia... Ahilui, niente di tutto questo.
Il Colle non dà l'impressione di aver preso sul serio le famose «prove americane», quelle testimonianze che Silvio esibì come se fossero la dimostrazione della sua innocenza (secondo la Procura milanese, invece, erano una minestra riscaldata). Sia come sia, nella considerazione del Cav stasera Napolitano sprecherà l'ultima occasione per riabilitarlo pubblicamente. L'ultima, prima che tra qualche settimana scatti l'esecuzione della pena.
Quanto alle conseguenze politiche, al momento non se ne vedono, e forse nemmeno ci saranno sebbene il «Mattinale» (organo web ispirato dal capogruppo azzurro Brunetta) frema d'indignazione contro il Capo dello Stato: «La sua minaccia di dimissioni è insopportabile». Berlusconi sente di avere le mani legate. Da chi? Dalla sua condizione di condannato che dovrà presentarsi in udienza per concordare i termini dell'affido ai servizi sociali ovvero della carcerazione a domicilio.
La prima soluzione sarebbe più vantaggiosa per un leader che voglia restare in politica. Ma il dubbio che solca la mente del diretto interessato, e dei suoi avvocati, è come reagirebbero le toghe, nel momento in cui Berlusconi aderisse alle campagne anti-presidenziali di Grillo... «Girerò l'Italia sperando che non vogliano mettere a tacere il leader dell'opposizione», è scappato detto ieri al Cavaliere in una delle tante telefonate di auguri ai suoi fan.
Ormai non è più tempo di operetta, qui si parla di cose serie, drammatiche. Ragion per cui tutto quanto è uscito pubblicamente dalle labbra di Berlusconi è un rinnovato slancio per l'elezione diretta del Capo dello Stato, «che fino adesso è stato eletto dalle segreterie di partito». Velatamente polemico verso l'inquilino del Colle, certo, ma niente di corrosivo. Tanto più che per passare al presidenzialismo servirebbe «la maggioranza assoluta», un disegno considerato «lucidamente folle» da Berlusconi medesimo. Pare escluso che alle 20,30 voglia lanciarsi in un contro-messaggio in tivù (Cicchitto, dal Nuovo centrodestra, l'ha pubblicamente sconsigliato attirandosi un vespaio di reazioni, tra cui quella di Minzolini). Più facile che stamane il Cavaliere tiri un petardo, un'uscita rumorosa delle sue, mirante a disorientare l'audience del messaggio presidenziale.
Il risultato? A esprimere i sentimenti più autentici di Berlusconi ha provveduto la persona cui l'uomo solitamente ricorre quando non se la sente di venire allo scoperto, epperò gli serve qualcuno con sufficiente coraggio da esporsi, insomma la Santanché. Dichiara impavida la Pitonessa: «State certi che il messaggio di Napolitano sarà un'altra delusione: solo un discorso di ricatti e un tentativo di dare la colpa ad altri, mentre sulla pacificazione continuerà a far finta di niente...».
MERKEL BERLUSCONI NAPOLITANO
NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI
BERLUSCONI BERTINOTTI MARINI NAPOLITANO
LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA
BEPPEGRILLO
LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI CICCHITTO SANTANCHE
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