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LE ETERNE CAPRIOLE DI SILVIO - IL BANANA SI PRESENTA CON GLI OCCHIALI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DELLA BIANCOFIORE E PLACA I DISSIDENTI FRENANDO SUL PREMIO DI LISTA. “MA TRATTO SUL QUIRINALE”

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Carmelo Lopapa e Andrea Montanari per “la Repubblica

 

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Il doppio binario di Silvio Berlusconi. Frenare sull’Italicum versione-Renzi per rassicurare i suoi, ma blindare col premier il patto del Nazareno, nel giorno in cui Bersani spara a pallettoni. «Durerà a lungo», scommette il leader di Forza Italia. Del resto, con quel presidente del Consiglio che per «adesso è di là, ma vediamo come si evolve la situazione », vuole concorrere eccome alla scelta del prossimo capo dello Stato. Adesso lo dice anche in pubblico.

 

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Milano, presentazione del libro di Michaela Biancofiore, si presenta con occhiali scuri da uveite, aria piuttosto stanca. «Sono venuto in canotto, ad Arcore c’era il lago» scherza. È vittima dell’infezione all’occhio recidiva, «quella maledetta statuetta mi ha fatto saltare quattro denti e quasi un occhio», dice ricordando l’aggressione del 13 dicembre 2009.

 

La sala dell’Unione del Commercio diventa la tribuna per annunci importanti. Troppe tensioni in Forza Italia, bisogna arginare chi, come Fitto, ormai controlla il 30 per cento delle truppe parlamentari. E allora ecco che si spiega l’inversione a “U” nei rapporti con Angelino Alfano e il suo Ncd. Dopo aver chiuso le porte ai «traditori», fino a poche settimane fa, l’ex Cavaliere sostiene adesso che «riunire il centrodestra oggi diviso non è una necessità, ma un dovere e anche un mio augurio: per il bene del Paese queste strade si devono ricongiungere. Credo che dopo le vicende personali che hanno provocato divisioni, si debba arrivare a un confronto tutti insieme per ragioni superiori».

 

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Proposta di alleanza, non riannessione, per ora. Un sostanziale sì alle avances che nelle ultime ore sono state recapitate, in vista delle regionali, proprio dal ministro dell’Interno. Anche se Fabrizio Cicchitto frena: «Sbaglia se pensa a una riunificazione per costrizione, con premio alla coalizione e sbarramento alto ». Berlusconi fa un ragionamento spiccio, lo schieramento «è in difficoltà nel confrontarsi con la sinistra che ha un nuovo protagonista», bisogna dunque attrezzarsi. A patto che la sua leadership però non venga messa in discussione. Non può farlo nemmeno quel Salvini che sogna la scalata, «non vedo nessuno in grado di sostituirmi».

 

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Certo, c’è anche da tenere unito il partito che non vede affatto di buon occhio la nuova versione dell’Italicum. Ecco perché l’ex premier prende le distanze dalla soglia di sbarramento al 3 per cento e dal premio alla lista, chiedendo a Renzi di «rispettare i patti». Ma sono tatticismi che rientrano in una trattativa in realtà più che avviata con Palazzo Chigi. «Il Nazareno non è un male — chiarisce — e se si mantenesse nello spirito che lo ha prodotto, potrebbe portare a un ammodernamento del Paese. Tutti guardiamo con interesse a chi governa. Se son rose fioriranno ». E risponde a Bersani che il patto del Nazareno «non riguarda Mediaset, l’azienda soffre per il calo di pubblicità».

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Con Renzi, quindi, conta di eleggere anche il prossimo presidente della Repubblica. Senza un briciolo di diplomazia dà per scontate le dimissioni di Napolitano a fine anno. «È pensabile e augurabile che centrodestra e centrosinistra convergano per eleggere al Quirinale qualcuno che dia ad entrambi garanzie di saggezza e di equilibrio», dice Berlusconi che non fa nulla per nascondere il timore del possibile abbraccio Pd-M5S. «Con quello che abbiamo visto accadere, Dio ce ne scampi e liberi» taglia corto.

 

Napolitano con BerlusconiNapolitano con Berlusconi

Il leader forzista, davanti a una platea di aficionados, non nasconde le difficoltà del suo campo. «Serve un leader maximo, ma ancora non lo vedo». L’accordo con la Lega è alla portata, ma il giovane Salvini viene stoppato da Berlusconi: «Bossi ha già detto no quando ha affermato che il leader sono ancora io». Guai metterlo in discussione.

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