COLLERA PRO COLLE - IL BANANA HA CAPITO CHE IL SUO NEMICO PIU’ INTIMO PER IL QUIRINALE E’ CASINI E LO SBIELLA SUL MODELLO ELETTORALE ‘ALLA TEDESCA’: COL PROPORZIONALE L’ASSE PD-UDC HA PIÙ CHANCE DI VINCERE E DI SPEDIRE PIERFURBY SUL COLLE - PRIMA DI METTERE MANO AL ‘PORCELLUM’ IL POMPETTA DEVE TROVARE IL COLPO DI TEATRO PER RIPROPORSI ALL’ELETTORATO, ECCO PERCHÉ HA PRESO DI MIRA IL RIGORE DI MONTI…

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Amedeo La Mattina per "la Stampa"

Il presidente del Senato Schifani sollecita i partiti che «a parole» vogliono cambiare la legge elettorale, «ma ancora non si vedono testi depositati»: «Facciano in fretta». Sarà difficile che «in fretta» il Pdl trovi un accordo con il Terzo Polo e il Pd viste le molte riserve. Nel Pdl la discussione è ancora aperta tra chi spinge verso un sistema più proporzionale e chi tiene duro sul bipolarismo. Se prevarrà la linea dura contro l'Udc le cose si complicheranno.

Nell'ufficio di presidenza di ieri è stato soprattutto Berlusconi, ricomparso a Roma dopo dieci giorni di assenza, a mettere sulla brace Casini che a suo avviso sarebbe colpevole delle divisioni dei moderati, di volere le mani libere. Raccontano che il Cavaliere lo abbia definito un «criminale», dal punto di vista politico ovviamente, perché consegnerà l'Italia alla sinistra. Ecco quindi l'intenzione dell'ex premier di voler fare una campagna elettorale per le politiche tutta volta a «schiacciare» il leader dell'Udc.

Per la verità Berlusconi lo aveva detto anche nel 2008, ma Casini è sopravvissuto e sta al crocevia. Le colpe sono sempre degli altri: di Fini che ha spezzato la grande maggioranza del centrodestra; di un sistema istituzionale che non dota il premier di poteri necessari a governare. Adesso per Berlusconi bisogna ben ponderare quale legge elettorale scrivere. Lui non si è pronunciato su un modello o sull'altro. Ha fatto cenno a quello tedesco, ma è troppo proporzionale e nel Pdl sono in molti a spingere per regole che mantengano il bipolarismo, in particolare gli ex An.

«Non dobbiamo dare il boccino a Casini», ha detto l'ex ministro Meloni. «Il centro deve scegliere: o sta di qua o sta di là», precisa La Russa, che oggi parteciperà all'incontro tecnico con gli altri partiti della «strana maggioranza». E aggiunge che «una cosa è avere le mani libere, un'altra vivere di rendita di posizione. Non è obbligatorio stare sempre al governo!», precisa con sarcasmo l'ex ministro della Difesa, che ieri all'ufficio di presidenza è stato protagonista di un battibecco con Galan sulla convivenza nello stesso partito.

Berlusconi ha chiesto di rimanere uniti, tranquillizzando tutti: lui non avrebbe intenzione di fare altri partiti, di dividere gli ex An dagli ex Fi. Ma la discussione sulla legge elettorale fa affiorare i nervi perché da un nuovo sistema di regole possono venir fuori varie alleanze. Il segretario Alfano, nel vertice con Bersani e Casini della scorsa settimana, sembrava che avesse dato il via libera ad un impianto proporzionale.

Ieri ha spiegato che non è così: c'è un testo scritto e quando si tireranno le fila della discussione il partito dovrà esprimersi in maniera unitaria. Il problema di fondo è che ancora non sono chiare le alleanze. Verdini per esempio ha fatto presente che con il sistema spagnolo Pdl più Lega, grazie ai collegi piccoli, avrebbero molte chances di vincere. Tutto in alto mare. Per Berlusconi una cosa è sicura, che con il Porcellum la sinistra ha maggiori possibilità di vincere, di eleggere un altro presidente della Repubblica di sinistra. E questo lui vuole evitarlo.

Il Cavaliere attende di capire come uscirà Monti e il governo dei tecnici dalla crisi economica. E come potranno i partiti recuperare il consenso perduto visto che il 57,7% degli elettori è indeciso e solo il 4,3% ha fiducia nelle forze politiche. Già Monti. Per Berlusconi bisogna continuare a sostenerlo, ma è sembrato criticarlo quando l'ex premier ha bocciato la politica rigorista della Merkel. La stessa che sta seguendo il Professore della Bocconi. La cura Merkel ha già prodotto «il disastro Grecia e ora della Spagna».

 

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