DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
car.ber. per "La Stampa"
Il momento è drammatico, dalle parti di Letta ancora si confida che il buon senso prevalga nel Pdl, ma non si esclude nessuno scenario, «perché certo Enrico non ci sta a farsi impallinare e sembrare quello che vuole restare lì a tutti i costi», dice uno dei suoi parlamentari più fidati.
Tradotto, se è vero come diceva giorni fa un pezzo da novanta che «un "non ci sto" di Letta in termini di consenso sarebbe un'ottima carta», non sono affatto escluse dal novero delle possibilità eventuali dimissioni del premier prima di arrivare a una rottura; anche se si ragiona se non sia comunque più opportuno «far vedere plasticamente che sarebbero loro a gettare il paese nell'instabilità , costringendoli a voti di sfiducia, dimissioni di ministri e azioni palesi di fronte alla pubblica opinione».
Epifani domani riunirà la segreteria, «le prossime 48 ore saranno cruciali e dobbiamo esser pronti a ogni evenienza», dice uno dei pezzi grossi del partito: nel Pd ora si cerca di capire se le minacce siano davvero serie e se la crisi possa condurre a elezioni subito. «Noi non possiamo fare altro che capire le loro mosse, certo non accettiamo ricatti e loro si assumeranno una grave responsabilità ».
Nei colloqui trasversali con i più dialoganti del Pdl i dirigenti Democratici fanno loro presente che al Pdl non conviene andare a votare, perché magari potranno ancora scrivere sul simbolo Berlusconi, ma nessuno vedrà il Cavaliere in campagna elettorale e anche se vincessero lui non potrà fare il premier.
Gli sherpa mandati in avanscoperta raccontano una realtà in cui «è difficile che loro si spacchino, se va giù il governo di colpo tutti sarebbero tramortiti e non avrebbero alternative». A quel punto l'opzione più probabile sarebbe quella di provare a fare un governo che regga qualche mese per cambiare la legge elettorale e poi andare al voto in primavera.
«Senza spocchia, e voler infierire, non si riesce a capire cosa il Pd dovrebbe fare», dice il responsabile organizzazione Davide Zoggia. «Se si tratta di avere un supplemento di istruttoria in Giunta di qualche giorno bene. Capiamo il travaglio ma non può esser chiesto a noi di risolvere la questione».
Dunque, nessun margine e nessuno spiraglio «se il Pdl staccherà la spina, il Pd farà un'attenta valutazione nei propri organismi». E qui si innescano le polemiche già aperte sul percorso congressuale.
Zoggia tiene a chiarire che «il congresso si farà in un modo o nell'altro: se il governo regge, lo si farà per eleggere un segretario, altrimenti bisognerà preoccuparsi prioritariamente della premiership, ma in ogni caso le primarie si faranno.
Bisognerà solo decidere se lasciare lo statuto così e quindi chi si candida a segretario farà anche il candidato premier, o se procedere con una separazione. Sui tempi e le modalità il 20 settembre l'assemblea deciderà ».
E i bersaniani confermano il loro sostegno a Letta: «Faremo le primarie per il candidato premier. E per quanto mi riguarda il presidente Letta sta dimostrando di essere all'altezza delle sfide in Italia e in Europa», dice Stefano Fassina al Tg3.
LETTA CON ELMETTOsilvio berlu occhiali zoggia
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