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Stefano Elli per il "Sole 24 Ore"
Nuove perquisizioni a tappeto sono state condotte ieri dal nucleo anconetano di polizia tributaria nelle sedi della Banca delle Marche, della controllata Medioleasing e nei confronti di persone fisiche e giuridiche vicine ai trascorsi vertici dell'istituto, a Roma, Fano, Pesaro e persino a Sassari.
La Guardia di Finanza aveva già visitato nei mesi scorsi la sede di Jesi della banca e dunque, quella della procura di Ancona guidata da Elisabetta Melotti, potrebbe essere una decisione volta ad accertare nuove ipotesi di reato a carico di ex amministratori, ex manager, funzionari e imprenditori beneficiati da prodighe erogazioni da parte della banca marchigiana e dalla sua attivissima branch del leasing. Gli indagati sono 27.
Tra loro spiccano i nomi degli ex presidenti di Banca Marche Lauro Costa e Michele Ambrosini, del vicepresidente Antonio Perini (i tre si sono avvicendati anche in Medioleasing). Coinvolto anche l'ex manager apicale Massimo Bianconi, direttore generale dal 2004 al 2012, e i suoi quattro vice, oltre a funzionari dell'area crediti e di quella commerciale.
Tra le ipotesi di reato figurerebbe l'associazione a delinquere (contestata solo a 12 indagati) finalizzata al falso in bilancio e all'appropriazione indebita, ma non si esclude che tra i reati possa essere contestato anche l'ostacolo alle funzioni di vigilanza. Tra i nomi dell'imprenditoria che sarebbero coinvolti a vario titolo nelle perquisizioni spicca quello di Vittorio Casale, affidato dalla banca per un'operazione immobiliare condotta nei pressi di Capo Caccia, non distante da Alghero (ecco perché le perquisizioni a Sassari), e di Pietro Lanari, un altro immobiliarista affidato dal vecchio management della banca per 240 milioni di euro e controparte dell'attuale gestione (commissariale) in un contenzioso legale.
Tra gli indagati anche consulenti esterni: Giuseppe Lucarini e Christian Renzetti, periti immobiliari che da tempo lavoravano per conto della banca valutandone i cespiti. Da almeno due anni la banca di Jesi versa in condizioni di equilibrio patrimoniale precario: la semestrale del 2012 esponeva un attivo di una quarantina di milioni ma il bilancio chiudeva con un rosso di 518 milioni con rettifiche di valore su crediti per oltre 800 milioni.
Una situazione che mese dopo mese è degenerata sino a indurre Banca d'Italia a chiedere a fine agosto 2013 al ministero dell'Economia il commissariamento con la nomina di Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni. Provvedimento che viene bissato nel febbraio dell'anno successivo con la sottoposizione ad amministrazione straordinaria anche di Medioleasing, soffocata da una marea crescente di crediti inesigibili, incagli e procedure concorsuali di clienti finanziati in scioltezza sino a pochi mesi prima.
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