michele emiliano decaro

BARI E DISPARI – LA COMMISSIONE ANTIMAFIA GUIDATA DALLA TURBO-MELONIANA CHIARA COLOSIMO POTREBBE CONVOCARE MICHELE EMILIANO E ANTONIO DECARO. PD E SINISTRA CHIEDONO ANCHE L'AUDIZIONE DEL MINISTRO DELL'INTERNO PIANTEDOSI, PER LE "MODALITÀ IMPROPRIE" CHE HANNO PORTATO ALL'ATTIVAZIONE DELLA COMMISSIONE DEL VIMINALE SUL COMUNE DI BARI – LE MANI DEL CLAN SULLE NOMINE NEI TRASPORTI PUBBLICI LOCALI...

1. BARI, SINDACO E GOVERNATORE VERSO L’AUDIZIONE IN ANTIMAFIA LICENZIATE DUE VIGILESSE

Estratto dell’articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”

 

michele emiliano antonio decaro

L’appuntamento è per oggi alle 14, a Palazzo San Macuto: si riunisce l’Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare antimafia e, come annunciato dalla presidente Chiara Colosimo (FdI), potrebbe decidere di convocare, forse già prima di Pasqua, il sindaco dem di Bari Antonio Decaro («Sono pronto», dice lui) e il governatore della Puglia Michele Emiliano.

 

Il motivo? Ascoltare direttamente da loro la versione sullo strano ricordo del 2004 rievocato sabato dal presidente della Regione: «Un giorno sento bussare alla porta, Decaro entra, bianco come un cencio, e mi dice che uno gli aveva messo una pistola dietro la schiena perché lui stava facendo i sopralluoghi per la ztl di Bari vecchia. Lo presi, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di assistenza, te lo affido...».

 

MIDNIGHT IN BARI'S

Decaro ha già smentito e pure Emiliano («Sono stato frainteso»), ma l’episodio («sconcertante», lo ha definito il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto di Fi) assume rilevanza anche se si considera che lunedì scorso sono arrivati a Bari i tre ispettori della Commissione d’accesso nominata dal Viminale per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nell’amministrazione.

 

«Ma l’accesso non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune» ha precisato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi […].[…] Piantedosi ha ricordato che al Viminale, prima di prendere la decisione, era stata ricevuta una delegazione di parlamentari di centrodestra così come era stato ricevuto il sindaco Decaro al quale nei giorni successivi era stata anche anticipata, «per correttezza», la scelta di avviare l’accesso ispettivo, dopo i 130 arresti scattati a febbraio nell’ambito dell’inchiesta della Dda «Codice interno», che ha visto coinvolti un ex consigliere regionale e sua moglie ex consigliera comunale.

lina capriati al tg1

 

Ieri, due vigilesse, che nel 2017 avevano chiesto aiuto a un esponente del clan Parisi per vendicare l’insulto di un automobilista, sono state licenziate. Gli ispettori mandati dal Viminale hanno già incontrato Decaro, candidato alle Europee ieri da Elly Schlein. La commissione avrà 3 mesi di tempo, prorogabili di altri 3, per presentare la propria relazione al prefetto che poi avrà altri 45 giorni per inviare le conclusioni al ministro. […]

 

BARI: VERSO AUDIZIONE DECARO E EMILIANO IN ANTIMAFIA, PD-AVS-IV CHIEDONO PIANTEDOSI 
(LaPresse)
- Ascoltare in commissione Antimafia, dopo aver esaminato gli atti, il procuratore di Bari Roberto Rossi, il sindaco Antonio Decaro e il governatore della Puglia Michele Emiliano. È questo, secondo quanto apprende LaPresse, l'orientamento emerso nel corso dell'ufficio di presidenza della commissione. Dopo l'esame degli atti e queste tre prime audizioni, poi, Pd, Avs e Iv si sono riservati di chiedere anche l'audizione del ministro dell'interno Matteo Piantedosi per le "modalità improprie" che hanno portato all'attivazione della commissione del Viminale per il comune di Bari. La presidente della commissione Chiara Colosimo (FdI), secondo quanto viene riferito, si è detta però contraria. 

 

 

michele emiliano e antonio decaro 3

2. BARI, LE MANI DEL CLAN SUI TRASPORTI LOCALI "QUI IL BOSS DECIDE ANCHE LE ASSUNZIONI" IL DOCUMENTO

Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato per "la Stampa"

 

Il 6 settembre del 2018 gli investigatori della Mobile di Bari continuano ad ascoltare il telefono di Tommaso Lovreglio, nipote di Savino Parisi, capo indiscusso della famiglia Parisi-Palermiti egemone nel capoluogo e provincia, detentore di un unicum criminale quello della doppia affiliazione (anche alla ‘ndrangheta).

 

michele emiliano decaro

Lovreglio è ritenuto dalla Dda l'uomo chiave dell'ascesa politica della consigliera eletta nel centrodestra (poi transitata nello schieramento opposto con la pubblica contrarietà dell'attuale sindaco Decaro) Maria Carmen Lorusso, ma il punto è un altro: «Da me deve passare. Do io il lasciapassare» dice al suo interlocutore.

 

Per spiegare poi – con immediatezza disarmante – chi comanda dentro la Amtab, azienda municipalizzata trasporti autofiloviari, interamente partecipata dal Comune di Bari. «Comanda lui e la famiglia Parisi», è la sintesi dei i poliziotti. Perlomeno in un settore della società perché in quei giorni si devono decidere quattro assunzioni temporanee «per gli addetti alla sosta in occasione della Fiera del Levante».

 

LISETTA CAPRIATI - ANTONIO DECARO - ANNALISA MILZI

In quei casi, «come per i concerti e le partite di calcio – si legge nel decreto che dispone l'amministrazione giudiziaria dell'azienda decisa il 22 febbraio scorso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bari – l'Amtab fa ricorso ad agenzie di lavoro per acquisire personale». Ma il mazzo ce l'ha in mano il nipote di don Savino. «Fa lui i nomi, non c'è nessuna scrematura sulla base di curricula» annotano gli investigatori. Lavora nell'azienda trasporti dal 2004. Lo racconta la banca dati dell'Inps.

 

«Si deve passare prima da lui» dicono gli intercettati. Ha ridotto a semplice passacarte (e vittima di estorsione) il povero Giovanni Del Core che nella municipalizzata – al contrario di Lovreglio semplice dipendente, un ruolo ce l'ha pure: è il responsabile dell'Area Sosta. Ma non decide nulla. È assoggettato, dicono i pm. «Evidentemente, l'agenzia del lavoro in forza di pregressi e opachi accordi si rende disponibile a certificare il mero dato numerico riconducibile alla forza lavoro necessaria certificandone l'idoneità con una falsa attestazione».

michele emiliano antonio decaro

 

Ecco, sono queste centinaia di pagine unite a una richiesta di proroga di intercettazioni stilata dallo Sco della squadra Mobile ad aver ispirato l'iniziativa di nominare una commissione di accesso al Comune di Bari il cui "timing" (quantomeno questo) ha generato in città sdegno e polemiche trasversali.

 

Più degli arresti dei politici. Perché i risultati dell'inchiesta dell'ufficio giudiziario guidato dal procuratore Roberto Rossi sono serissimi soprattutto su questo versante e cioè i corposi tentativi dei clan di penetrare negli affari leciti. Il signor Del Core lo sa che non può dire no ai Parisi clan storico e più ricco dei Capriati (meglio attrezzati sul fronte militare): È lampante – si legge agli atti – la sua consapevolezza di non poter respingere le rivendicazioni del nipote del boss avanzate per far assumere soggetti legati da vincoli di parentela all'organizzazione mafiosa.

 

Lo sa a tal punto che quando da un lato pezzi di dirigenza gli segnalano dei nomi e dall'altra i Parisi «impongono la loro lista», va in crisi: «Stanotte non ho dormito. Mi hanno messo in una situazione guarda!». Si offre di andare a parlare col presidente dell'azienda, ma Lovreglio lo interrompe subito: «Vedi che non è il padrone eh. Belli belli adesso si sentono che comandano? Mi hanno scassato il c….o, non esiste. Quelli che a cui ho detto che andranno a lavorare, andranno a lavorare».

 

antonio decaro cado dalle nubi meme

Ancora, dirà:«Il presidente mo' me la vedo io che se continua così poi se li risolve da solo i problemi in mezzo alla strada (da intendersi che Lorevglio gli avrebbe ritirato la "copertura" secondo i pm)». Annotano gli investigatori. «L'epilogo della conversazione sarà che Lovreglio otterrà tutto ciò che aveva preteso». Insieme a lui, all'Amtab, lavorano in pianta stabile e almeno dal 2014, Massimo Parisi (fratello di Savino) e Michele De Tullio (detto "Sorroghiaccio") tutti indagati per mafia o per singoli reati aggravati dal metodo mafioso […]

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