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“IRMA LA TROIA” - A BARI PERIZIA CALLIGRAFICA PER SCOPRIRE CHI HA DATO DELLA PROSTITUTA ALLA CONSIGLIERA COMUNALE IRMA MELINI DURANTE UNA SEDUTA DI VOTO - “DALLE PRIME VALUTAZIONI IL TRATTO ARMONIOSO FAREBBE PENSARE CHE POSSA ESSERE UNA COLLEGA. PER ME SAREBBE DAVVERO INACCETTABILE”
1- PERIZIA CALLIGRAFICA SUI CONSIGLIERI PER L'INSULTO SESSISTA
Elisa Forte per La Stampa
Chi ha scritto "Irma la tr"(ma nella versione originale i puntini non c' erano) su una scheda di voto durante una seduta del consiglio comunale per le elezioni a scrutinio segreto dei componenti della giuria popolare a Bari? La destinataria dell'insulto sessista che ora fa arrossire di vergogna è la combattiva consigliera comunale di centrodestra Irma Melini, 38 anni, eletta nel 2014 con Forza Italia, poi confluita nel gruppo misto.
Nella flebile voce dell'opposizione al governo cittadino guidato dal renziano Antonio Decaro (sindaco di Bari e presidente dell' Anci) quella di Irma Melini spicca sempre: «Chi pensa di fermarmi così, ha sbagliato». Melini sta all' opposizione con un impegno totalizzante. Se serve alza la voce. Se non l' ascoltano registra discorsi, fa dirette social, scrive, incalza, denuncia.
Quando l' imbarazzato e titubante consigliere si è trovato davanti quella scheda con la scritta triviale, in Consiglio è scoppiato il caos. Irma Melini ha pianto. «Che dolore immenso e incancellabile avrà provato oggi mia madre?». Si è ripresa subito - grazie anche alla solidarietà immediata e trasversale ricevuta - e non ha esitato ad affrontare a viso aperto tutti i colleghi del consiglio comunale. Vuole scoprire il colpevole.
Irma Melini ha denunciato ignoti per vilipendio all' istituzione comunale, offesa a pubblico ufficiale e diffamazione aggravata. Ricevuta e confortata dal procuratore Giuseppe Volpe ha allegato una copia della scheda incriminata, la 23esima del Consiglio comunale, dichiarata nulla. Ora ci penserà il procuratore aggiunto Roberto Rossi ad avviare tutte le indagini che dovranno inchiodare l' autore o l' autrice alle sue responsabilità.
In Procura sono state consegnate le immagini della seduta visibili a tutti, tra l' altro, sia sul portale del Comune di Bari che sul sito e sull' emittente televisiva Telebari. Fino a ieri i consiglieri di centrodestra e centrosinistra avevano annunciato pubblicamente di volersi autotassare per "assumere" un grafologo. Hanno dichiarato anche in una nota stampa di voler risolvere la questione celermente all' interno del Municipio sottoponendosi a perizia calligrafica volontaria. Insomma: per una volta la politica vuol fare prima dei magistrati.
Sì, ma solo a parole. Dopo gli annunci, c' è stata la ritirata. Ieri mattina all' appuntamento per l' estrazione del nome del grafologo c' erano 13 consiglieri. Poi, il contrordine. Il capogruppo del Pd Marco Bronzini in sostanza ha detto: «Ci penseranno i giudici». Altro che perizie fai da te, insomma. E così i volontari della caccia al colpevole sono rimasti solo in tre: Fabio Romito del gruppo misto, Michele Picaro, capogruppo di Area Popolare-Ncd, e Francesco Giannuzzi, capogruppo della Lista Decaro Sindaco.
Estratto il nome della grafologa, Mimma Belviso, iscritta nella lista dei periti del Tribunale di Bari da incaricare per esaminare la grafia dei consiglieri che vorranno sottoporsi volontariamente autotassandosi, ora sembra che a pochi interessi «fare l' esame». «La magistratura farà il suo lavoro - dice il sindaco Antonio Decaro - ma l' autore di questo atto è ancora in tempo per chiedere pubblicamente scusa alla consigliera e all' intero consiglio comunale».
E Lorena Saracino, presidente degli Stati generali delle donne di Bari, sottolinea: «Questa è una cultura patriarcale violenta, praticata a volte anche dalle donne, portatrici insane, che è nelle istituzioni da tempo». La consigliera di Parità Nazionale supplente, Serenella Molendini, solidarizza: «Le donne tutte ti sono accanto, cara Irma».
2 - «OFFESA PER COLPIRMI SE FOSSE UNA DONNA SAREBBE INACCETTABILE»
EL. FOR. per la Stampa
Irma Melini è ai fornelli. È il compleanno del marito e sta cucinando per la cena con 12 commensali. Tra un piatto e l'altro parla al telefono, chatta, manda email. Tante le attestazioni di stima, un mare di solidarietà, ma dal Consiglio comunale si aspettava uno scatto di orgoglio.
Hanno attaccato la consigliera comunale, ma per farlo hanno sfregiato la donna. Questo la ferisce ancora di più?
«Assolutamente sì: è un attacco sessista per infangare onorabilità e dignità di una donna politica.La mia attività è inarrestabile: è fastidiosa per molti? Si pensa di colpirmi così?».
Si è dato per scontato che il colpevole sia un consigliere comunale. E se saltasse fuori che è stata una donna?
«Da prime valutazioni la calligrafia ha un bel tratto deciso e armonioso: potrebbe appartenere a una collega. Ma sarebbe davvero inaccettabile per me».
Lei è all' opposizione. Si è sentita tutelata dal sindaco e presidente Anci Antonio Decaro?
«Il sindaco ha esternato la sua condanna tanto da depositare la denuncia. Certo è che mi sarei aspettata che la politica potesse in quello stesso momento intervenire a porte chiuse per individuare l' autore o l' autrice. Solo così la situazione non sarebbe stata per me così oltraggiosa».
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