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SCAZZO DI FUOCO TRA I TRUMPIANI! - LA BASE "MAGA" SI DIVIDE SULLA DECISIONE DEL PRESIDENTE USA DI PUNIRE CON UN ANNO DI CARCERE CHI BRUCIA LA BANDIERA AMERICANA - PER MOLTI È UNA SCELTA PATRIOTTICA, PER GLI ALTRI È UNA NEGAZIONE DELLA LIBERTÀ D'ESPRESSIONE - DOPO L'ANNUNCIO DI TRUMP, UN VETERANO HA DATO FUOCO ALLA BANDIERA DAVANTI ALLA CASA BIANCA: "HO LOTTATO PER I DIRITTI DI OGNUNO DI VOI. NESSUN PRESIDENTE HA IL DIRITTO DI INFRANGERE IL PRIMO EMENDAMENTO..."

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Estratto dell'articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”

 

VETERANO INCENDIA LA BANDIERA USA

Per una parte della base Maga l'ultima decisione di Donald Trump è genuino patriottismo. Per l'altra, la negazione della libertà d'espressione stabilita dal Primo emendamento. Il presidente ha infatti firmato un ordine esecutivo con cui stabilisce che bruciare la bandiera americana diventa un reato punibile fino a un anno di carcere.

 

Non è sfuggito a molti il paradosso: un movimento che si presenta come difensore della libertà statunitense ed è pronto a limitarne l'espressione più radicale. Il presidente leader del "partito del risentimento" che invita alla calma, ma anche l'uomo che ha graziato chi, quattro anni fa, strappò le bandiere Usa dal Campidoglio per sostituirle con quelle inneggianti a Trump.

 

BANDIERA USA IN FIAMME

La decisione viene vista come un test sulla democrazia: se la libertà di parola sopravvive solo quando il presidente ne approva il contenuto, allora quella libertà non esiste davvero. Incendiare la bandiera è un atto estremo che ferisce molti, perché simbolicamente si distrugge un elemento identitario. Ci sono bandiere a stelle e strisce ovunque, negli Stati Uniti, però dall'89 la Corte Suprema ha riconosciuto il diritto di bruciarle come forma di «protesta simbolica». [...]

 

Donald Trump al CPAC 2020 abbraccia la bandiera Usa

Lunedì sera, poche ore dopo l'annuncio di Trump, un veterano ha dato fuoco alla bandiera davanti alla Casa Bianca. «Ho lottato per i diritti di ognuno di voi – ha detto rivolto a una ventina di persone – nessun presidente ha il diritto di infrangere il Primo emendamento».