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(ANSA) - "Io popolare? Anche Gesù lo era, ed è finito com'è finito". E' un papa Francesco sempre in vena di frasi che colpiscono l'immaginazione quello che emerge dai primi stralci in anteprima di un'intervista di quasi un'ora alla giornalista Aura Miguel, dell'emittente cattolica portoghese Radio Renascenca, registrata martedì scorso a Santa Marta e in onda integralmente lunedì 14 settembre. "Molte volte mi chiedo come sarà la mia croce, come è la mia croce. Le croci esistono, non si vedono ma ci sono. Anche Gesù in un certo momento è stato molto popolare, ed è finito come è finito. A nessuno è garantita la felicità mondana", risponde il Pontefice a una domanda su come si senta a essere così popolare.
Negli altri due brevi spezzoni il Papa si sofferma sul fatto di "non aver mai conosciuto un portoghese cattivo", ricordando anche un collega di lavoro portoghese del padre, e invoca sugli ascoltatori la protezione della Vergine di Fatima. Ma molto altro si attende dal resto dell'ampia intervista, in cui Francesco affronta vari argomenti, tra cui la questione dei rifugiati-migranti, il Sinodo, le questioni della famiglia. Intanto, sue espressioni significative arrivano anche dall'omelia di stamane a Santa Marta, in cui ha spiegato che per essere misericordiosi verso gli altri, dobbiamo avere il coraggio di accusare noi stessi. E dobbiamo imparare a non giudicare gli altri, altrimenti siamo ipocriti: un rischio, ha avvertito, da cui tutti si devono guardare, "dal Papa in giù".
BERGOGLIO IN PREGHIERA AD ARICCIA
"Generosità del perdono, generosità della misericordia", ha chiesto il Papa, parlando della "ricompensa" divina: "non giudicate, non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati". E il "primo passo" per andare su questa strada "è l'accusa di se stessi. Il coraggio di accusare se stessi, prima di accusare gli altri". Insomma, bisogna prima togliere la trave dal proprio occhio, accusare se stessi, e non sentirsi "il giudice per togliere la pagliuzza dagli occhi degli altri".
"E Gesù - ha spiegato ancora - usa quella parola che soltanto usa con quelli che hanno doppia faccia, doppia anima: 'Ipocrita!'. Ipocrita. L'uomo e la donna che non imparano ad accusare se stessi diventano ipocriti. Tutti, eh? Tutti. Incominciando dal Papa in giù: tutti". Anzi, "se uno di noi non ha la capacità di accusare se stesso e poi dire, se è necessario, a chi si devono dire le cose degli altri, non è cristiano". Il primo passo, dunque, ha ribadito il Papa, è questo: chiedere "la grazia al Signore di una conversione" e "quando mi viene in mente di pensare ai difetti degli altri, fermarsi".
BERGOGLIO SULL AEREO CON PADRE FEDERICO LOMBARDI
Papa Bergoglio
"Perché quello che sa guardare soltanto le pagliuzze nell'occhio dell'altro, finisce nella meschinità: un'anima meschina, piena di piccolezze, piena di chiacchiere". Per canonizzare "una persona - ha concluso Francesco con un altro esempio dei suoi - c'è tutto un processo, c'è bisogno del miracolo, e poi la Chiesa" la proclama santa. "Ma - ha annotato - se si trovasse una persona che mai, mai, mai avesse parlato male dell'altro", la "si potrebbe canonizzare subito".
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