COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Maurizio Belpietro per “la Verità”
maurizio belpietro intervistato
Nessuno può sospettarci di voler fare un favore ai Benetton. Quando il ponte Morandi è crollato seppellendo 43 persone, siamo stati i primi a raccontare chi ci fosse dietro la società concessionaria del viadotto. In quei giorni non solo calcolammo quanti miliardi di utile si fosse messa in tasca la famiglia di Ponzano Veneto grazie ai pedaggi autostradali, ma rivelammo anche che mentre a Genova si scavava tra le macerie alla ricerca dei morti, a Cortina si festeggiava il Ferragosto con un menù sobrio, ma ricercato.
Insomma, mentre altri organi di stampa cosiddetti indipendenti nascondevano il loro nome, noi agli azionisti della società Autostrade non abbiamo fatto sconti. Dunque, avendo noi puntato il dito quando era il momento di puntarlo, cosa che continueremo a fare anche in futuro se si renderà necessario, oggi non proviamo alcun imbarazzo nel dire che se fossimo nei panni del commissario alla ricostruzione chiederemmo al governo di affidare proprio all' azienda dei Benetton la ricostruzione del manufatto.
Sappiamo bene che nel decreto del governo c' è una norma che lo impedisce, anche perché in una recente trasmissione televisiva ci siamo premurati di chiarire la questione, chiedendone conto direttamente al sindaco del capoluogo ligure. Chi meglio di Marco Bucci, ossia dell'uomo incaricato dall' esecutivo di sovrintendere ai lavori, può sapere se i Benetton possono rimuovere le macerie e i palazzi danneggiati, tirando su un nuovo ponte?
E infatti l'altra sera il commissario ha spiegato che la legge lo esclude, precisando che per la realizzazione del progetto che sostituirà il Morandi bisognerà fare una specie di bando. In pratica, verranno chiamate cinque o sei società, le quali dovranno presentare la loro offerta. Dopo di che Bucci e i suoi collaboratori sceglieranno a chi, fra le candidate, affidare l'incarico di demolire e ricostruire.
In linea teorica la procedura è corretta. Il governo non vuole che sia Autostrade a mettere mano ai lavori, riproducendo quel conflitto di interessi tra concessionario e manutentore emerso nelle giornate immediatamente successive al crollo.
E poi l'esecutivo non vuole venir meno alla parola data agli italiani, quando a cadaveri ancora caldi promise che le Autostrade sarebbero state strappate di mano alla famiglia di Ponzano Veneto per affidarle a persone ritenute più sensibili alla sicurezza degli italiani. Come dicevamo, tutto ciò è comprensibile, anche in vista di una causa con richieste di risarcimenti per miliardi, e dunque ogni mossa va studiata alla perfezione per evitare di dare un vantaggio al concessionario.
Tuttavia, pur condividendo il metodo, siamo convinti che richiamare Autostrade sulla scena del delitto sia la scelta più responsabile e spieghiamo subito perché, prima di essere presi a male parole. Come abbiamo visto nelle scorse settimane, per quanto Salvini e Di Maio abbiano cercato di fare in fretta, per la sola nomina del commissario alla ricostruzione ci sono voluti tre mesi. Prima qualche indecisione sulla scelta della persona cui affidare l' incarico, poi le lentezze ministeriali nel fare le nomine, infine i controlli dei vari enti per evitare contestazioni.
proteste genova valpolcevera 3
Insomma, le settimane sono trascorse senza rimuovere un calcinaccio e senza posare un solo mattone del nuovo ponte. Anzi, invece delle prime opere non c'è neppure il progetto, e per vedere il plastico del viadotto che deve attraversare Genova ci vorranno mesi, come per qualsiasi opera pubblica.
Il sindaco dice che l' infrastruttura sarà pronta per il 2020, ma non è chiarissimo se la data coinciderà con l' inizio o con la fine dell' anno. In pratica, non si sa se l' opera che prenderà il posto del Morandi sarà completata in uno o in due anni.
Conoscendo le lungaggini italiane, dove anche solo per piantare un chiodo nel muro si deve fare domanda e aspettare con pazienza, si rischia di lasciare per parecchio tempo le cose come stanno, bruciando soldi, ma soprattutto dimostrando al mondo che anche con il governo del cambiamento, quando ci sono di mezzo le opere pubbliche, il nostro Paese non cambia mai.
Per questo chiedo al sindaco Bucci di premere sull' esecutivo affinché cambi le regole d' ingaggio, e affidi ad Autostrade la costruzione. L' azienda dichiara di essere in grado di consegnare il nuovo ponte nei tempi di una gravidanza. Bene, lo facciano senza trovare scuse, rispettando i tempi e i costi. Sarà un primo modo per cominciare a risarcire gli italiani. Il resto verrà dopo, a indagini concluse.
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