DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
BEPPE GRILLO E I CONSIGLIERI M5S DI ROMA
Una foto per congelare il conflitto. Dopo mesi di gelo, Beppe Grillo mette finalmente piede in Campidoglio e si lascia immortalare con Virginia Raggi e il resto dei consiglieri cinquestelle. «Siete una bella squadra - è l’esordio - mi aprite il cuore». Nessun faccia a faccia tra il leader e la sindaca, però. Non è ancora il momento, né è detto che questo arrivi prima del “tagliando” di gennaio, reclamato a gran voce dai nemici interni della prima cittadina. «Come mai qui in Campidoglio? Uno vive - dice enigmatico il Fondatore - vede, guarda, osserva, valuta...».
Il teatro è una delle sale del Comune, scelta che scatena gli attacchi di militanti dem sui social. Di fronte alla squadra pentastellata, il comico genovese veste ovviamente i panni del motivatore: «Siete il Movimento - ricorda - state rivoluzionando la città. Virginia è una macchina da guerra. Ce li abbiamo tutti contro, è una meraviglia. Siamo dei leoni». E la sindaca, giocando per una volta di sponda con Beppe: «Certo ci sono le emergenze, eredità del passato, ma non ci spaventano. E di certo non ci fermeranno. La rivoluzione a cinque stelle continua».
Per Grillo, in realtà, il messaggio che conta è soprattutto quello fatto recapitare informalmente a Raggi prima del summit al Comune: «Noi ci giochiamo tutto nei prossimi due mesi - il senso del ragionamento - e tu non puoi fare come vuoi. Rappresenti il Movimento, devi coordinarti con noi».
Opinioni condivise durante la missione romana con l’ala ortodossa, capitanata da Roberta Lombardi, Carla Ruocco e Paola Taverna. Guerreggiano da mesi con la sindaca e dopo l’intervista a Repubblica l’ex capogruppo alla Camera ha anche pregato Grillo di mettere in riga lo staff di comunicazione guidato da Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, ormai invisi a molti parlamentari del Movimento. Un appello per ora caduto nel vuoto.
Il caso Campidoglio non esaurisce le grane del Movimento, come dimostrano alcuni dettagli. Martedì sera, ad esempio, il leader convoca a cena Roberto Fico e Carlo Sibilia. Non c’è Luigi Di Maio, però. Nonostante gli sforzi, il Fondatore non riesce ancora a siglare un’autentica tregua tra i due capi corrente, con strascichi pesanti nei gruppi parlamentari. Mentre a Roma si duella, a Torino Chiara Appendino gioca invece una partita assai diversa.
Si muove con cautela, smentisce l’irritazione verso Raggi e scala posizioni nel Movimento. Qualche indicazione sul grillismo che verrà si potrà cogliere al termine dello scrutinio (elettronico) nel voto sul nuovo regolamento e “Non Statuto”. Il rischio di non raggiungere il quorum del 75% agita fino a tarda sera i vertici, tanto che Grillo è costretto ad appellarsi ai militanti sul blog: «Vi prego di andare e di votare. Anche se perdete dieci minuti, sono dieci minuti del vostro tempo per un grande passo per l’umanità». Comunque vada, potrebbe non essere finita qui. L’avvocato Lorenzo Borrè, legale di alcuni attivisti espulsi, già minaccia ricorsi: «Le nuove regole - avverte - sono nulle».
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