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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Antonio Amorosi per "Il Foglio"
A nulla sono servite le dichiarazioni a La7 dell'economista Jean-Paul Fitoussi su Beppe Grillo: "Lui ripete quello che ha sentito qua e là . Non ha ricette. Nessuno di noi economisti, da Stiglitz a Krugman, gli ha mai fatto da consigliere". Grillo riparte, in giro per l'Italia con il "Tutti a casa tour".
Le prossime amministrative daranno un responso su come il paese ha vissuto tre mesi di Movimento 5 stelle in Parlamento. Grillo e Casaleggio sono pronti a radicalizzare il loro modello di opposizione e quello del Movimento. "Commissioni! Saremo in ogni commissione a fare i cani da guardia", ci ha detto un parlamentare emiliano riferendosi a cosa farà adesso l'M5s per non tenere i suoi voti in naftalina.
Ma tra alti e bassi la solita retorica delle commissioni sembra solo l'arma più fiacca delle mosse in campo. I grillini guardano a Pd e al Pdl come a prede da fagocitare per imporre la "democrazia digitale" tanto amata da Casaleggio. "Siamo al 30 per cento, ci prenderemo tutto il paese alle prossime elezioni. Ce lo prenderemo in macerie, saremo la Protezione civile", ha esordito il comico prima di arrivare ad Avellino, prima tappa del tour.
E ieri in Puglia ha rincarato la dose: "Io spero in una nostra affermazione totale perché se non ci affermiamo noi ci saranno le barricate, si dovranno assumere loro la responsabilità ". E' solo l'inizio delle tre mosse che il Movimento sta preparando. Primo: spaccare il Pd; secondo: prendere almeno la presidenza di una commissione; terzo: votare l'ineleggibilità di Berlusconi. In ogni momento di contatto con gli attivisti più vicini, Grillo continua a ripetere da giorni questo mantra: "Se il Pd avesse dato un segnale, avremmo trovato un accordo".
La mossa maestra sembra infatti ancora quella di colpire il Pd, anche negando l'evidenza, in quanto bacino di voti naturale per il Movimento. Come? Reiterando il caso Rodotà , spaccando ulteriormente i deputati e risucchiando qualche elettore.
In questa funzione vanno lette le recenti proposte di incarichi avanzate da esponenti del Movimento a candidati Pd ben visti dalla base ma non dai vertici del partito. Come nel caso del magistrato Felice Casson alla presidenza della Giustizia in alternativa al pidiellino Nitto Palma. Poi ci sono le due presidenze di commissioni su cui Grillo punta: il Copasir e la Vigilanza Rai.
Per il "Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e di controllo dei servizi segreti" tutto il Movimento converge su un'unica soluzione: la giovanissima Giulia Sarti, ascesa alle cronache per l'hackeraggio delle sue email qualche settimana fa.
Dulcis in fundo l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi, da votare subito e sventolare a ogni folata di vento, in Parlamento e nelle piazze ("quelli del Pd non lo votano perché inciuciano col Pdl", ripete Grillo), una volta che il cappio della magistratura sarà stretto.
All'interno del Movimento invece, dopo lo scontro su stipendi, indennità e diarie, che ha messo a dura prova i nervi dei parlamentari, sembra essere tornata la calma piatta. "Succede ogni volta. Quando il Movimento non è oggetto di critiche puntuali si avviluppa su se stesso. Eravamo molto tesi l'altra sera in assemblea", commenta un deputato del sud che vuole restare anonimo ma che non nasconde le critiche al modello Grillo-Casaleggio.
Sul caso della rendicontazione delle spese extra stipendio (circa 8.000 euro non tassabili) Grillo aveva esordito sul suo blog la settimana scorsa: "Houston, abbiamo un problema. Di cresta. Ebbene, va ammesso. Un piccolo gruppo non vuole restituire la parte rimanente delle spese non sostenute". E giù scontri e confronti, "black list" per sbugiardare i parlamentari sempre più irritati.
"Il problema cardine è che ci sono alcune incongruenze. Pagheremo le tasse su più di 10.000 euro (la parte imponibile, ndr). Ci restano solo 5.000 euro lordi. Abbiamo solo esposto un problema, mica altro. Non si può neanche parlare. Ci tratta come degli idioti", ha aggiunto il parlamentare. Ma il siparietto si è chiuso con la parola "rendicontazione". Poco interessa quale proposta politica siano in grado di portare i neo parlamentari pentastellati. La proposta infatti è già scritta.
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