BERGOGLIO SENZA PREGIUDIZIO: LA CANOSSA DELLA KIRCHNER

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Da "Il Foglio"

"Quando stavano tutti e due a Buenos Aires, la Presidenta si rifiutava di percorrere 50 metri per ascoltare le omelie del cardinale Bergoglio nella cattedrale, e adesso ha dovuto fare un viaggio di undicimila km". Così una anonima "fonte ecclesiastica", secondo la stampa argentina, sulla visita di Cristina Fernández de Kirchner all'ex arcivescovo di Buenos Aires, ex primate della chiesa argentina Jorge Mario Bergoglio, oro Papa Francesco. "Bergoglio non è più Bergoglio, ora è il Papa", avrebbe d'altronde spiegato lei stessa al suo entourage dopo aver superato un iniziale disappunto (sembra che il suo primissimo commento alla notizia fosse stato: "Non possiamo avere una sfortuna del genere").

Un viaggio dunque molto più lungo, anche se assai meno disagiato, di quello che dovette compiere l'imperatore Enrico IV per presentarsi a Canossa da Gregorio VII. Kirchner non ha dovuto aspettare a piedi nudi nella neve vestita di sacco e col capo coperto di cenere, ma dopo una ventina di minuti di colloquio il Pontefice l'ha addirittura invitata a pranzo, e si sono scambiati regali.

Lui a lei, in passato accusata nelle sue omelie di "delirio di grandezza" e di "ambizioni smisurate", oltre che di "non farsi carico della gente": libri della Conferenza episcopale latinoamericana (Celam) "molto interessanti"; una targa d'argento in ricordo della mediazione della Santa Sede sul conflitto tra Argentina e Cile per le isole del Canale di Beagle; una rosa bianca, "in onore di Santa Teresita di cui è un devoto"; e anche un bacio sulla guancia. "Che emozione, è la prima volta che ricevo un bacio da un Papa!".

Lei a lui, che dal defunto marito di Cristina, Néstor, era stato definito "cardinale oppositore" e "ispirato dal diavolo": un kit per il mate - la bevanda- icona della argentinità - e una sciarpa di alpaca "per riscaldarsi nel freddo europeo". Sarebbe forse irriverente tradurre i doni di lui in un "cerca di studiare quel che veramente vuole la chiesa e cerca di essere meno conflittuale", e quelli di lei in un "e tu ricordati che sei argentino". Ma comunque una piccola Canossa è stata.

Stando a quanto vanno dicendo in Argentina, l'operazione Vaticano è stata corredata anche da espliciti ordini ai kirchneristi: smetterla di tirar fuori la vecchia storia delle compromissioni di Bergoglio col regime militare, anche se nella jungla dell'ideologia qualche ultimo giapponese rimane sempre. Il fatto è che, magari in modo un po' infantile, il nazionalismo popolare argentino ha preso l'elezione del primo latinoamericano al Soglio con lo stesso spirito delle vittorie calcistiche, lo stesso popolo peronista sta costruendo una piccola leggenda sulla militanza giustizialista del giovane Bergoglio prima di farsi prete: dun que ipotizzare che forse il Papa argentino non ebbe abbastanza coraggio per salvare due gesuiti sequestrati equivarrebbe a dire che la finale di Maradona in Messico fu comprata.

Battaglia perduta in partenza, e fonte di inutili grattacapi per la Presidenta, che punta a cambiare la Costituzione per potersi candidare una terza volta. Piuttosto, meglio ottenere il "perdono", sintonizzarsi sull'entusiasmo del popolo cattolico e coglierne i possibili dividendi. Ad esempio, l'essere stata il primo capo di stato ricevuto dal nuovo Pontefice.

Ma, forse più importante ancora, chiedergli un appoggio sulla questione delle Falkland Malvinas. Dopotutto l'anno scorso, da arcivescovo, Bergoglio alla messa per i trent'anni dalla guerra aveva invitato a "pregare per i caduti, i figli della terra che andarono a difendere la loro madre patria e che andarono a difendere quello che era suo e che le era stato usurpato".

 

CRISTINA KIRCHNER E PAPA BERGOGLIO CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO