BERLINO SOTTO TIRO - PUTIN PIAZZA MISSILI NUCLEARI ALLE PORTE D’EUROPA, COME RIPICCA PER LO SCUDO NATO

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Matteo Alviti per "La Stampa"

A ventiquattro anni dalla caduta del Muro di Berlino, la guerra fredda starebbe tornando a bussare alle porte d'Europa, stavolta dall'enclave russa di Kalinigrad. In quel fazzoletto di terra stretto tra Polonia e Lituania, di fronte al Mar Baltico, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe fatto stazionare una batteria di missili a corta gittata in grado di alloggiare testate nucleari. Una risposta al sistema di difesa missilistica che gli Usa e la Nato intendono allestire come barriera dall'Iran e dalla Corea del Nord di Kim Jong Un.

È stato il tabloid «Bild», ieri, a lanciare la notizia filtrata da fonti dei servizi di sicurezza. Secondo quanto rilevato da immagini satellitari «segrete» a Kalinigrad e sul confine occidentale russo, verso i Paesi baltici, sarebbero stati trasportati negli ultimi dodici mesi un «numero a due cifre» di missili «Iskander - M, codice Nato SS-26 Stone».
Caratteristica di questo tipo di vettori con una gittata massima di circa 500 chilometri è quella di poter essere armati, oltreché in maniera convenzionale, anche con testate nucleari, scrive il tabloid.

È dalla fine del 2011 che si parla di Iskander a Kaliningrad, ma Mosca ha sempre smentito. Ieri dal quartier generale Nato a Bruxelles non sono giunte reazioni: «Sono in corso verifiche», ha detto una fonte all'Ansa.

In Germania né il ministero della Difesa, né quello degli Esteri, hanno voluto esprimere commenti sull'esclusiva di «Bild». Nonostante i missili potrebbero essere a meno di 500 chilometri da Berlino. Meno di 300 da Varsavia.

Solo poche settimane fa la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva invitato il presidente Putin a posizioni meno categoriche. Allora Merkel si riferiva all'Ucraina, dove decine di migliaia di persone manifestano per non interrompere il dialogo con l'Ue a vantaggio di Mosca, ma le sue parole si adattano alla situazione rivelata da «Bild». «Vogliamo che la Russia sia un partner strategico», aveva detto la cancelliera, ma «dobbiamo superare gli ultimi retaggi della guerra fredda».

In una contesa con Washington che va avanti da anni Putin si è sempre opposto allo scudo missilistico Nato in Europa. Il presidente russo lo ritiene inutile - tanto più oggi che il dossier sul nucleare iraniano sembra in via di risoluzione -, oltreché una potenziale minaccia per il suo Paese. Dal primo progetto di difesa tra Polonia e Repubblica Ceca, ridimensionato e rimodellato dal presidente Usa Barack Obama, l'atteggiamento del Cremlino non è cambiato.

Solo tre giorni fa Putin aveva fatto intendere molto chiaramente come vedesse il ruolo della Russia nei prossimi anni. Seppure Mosca non aspiri «allo status di superpotenza, come pretesto per esercitare l'egemonia», aveva attaccato nel suo discorso alla nazione di giovedì, «nessuno deve illudersi sulla possibilità di ottenere una superiorità militare sulla Russia: risponderemo a ogni sfida, politicamente e tecnologicamente».

Con il progetto dello scudo, si rischia di annullare i progressi fatti sul disarmo nucleare, aveva avvertito Putin giovedì. Della razionalità del filosofo Immanuel Kant, che proprio a Kaliningrad (allora la prussiana Königsberg) è nato e vissuto, sembrano essersi perse le tracce. La «pace perpetua» sta ancora cercando casa.

 

 

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