DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI…
Carmelo Lopapa per "La Repubblica"
Si rivede nel film su Forza Italia - che è soprattutto il film sui suoi ultimi vent'anni - e Silvio Berlusconi si commuove. Soprattutto quando le telecamere indugiano sul suo abbraccio a una donna dell'Aquila che aveva perso tutto, all'indomani del Terremoto. Giovedì sera, Palazzo Grazioli, prima visione per pochi intimi del documentario di 1 ora e 40 minuti montato dal deputato Francesco Giro dopo aver selezionato 40 ore di videocassette.
In salotto, oltre al «regista», Alfano e Gianni Letta, Verdini, Santanché e il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, Michaela Biancofiore e Maria Rosaria Rossi con la fidanzata del leader, Francesca Pascale. Il discorso presto finisce sull'attesa spasmodica dell'udienza di Cassazione sui diritti Mediaset di mercoledì 30.
«Non ne posso più, non vedo l'ora che tutto finisca» confessa il Cavaliere mentre scorrono le immagini della Nave Azzurra e poi quelle di lui a Piazza San Babila. Ma l'ipotesi del rinvio della sentenza, spiega agli ospiti, resta forse la più probabile, dato che «l'avvocato Coppi porterà in udienza nuove motivazioni per l'accoglimento del ricorso», che inevitabilmente dilazioneranno i tempi. Per il momento l'invito ad Alfano e ai "falchi" Verdini e Santanché è a portare avanti l'azione di governo senza contraccolpi.
Dopo il 30 si vedrà . Anche se per la prima volta Berlusconi si lascia andare a un affondo tutto politico sul governo Letta. «In questi giorni - rivela - ho sentito i responsabili di tutte le categorie produttive e non ne ho trovato uno solo favorevole all'azione portata avanti da questo governo», è lo sfogo che lascia silente il vicepremier Alfano.
Alterna momenti di fiducia ad altri di rassegnazione, in vista del responso, racconteranno alcuni dei commensali. Non c'è Forza Italia - progetto che comunque, conferma, decollerà a settembre - o riforme istituzionali che lo distraggano dall'unico incubo. Che l'ex premier esorcizza di tanto in tanto con le immancabili battute. «Ma poi, mi porterete le arance in carcere?» chiede suscitando l'ilarità dei presenti.
E ancora, con minor tatto, «spero proprio non mi costringano ai domiciliari, sarei prigioniero delle due signore qui presenti» gigioneggia indicando la fidanzata Pascale e l'onnipresente Maria Rosaria Rossi. Ha per nulla voglia di scherzare invece l'avvocato Franco Coppi, testa china sulle carte.
Interpellato sulla strategia processuale in vita di martedì spiega: «Avevamo preso in considerazione l'ipotesi di rinunciare alla prescrizione ed eravamo disposti a farlo, ma è inutile, c'è una giurisprudenza consolidata, che non condivido, che stabilisce che non si può rinunciare se non è maturata» (per il suo assistito scatterebbe tra il 13 e il 14 settembre).
L'ipotesi rinvio resta in ballo ma «allo stato dei fatti», precisa il legale, non è stata avanzata. Sarà per l'approssimarsi della sentenza o per i conti Mediaset attesi per giovedì prossimo, sta di fatto che ieri il titolo in Borsa chiudeva con un meno 1,34 per cento.
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