MATTEO, NON LO FACCIO PIU’! - CON MEDIASET IN DIFFICOLTÀ E L’INCHIESTA PENDENTE SUI SOLDI ALLE OLGETTINE, BERLUSCONI CERCA DI RICUCIRE CON RENZI CHE PERÒ SI NEGA - VERDINI PRONTO A TORNARE IN SELLA

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Ugo Magri per “la Stampa”

 

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Il martellamento di Gianni Letta, che domenica pare abbia chiamato Arcore non meno di dieci volte, produce i primi effetti: Berlusconi si sarebbe convinto a passare sopra l’«offesa» di Renzi, il quale aveva scelto l’inquilino del Colle senza concordarlo. O meglio, al Cavaliere l’affronto brucia ancora, ma un po’ Mediaset che freme, e soprattutto l’inchiesta sui denari alle Olgettine che lo mette a rischio di una pesante condanna, l’avrebbero indotto a cercare qualche forma di contatto col premier finalizzata a riprendere il dialogo.

 

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Un ripensamento, insomma. I primi ambasciatori che si sono fatti avanti nella giornata di martedì sono stati respinti con perdite. Con loro il premier nemmeno ha voluto colloquiare, mostrandosi a sua volta sdegnoso nei confronti di Berlusconi. Però chi è al corrente degli sviluppi scommette che Silvio non può arrendersi e dunque tornerà alla carica col premier, a costo di richiamare dal suo orticello Verdini, che il «cerchio magico» aveva tentato di emarginare. 
 

Da un Matteo all’altro
Anche con Salvini è in atto una trattativa complessa. In apparenza lo scontro è totale, con Forza Italia e Carroccio pronti a sfidarsi nelle Regionali. In palio c’è la Campania, unico luogo dove Berlusconi potrebbe vincere, ma gli occorre l’aiuto di Alfano e Casini. Per questo motivo ieri l’altro Toti ha negoziato l’intesa con Area Popolare. Sennonché Salvini pone l’aut-aut: «Berlusconi scelga se stare con noi o con Alfano». Piuttosto la Lega correrà da sola in Veneto, nella convinzione di potercela fare ugualmente a confermare Zaia.

renzi berlusconirenzi berlusconi

 

Il 28 febbraio Salvini punta sul botto mediatico della sua manifestazione a Roma, in attesa di farne un’altra con Marine Le Pen. Toti, consigliere berlusconiano, alza le spalle: alla kermesse romana della Lega «noi non andremo». La scelta è fatta, l’interlocutore di Forza Italia sarà Alfano. Sempre, si capisce, che Renzi non obblighi Angelino a sganciarsi dal Cavaliere: circostanza possibile, anzi per certi aspetti logica e probabile... Ed è qui che possono spuntare grandi sorprese.

 

Perché Berlusconi risulta infatuato, politicamente, di Salvini. Lo considera bravo e vincente, al punto da accarezzare l’idea di farci in prospettiva un partito insieme, qualora l’altra operazione non vada in porto. Si racconta che avrebbe addirittura già prudentemente registrato un simbolo e un nome: «Lega l’Italia». Matteo (non Renzi, Salvini) diventerebbe a quel punto il candidato premier...
 

BERLUSCONI  SALVINIBERLUSCONI SALVINI

Azzerato l’azzeratore
Con atto d’imperio, Berlusconi ha commissariato Forza Italia in Puglia, caposaldo dell’ex ministro Fitto, mettendone a capo un ex deputato di nome Vitali che non candiderà nessuno dei consiglieri ribelli alle Regionali. Fitto protesta per la violenza della decisione («Berlusconi purtroppo continua a sbagliare in una logica autodistruttiva») e garantisce: «Andrò avanti più di prima, non ci spaventiamo». Anche lui terrà una manifestazione a Roma, il 4 marzo, e il deputato ribelle Bianconi denuncia su Facebook pressioni «anche notturne» (da Arcore?) per far fallire l’iniziativa.

Marine Le Pen Matteo Salvini Geert Wilders Harald Vilimsky foto Lapresse Marine Le Pen Matteo Salvini Geert Wilders Harald Vilimsky foto Lapresse