DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
Berlusconi non si illude: Renzi riuscirà a portare a casa l’Italicum e il governo tirerà dritto per i prossimi anni. «Avanti fino al 2018 con la legislatura, no alle elezioni anticipate, no all’Italicum, via Renzi», scrive su twitter Brunetta. Se si andrà avanti fino al 2018 si vedrà, ma secondo Berlusconi è chiaro che servirà tempo per interpretare al meglio la nuova legge elettorale.
silvio berlusconi forza italia
Nel 1994 l’ex premier lo aveva fatto con il Mattarellum e vinse a prima botta, capendo prima di altri come andava applicata la nuova tecnica elettorale che spingeva verso le coalizioni. Oggi, con il voto alla lista, il premio di maggioranza e il doppio turno previsto dall’Italicum, cambiano le regole e Berlusconi sta già cominciando a pensare al nuovo modulo di gioco.
Certamente Berlusconi non ha più la forza di prima, Forza Italia è a pezzi, la sua leadership è fortemente appannata, gli alleati cannibali e pezzi interni del suo partito vogliono ereditarne le spoglie. Lui però non è facile da sbranare e, paradossalmente, potrebbe utilizzare a suo vantaggio l’Italicum.
IL MODELLO REPUBBLICANO
«Vedrete che alla fine faremo una lista unica e non sarà Grillo ma noi a contendere a Renzi il premio di maggioranza al ballottaggio». E quando Berlusconi dice «noi» si riferisce a Forza Italia riveduta, corretta e «depurata», alla Lega di Salvini, ai Fratelli d’Italia della Meloni e, se ci vogliono stare, anche ad Alleanza popolare di Alfano, Casini e Cesa. È quello che l’ex Cav ripete ai suoi fedelissimi e ha spiegato giovedì sera a Milano alla cena del Ppe con il capogruppo del Ppe Weber.
matteo salvini SILVIO BERLUSCONI
SIMBOLO FI SENZA SILVIO
«Io penso solo alla Lega, non mi interessa altro» dice Salvini, chiamandosi fuori da un futuro listone immaginato da Berlusconi sul modello del Partito Repubblicano americano. Ma Salvini, spiegano nella guardia berlusconiana, potrebbe cambiare idea come è successo in Liguria: aveva detto mai in coalizione con gli alfaniani e invece a sostegno di Tosi c’è sia la Lega sia Alleanza popolare.
GIORGIA MELONI - ANDREA GIAMBRUNO
Anche Fitto sarà costretto a fare parte del listone Repubblicano? «Nulla in contrario ma vorrei ricordare - osserva sarcastico Fitto - che il Partito Repubblicano negli Stati Uniti fa le primarie e non c’è un uomo solo al comando che decide tutto e per tutti».
Fitto intanto continua a ragionare come se fosse un partito a sé, tanto che ieri è stata pubblicata sul quotidiano inglese The Telegraph una lettera firmata da lui, scritta da Capezzone e firmata da una trentina di deputati e senatori italiani a sostegno di David Cameron e dei Conservatori inglesi in vista delle elezioni del 7 maggio.
«La lettera - spiega Capezzone - è un primo atto di respiro nel centrodestra italiano. C’è vita e c’è un mondo oltre le liti condominiali». Per Berlusconi le liti condominiali le fanno Fitto e coloro che temono di essere epurati. L’ex Cavaliere pensa solo a rinnovare, a cominciare dalle liste regionali. E vuole far passare come altro segno di rinnovamento anche il fatto che sulla scheda, il 31 maggio, gli italiani chiamati al voto non troveranno più il suo nome dentro il simbolo di Forza Italia. Fitto è convinto che si tratti di un escamotage per non legare il nome ad una sconfitta elettorale.
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