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Francesco Verderami per il “Corriere della sera”
Presidente Berlusconi, è tornato Renzi: politicamente parlando il suo figlio mancato.
«Perché figlio, perché mancato? Il percorso di vita di Matteo Renzi è all'antitesi del mio.
Lui fin da giovanissimo ha vissuto e vive nella politica, nell'apparato di un partito. E si è sempre collocato nella sinistra. Io ho seguito e seguo un percorso esattamente contrario. E poi Renzi ha oggi la responsabilità di aver fatto nascere un altro governo guidato dai 5 Stelle».
Gli ha però augurato successo: quale quota elettorale dovrebbe ottenere?
«Non è questione di cifre. Gli auguro di aver successo perché preferisco per il Paese una sinistra moderna, europea e lontana dalle ideologie e dagli errori del passato. In ogni caso questo riguarda l'altra metà campo».
SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI
Ma Renzi mira anche ai voti di Forza Italia.
«Lo escludo. Renzi è stato il principale artefice della nascita del governo più a sinistra della storia repubblicana. Non vedo elettori moderati e liberali dare a lui il loro voto».
Eppure, a partire dai temi europei, sono maggiori i suoi punti di contatto con Renzi che non con Salvini.
«Il fatto che noi usiamo un linguaggio moderato e rispettoso delle istituzioni, non significa che non siamo alternativi alla sinistra. Lo siamo stati, lo siamo e lo saremo. Noi ci rivolgiamo agli italiani responsabili, alle persone che vogliono soluzioni e non slogan, competenza e non selfie. Ci rivolgiamo alle vittime dell'oppressione fiscale, dell'oppressione burocratica, dell'oppressione giudiziaria.
Siamo liberisti, garantisti, europeisti: gli unici continuatori, gli unici eredi coerenti delle tradizioni politiche liberali, cattoliche, riformatrici, della civiltà occidentale. Tutto questo non ci consente di avere punti in comune con la sinistra. Quanto a Matteo Salvini la nostra idea di centrodestra è certamente diversa dalla sua, ma sulla scelta di campo non ci sono dubbi».
A proposito di Salvini, che effetto le ha fatto rivederlo dopo che per oltre un anno aveva ripetuto di non nutrire «nostalgia del passato», cioè di lei e del cen trodestra?
«Nessun effetto diverso da quello di tutte le altre volte che l'ho incontrato. Il centrodestra unito può vincere nei prossimi giorni in Umbria e nei prossimi mesi nelle altre regioni che andranno al voto. Questo non è il passato, è il futuro».
È stata una sorta di Canossa per il segretario del Carroccio? In fondo il riavvicinamento a Forza Italia appare come un ripiego.
«Ma no, a Canossa il Papa ricevette l'Imperatore solo dopo averlo fatto attendere per giorni al freddo, nella neve. Le mie porte invece sono sempre state aperte e accoglienti».
Anche quando Salvini, pur di rimanere al governo con i 5 Stelle, ha indicato Di Maio come presidente del Consiglio? Cos'ha pensato allora, dato che quell'esecutivo si sarebbe retto anche grazie a parlamentari leghisti in parte eletti con i voti forzisti?
«Quel giorno ho pensato allo sconcerto degli elettori di centrodestra che avevano votato Lega e si vedevano proporre Di Maio premier...».
matteo salvini silvio berlusconi
Ora invece Salvini le chiede la prova d'amore: appoggiare il referendum sulla legge elettorale per evitare il ritorno al proporzionale. Accoglie la richiesta o serve prima un accordo politico?
«Dopo la prova d'amore viene il matrimonio riparatore o il delitto d'onore, tutte cose che non farebbero bene al futuro del centrodestra. Questi temi richiedono invece serietà, perché la legge elettorale è il cuore della democrazia rappresentativa. In attesa che i nostri tecnici approfondiscano la proposta referendaria, sarebbe piuttosto opportuno che il centrodestra definisse una proposta unitaria da presentare in Parlamento».
Anche perché senza un chiarimento preventivo sul progetto di coalizione, firmereste una cambiale in bianco a Salvini.
«Il nostro centrodestra è da sempre chiarissimo: liberale, europeista, garantista, cristiano, riformatore. Un centrodestra di governo. Sta a noi rafforzare il profilo liberale della coalizione. Noi saremo, come sempre, il cervello, il cuore, la spina dorsale liberale della coalizione».
Uno degli aspetti da chiarire riguarda la collocazione europea della coalizione. Per esempio: oltre ad appoggiare il commissario italiano Paolo Gentiloni, lei ha sostenuto l'elezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione. La Lega no. Ritiene che Salvini abbia commesso un errore?
«Penso di sì, perché la signora von der Leyen è espressione della grande famiglia dei cattolici liberali, il più grande gruppo politico europeo antagonista della sinistra. Io lavoro in Europa anche perché si possa giungere ad una sintesi fra i popolari, i liberali, i conservatori e i sovranisti responsabili. Un centrodestra europeo in nome dei valori di libertà, di dignità della persona, dello Stato di diritto, della tolleranza che sono propri della civiltà europea».
La collocazione europea non è un fatto secondario: come potreste voi, che state nel Ppe, appoggiare la candidatura a premier di Salvini su cui grava un problema di isolamento internazionale?
«Noi saremo sempre la garanzia del fatto che un futuro governo di centrodestra non assuma derive antieuropee o antioccidentali».
Intanto deve risolvere un problema nel suo partito, diviso tra due anime: una ostile a Salvini l'altra schiacciata su Salvini.
«Non è così. Ovviamente in un movimento fatto di persone libere si parla e ci si incontra liberamente, ma poi si trae una sintesi - della quale sono garante - e si lavora tutti insieme in quella direzione. È quello che farò a Viterbo domenica, all'incontro organizzato da Antonio Tajani. E quelle che vengono definite "anime" sono solo posizioni di simpatia o antipatia personali che si adegueranno alle scelte del movimento».
La crisi di consensi di Forza Italia è indicata dal risultato alle Europee, dai sondaggi e dalla scissione operata dal governatore della Liguria Toti: è vero che ha posto a Salvini un veto sulla presenza di Cambiamo nella coalizione?
«Non mi occupo di questi problemi. Mi preoccupo dei problemi dell'Italia e dell'Europa».
Il suo giudizio negativo sul primo governo Conte comprendeva anche l'operato della Lega?
«Con nostro grande stupore e disappunto la Lega in quel governo, in cambio della mano libera sui temi dell'immigrazione, ha rinunciato a far valere tutti gli altri principi del programma del centrodestra. E oggi purtroppo le politiche del Conte due vanno nella stessa direzione di quello che lo ha preceduto».
Però alle consultazioni è rimasto colpito positivamente dal premier.
«Non da oggi ne apprezzo la preparazione e il tratto garbato. Ma questo non modifica in alcun modo il giudizio sui suoi governi, che rimane assolutamente negativo».
L'opposizione «responsabile» di Forza Italia contempla la possibilità che possa sostenere delle riforme indicate dalla maggioranza?
«Forza Italia ha sempre votato, con qualsiasi governo, i provvedimenti che riteneva positivi per l'Italia e gli italiani. Ma, voglio ribadirlo, qualunque forma di sostegno verso questa maggioranza o verso questo esecutivo è e sarà del tutto impossibile».
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