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LA DESTRA S’E’ DESTA - BERLUSCONI: “RENZI HA UNO STRANO CONCETTO DI LEGALITÀ: CAMBIA LA SEVERINO PER DE LUCA, MA NON PER ME" – SALLUSTI: ‘’IL PREMIER POLIZIOTTO SI AFFIDA A CANTONE PER VIGILARE SULLE NOSTRE VITE, SI RIEMPIE LA BOCCA DI UN PRESUNTO “CODICE ETICO” DEL PD. MA POI, CANDIDA A GOVERNATORI COMPAGNI INDAGATI (LA PAITA) E CONDANNATI (DE LUCA)”

1. BERLUSCONI CONTRO RENZI: "CAMBIA LA SEVERINO PER DE LUCA, NON PER ME"

berlusconi mussolini caldoroberlusconi mussolini caldoro

Corriere.it

 

Penultima giornata di campagna elettorale. E l'offensiva mediatica parte all'insegna degli impresentabili. Ad aprire le danze è Silvio Berlusconi, a Radio anch'io. "Renzi può modificare la Legge Severino per De Luca ma non lo ha fatto per me", dice il Cavaliere facendo riferimento alle parole pronunciate ieri da De Luca: "Per il premier la Severino è una norma superabile". 

 

BERLUSCONI  - PASCALE  -BERLUSCONI - PASCALE -

Quanto all'ipotesi di un faccia a faccia in tv con Matteo Renzi - nella trasmissione di Nicola Porro "Virus" - sostiene: "Io non ho fatto saltare alcun confronto tv. A me è stata proposta una intervista, poi è venuto fuori che anche Renzi sarebbe stato presente alla trasmissione 'Virus'. Io non credo che i confronti possano farsi prima di elezioni regionali senza che ci sia un minimo di preparazione, di regole prestabilite per un confronto alla pari".

Poi Berlusconi torna a parlare di legge elettorale. Non le boccia più in maniera netta: "Le primarie per la ricerca del nuovo leader del centrodestra? "Non lo escludo, ma occorre che il Parlamento se ne interessi e faccia una legge apposita. Le primarie così come applicate sono manipolabili".

 

 

2. L'APPELLO DI BERLUSCONI: NON VOTARE È QUASI UN REATO

DE LUCA DE MITADE LUCA DE MITA

Alessandro Sallusti per “il Giornale”

 

Matteo Renzi ha uno strano concetto di legalità, in linea con quello dei suoi predecessori sulla sedia di segretario Pd e prima Pci. Il concetto è: a noi mani libere (e spesso sporche come ai tempi dei rubli sovietici, delle tangenti e degli affari coop), tutti gli altri in galera. Che siano avversari politici o comuni cittadini, basta il sospetto e giù con condanne e sanzioni.

 

Il premier poliziotto si affida a commissari (Cantone, uno per tutti) per vigilare sulle nostre vite, inasprisce le pene contro chi solo sbaglia a compilare il bilancio, si erge a moralizzatore in servizio permanente, si riempie la bocca di un presunto «codice etico» del Pd. Ma poi, in barba alla morale ma soprattutto alla legge, candida a governatori di Liguria e Campania compagni indagati (la Paita) e condannati (De Luca). Il caso campano è addirittura surreale.

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

De Luca, in base alla legge Severino sui politici indegni, anche se eletto non potrà governare. Ma Renzi se ne frega, per lui le leggi non valgono, né quando si tratta di restituire soldi ai pensionati, pagare i debiti dello Stato con le aziende (è notizia di ieri che il conto è risalito a 60 miliardi) né per fermare politici amici raggiunti da condanna. Ieri De Luca ha dichiarato che ha avuto assicurazione da Renzi che «il suo problema è superabile».

 

Scusate, ma come? Che accordi segreti e contro legge ci sono tra il primo ministro e il suo candidato? Forse, in caso di vittoria, la promessa di varare in corsa, lunedì a urne chiuse, una leggina salva De Luca? E ancora: dove sono i giornali, gli opinionisti e tutti i tromboni che per vent'anni hanno pontificato sulle presunte leggi ad personam di Silvio Berlusconi? Spariti, volatilizzati, la legalità non è più un mantra, truccare le elezioni non indigna.

COFFERATI BURLANDO PAITA RENZICOFFERATI BURLANDO PAITA RENZI

 

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

In compenso domani leggerete sui loro fogli le mirabolanti cronache dello spot elettorale che Marchionne regala al suo amico Matteo: un faccia a faccia nello stabilimento di Melfi per celebrare le glorie ex Fiat. Non credo che parleranno del nuovo record di disoccupazione, tantomeno dei 60 miliardi di debiti con le imprese. Candidati condannati e ineleggibili, poveri e aziende in fallimento per colpa del governo sono argomenti tristi, fastidiosi in campagna elettorale.