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Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
silvio berlusconi vota a milano 1
Il risultato di Trieste gli ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Perché la débâcle che si stava profilando già pochi minuti dopo l'apertura delle urne era tale da apparire umiliante per il centrodestra. Non che cambi il senso di una tornata elettorale a tratti drammatica, ma Silvio Berlusconi sa bene che le poche vittorie vanno valorizzate.
Soprattutto perché sono targate proprio Forza Italia. Partito che percentualmente ha ottenuto risultati più che rivedibili, ma simbolicamente ha conquistato la scena in un centrodestra molto ammaccato. Un centrodestra che comunque non vuole abbandonare, ma rilanciare.
Con la sua linea: «Non abbiamo alcuna tentazione centrista. Nessun nuovo polo con Renzi, con Calenda, con altri». Però rivendica di essere dalla parte della ragione, il Cavaliere: «Paga la nostra linea. Seria, moderata, concreta, attenta ai veri bisogni e interessi dei cittadini: la salute, i vaccini, le tasse che devono scendere, la ripresa delle attività produttive. Paga il nostro modo di stare in Europa.
BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE
Non è un caso se il buongoverno di candidati come il sindaco di Trieste Dipiazza e Roberto Occhiuto che succede in Calabria a Jole Santelli abbiano vinto».
Il leader azzurro vuole tenere fede alla sua promessa: è pronto a tornare sulla scena attivamente subito, già oggi dovrebbe volare a Roma: «Voglio incontrare i nostri dirigenti, i parlamentari, tutti. Abbiamo un compito da svolgere, non possiamo tirarci indietro, è nostro dovere rimettere in moto la coalizione grazie alla capacità attrattiva che stiamo dimostrando», dice combattivo.
ROBERTO OCCHIUTO JOLE SANTELLI
Ha già sentito Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, un incontro ci sarà. Un punto va fatto. Perché il Cavaliere sa bene che troppe cose non sono andate per il verso giusto nelle ultime settimane: «Non ci hanno fatto bene le manifestazioni, gli scontri, le polemiche, l'innalzamento della tensione. Non è quello che ci chiedono i nostri elettori».
Che, ragiona, anche per questo motivo sono rimasti a casa: «L'astensione è un grande problema della democrazia, è sempre più difficile convincere la gente ad andare a votare per scegliere il proprio futuro e chi dovrà governare le loro città». Ma per farlo, ammonisce «non sono ammessi sbandamenti, in nessuna direzione».
È un colpo agli alleati? Sicuramente Berlusconi ha preso posizioni molto diverse da Salvini e Meloni, dalla polemica sul green pass agli attacchi alla Lamorgese. E oggi non entra in collisione con i due più giovani leader, ma indica loro la strada: «Devono mostrarsi all'altezza della situazione e della sfida difficile che abbiamo davanti.
Che abbiamo come coalizione, sia chiaro». Sì, questo è un punto su cui il leader azzurro non vuole ambiguità: «Non c'è alcuna tentazione da parte nostra di costruire un nuovo centro che sostituisca il centrodestra. Non guardiamo a Calenda, a Renzi, a un polo centrista. Non ci interessano avventure di questo tipo». Lui, che il centrodestra l'ha fondato e che oggi viene considerato da molti osservatori l'unico che sia stato capace di federarlo e tenerlo unito, non vuole venire meno al proprio ruolo.
MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI
Ma nemmeno pensa che si possa continuare ad andare al traino di spinte populiste o estreme, perché appunto «si vince solo con una linea concreta, che punta sui temi veri, a partire da quello fiscale per il quale ci batteremo al governo e in Parlamento».
silvio berlusconi vota a milano
Poi c'è la competizione, sul territorio e istituzionale. I candidati «andranno scelti con maggiore attenzione» dice l'ex premier, che comunque evita di mettere il dito nella piaga e si premura piuttosto di coccolare i suoi, telefonando subito a Dipiazza per complimentarsi. E c'è l'altra candidatura, quella delicatissima per il Quirinale.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni
«Sto riflettendo sull'offerta che mi hanno fatto gli alleati, non ho ancora preso nessuna decisione», dice riferendosi all'ipotesi che il centrodestra si presenti unito a febbraio sostenendo la sua candidatura. Salvini e Meloni più volte gli hanno assicurato di essere disposti a farlo, e Berlusconi accarezza seriamente l'idea, ma molto - se non tutto - deve ancora essere deciso.
Certo è che l'ex premier in questa fase mantiene rapporti stretti con tutti e non ostili con nessuno. È improbabile che decida di allontanarsi dai suoi storici alleati proprio in questo momento, ed ancora di più l'ipotesi che prenda le distanze dalle politiche di Draghi, del quale è stato il primo sponsor e resta convinto sostenitore.
MARIO DRAGHI E SILVIO BERLUSCONI
E dunque come potrà il centrodestra trovare un punto di equilibrio tra lotta e governo, chi tirerà la corda più forte dalla propria parte? La risposta ancora non c'è, ma Berlusconi ha tutte le intenzioni di trovare la formula giusta che tenga la coalizione insieme. Affidandosi alla sua linea: «Serietà, moderazione, concretezza, autorevolezza. Sono sempre vincenti».
silvio berlusconi mario draghi 1GIORGIA MELONI SILVIO BERLUSCONIlicia ronzulli e silvio berlusconi al seggio a milano
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