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1. BERTOLASO: MIA MOGLIE FORSE VOTA GIACHETTI
Mauro Favale per “la Repubblica- Roma”
Prima di essere “un uomo del fare”, come lo apostrofa Berlusconi, più che presentarsi come un “Mr. Wolf”, Guido Bertolaso si sta rivelando come un gaffeur di prim’ordine.
L’ultima di ieri, quella che ha gettato nello sconforto mezza Forza Italia, la parte che pubblicamente lo sostiene e poi, sotto anonimato, lo vorrebbe fare fuori politicamente (preoccupata che l’ex premier possa consegnargli le chiavi del partito) rischia di diventare un macigno sulla sua campagna elettorale:
«Mia moglie mi vota? — si è chiesto l’ex capo della Protezione civile ai microfoni di “Un giorno da pecora” su Radio2 — Bella domanda». «Oddio, mi immagino i titoli dei giornali — dice un dirigente di Forza Italia — Bertolaso: “Non mi vota nemmeno mia moglie”». E già, perché il candidato ha anche aggiunto che la moglie a giugno potrebbe votare per Roberto Giachetti: «Può darsi: ha tendenze di questo tipo, di sinistra. Sicuramente ha votato Rutelli in passato».
Come d’altronde ha fatto anche Bertolaso che l’ha candidamente confessato un mese e mezzo fa nella sua brevissima parentesi di “candidato unitario”, quando al suo fianco, per una settimana, c’erano anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini che ora hanno scelto una strada diversa.
E come dimenticare l’uscita su «Roma terremotata come l’Aquila»? Detta da lui, poi, che in Abruzzo c’è stato e, a leggere la reazione degli aquilani, non ha lasciato certo un buon ricordo. Per non parlare delle parole (anche lì discutibili e, ovviamente, discusse) sulla maternità della Meloni: «Pensi a fare la mamma ». Per poi aggiungere che l’aveva detto «per affetto».
E ieri, coerentemente a questo punto, ha ribadito il concetto: «Se fosse stata mia moglie mi sarei ben guardato da farle fare questo sforzo». E se sulla Rete si ironizza sull’altro annuncio di ieri a proposito del Tevere («Può diventare balneabile entro il mio mandato») politicamente più rilevante è l’ennesima apertura ad Alfio Marchini: «Vediamo se con lui sono possibili sinergie». Gelido il commento della Meloni: «Sarebbe una sorta di riedizione del Patto del Nazareno».
2. BAGNI NEL TEVERE E BASTA TOPI BERTOLASO PROMETTE MIRACOLI
Paolo Emilio Russo per “Libero Quotidiano”
Incontrare Matteo Salvini? «Più in là, forse, vedremo». Silvio Berlusconi preferisce piuttosto serrare le fila della "sua" Forza Italia, caricare a pallettoni il candidato che ha scelto personalmente per il Campidoglio, Guido Bertolaso, attorno al quale si è deciso a costruire un «progetto nuovo».
È lo stesso ex capo della Protezione civile, che oggi incontrerà il Cavaliere nella Capitale, ad ammettere che è in corso un pressing su Alfio Marchini e su Francesco Storace, a pensare in grande:. «Se divento sindaco eviterò che ci siano zozzerie e topi. Renderò il Tevere balneabile in 5 anni e così, a fine mandato, farò il bagno come Mister ok...». Quest' ultimo è un "mito" nella Capitale, un atleta che ogni capodanno si tuffa - noncurante del freddo - dentro al fiume.
L' ex sottosegretario parla di tutto, macina trasmissioni televisive, radiofoniche: «Non ho mai incontrato Alfio, ma se uno vuole diventare sindaco, è bene guardarsi intorno e in questo caso vedere se con Marchini sono possibili sinergie....», ha ammesso. E il leader de La Destra, pure lui in campo? «Francesco Storace è più genuino di Giorgia Meloni.
Quello di lei, più che un tradimento è stata una doccia fredda, una fregatura...».
Il candidato di Fi cerca l' accordo con il "civico" sostenuto da Ncd, Raffaele Fitto e gli altri centristi, punta molto sull' ex governatore del Lazio, allo scopo di rosicchiare elettori a Fratelli d' Italia e alla sua leader, candidata a sindaco. Proprio per recuperare quel bacino di voti - che nella Capitale è piuttosto vasto - il leader forzista ha messo a disposizione del "suo" candidato il nome - ma, soprattutto, il cognome - di Alessandra Mussolini.
Reduce da un ottimo risultato alle Europee, la nipote del Duce potrebbe essere la capolista azzurra a Roma: «Penso sia una buona idea», ha ammesso il medico, nato e cresciuto nel quartiere Prati.
Bertolaso non sembra per nulla spaventato dai sondaggi: «Saranno gli elettori a decidere se vogliono affidarsi alla solita politica, o a me...», taglia corto.
Girerà le periferie e, almeno fino a metà aprile, proseguirà la sua campagna così, in solitaria.
«Le rilevazioni oggi sono totalmente inaffidabili; a metà aprile ne riceveremo di buone e, da quel giorno in poi, valuteremo cosa fare», lo aveva avvisato l' ex premier, rimasto anche per la giornata di ieri ad Arcore.
Bertolaso è pure riuscito a scherzare sul voto della moglie: «Mi vota? Bella domanda.
Mi aiuta, ma ha tendenze di sinistra e votò per Francesco Rutelli in passato», ha detto a Un Giorno da Pecora. Se Giovanni Toti chiede oggi «primarie per legge» per la leadership del centrodestra, l' ex ministro della Gioventù, oggi candidata sindaco di Fdi e Lega a Roma, risponde al fuoco.
«Un accordo tra Bertolaso e Marchini sarebbe una riedizione del Patto del Nazareno», ha accusato Meloni dagli schermi della Rai, ospite di Porta a Porta. A suo avviso, questo accordo «farebbe capire che l' unica voglia che ha Forza Italia è quella di far perdere me», ha aggiunto.
Lei e Salvini andranno avanti per la loro strada, il Cavaliere pure, e si presenterà sabato per un comizio ad Arezzo. «Sono totalmente inaffidabili», dice dei due (ex?) alleati Berlusconi in privato, rimandando a «più avanti» un possibile chiarimento. «Se decide di perdere è lui che segna il fatto che non è il leader del centrodestra», mette le mani avanti Meloni. L' ex premier, però, tace: «Non rispondiamo alle provocazioni», fa trapelare.
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