“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Estratto dell’articolo di Daniela Preziosi per https://www.editorialedomani.it
«Condivido l’ispirazione di Dario Franceschini, ha svolto un ragionamento intelligente per far crescere le probabilità di vittoria del centrosinistra». Goffredo Bettini, fondatore del Pd e, nella scorsa stagione, fra i padri dell’alleanza giallorossa, ragiona sulla proposta elettorale dell’ex ministro (la tagliamo grossa: un patto per l’uninominale senza accordo di programma) che ha agitato il centrosinistra.
ROMANO PRODI - DARIO FRANCESCHINI - FOTO LAPRESSE
«Io, del resto, ho parlato più volte della necessità di costruire la nostra alleanza a “maglie larghe”. Il Pd, grazie a Elly Schlein, non dimentichiamolo mai, cresce in tutti i sondaggi; la sinistra di Avs combatte al meglio; il M5s è stato attraversato da una tempesta che lo ha scosso dalle fondamenta. Conte ha resistito e ha vinto […] Ma è evidente che il recupero passa per un rafforzamento dell’identità, autonomia e persino intransigenza di M5s. Così come il soggetto di “centro” è ancora tutto da pensare e realizzare. […] Siamo in grado, prima del voto, di mettere insieme su un programma di governo e su una leadership tutte queste diversità?».
DARIO FRANCESCHINI INTERVISTATO SU REPUBBLICA
No, sostiene Franceschini.
E allora sarebbe utile stringerle fino a farle esplodere in ripetuti conflitti che sfocano l’immagine della nostra parte, a tutto vantaggio di Meloni? Rischierebbe di impazzire la maionese, come accadde a Enrico Letta, provocando una sconfitta che si sarebbe potuta evitare. Dieci anni di Meloni sarebbero uno sradicamento storico e permanente della Repubblica.
Significa rinunciare alla proposta di un’altra Italia, che non sta a destra?
No, ma a certe condizioni. Se si lasciano le forze democratiche a briglie più sciolte, ognuno si impegnerà su propri temi, quelli convincenti agli occhi del proprio elettorato. Naturalmente occorre continuare a praticare lotte comuni su ciò che già si unisce. E nei collegi uninominali si potrebbero individuare candidature di alto prestigio sostenute da tutti. Dopo il voto, si deciderebbero le cose da fare, un programma di legislatura, una composizione di governo e la leadership. Sarà molto più facile […] Non significa andare divisi, ma diversamente uniti.
goffredo bettini. foto mezzelani gmt028
L’ipotesi di Franceschini sembra però togliere dal campo la premiership di Schlein. È così?
No. Al contrario dopo un successo elettorale diventerebbe naturale la sua guida del governo.
Non è che invece, in caso di vittoria del centrosinistra e di difficoltà a fare una maggioranza, qualcuno pensa di fare un’offerta a Forza Italia?
No. Lo escludo.
Ma si può chiedere a un elettore di votare senza offrire la garanzia di fare poi un governo?
[…] Il programma concreto dell’esecutivo si può contrattare dopo il voto, ma prima non si può rinunciare a una comune visione […] Non solo per difenderci, ma per mettere in campo un’idea di società, il nostro sogno alternativo. Siamo a un tornante della storia nel quale le nostre piccole e grandi differenze sono spazzate via dalla domanda che tutte le altre sovrasta e rende vane: quale sarà la nostra vita, natura, forma antropologica? Trump e Musk disegnano un orizzonte post-umano, nichilista, violento, armato dai nuovi strumenti della tecnica e della scienza.
DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN
Il turbocapitalismo, nelle attuali forme, impone una vita molecolare e ignara. Credo che tutti i democratici siano uniti da un’idea di società che pratichi il senso umano dell’incontro, di chi si spende contro la “cosizzazione” di tutti gli esseri viventi. […] È la parte della barricata contraria all’incubo anaffettivo di Trump e Musk.
Meloni sta da quella parte della barricata, e prende molti consensi.
Meloni ha conquistato consensi con il “patriottismo”. Quale “patriottismo”? Si è autovincolata ad una servitù atlantista e al dominio dell’ultradestra Usa; è una falsa europeista perché tenta di squilibrare l’Europa legittimando i sovranisti, i violenti e i neonazisti. Infine, spinge l’Italia all’irrilevanza, rinunciando ad una sua autonomia e una sua politica estera.
Il centrosinistra unito sui “no”?
Ci unisce […] la lealtà verso la Costituzione […] Andare al voto con questo patto patriottico, repubblicano, di liberazione umana è necessario e possibile. Un vincolo che raccolga le splendide parole dell’arcivescovo di Milano Delpini, la tradizione socialista, cattolica, laica del Pd, la politica fondata sulla partecipazione del Movimento 5 stelle, la modernizzazione giusta di un’area di centro […] mi piacerebbe che Romano Prodi[…] si incaricasse di scrivere un manifesto, capace di racchiudere questo sentimento di alternativa.
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